Il bambino è stato utilizzato per gli scopi del diabolico trio Prati-Michelazzo-Perricciolo ed è stato costretto a fingersi attore per una fiction. Non solo ma il finto Sebastian credeva di dover recitare la parte di un bambino addirittura malato di un tumore alla gola e che si stava sottoponendo a cicli di chemioterapia. Tutto è accaduto nella prima parte della puntata di Live- Non è la D’Urso di mercoeldì 30 maggio.
Una situazione davvero devastante dal punto di vista umano, una costruzione diabolica che fa realmente rabbrividire e raggelare. Siamo davvero al di là del bene e del male in un labirinto diabolico che mostra innumerevoli percorsi e dal quale è estremamente difficile riuscire ad individuare una possibile uscita.
Ogni puntata di questa malefica e amorale soap opera raggiunge un livello sempre più basso e discutibile. La rivelazione che il falso Sebastian fosse un bambino figlio di due persone normali, un operaio e una parrucchiera, è stata fatta dall’avvocato dei genitori del piccolo. Ed è stato proprio lui a raccontare l’atroce e scandalosa verità che il bimbo credeva di recitare in una fiction.
La notizia ha suscitato negli ospiti in studio un vero e proprio moto di orrore e di repellente sconvolgimento. Non ci sono altre parole per definire l’utilizzo di un bambino caduto in una trappola perversa, costruita esclusivamente per raggiungere fini ancora non chiari, ma facilmente immaginabili, da parte del trio al femminile Prati-Michelazzo-Perricciolo.
Le tre donne oramai sono una contro l’altra, in un gioco di accuse senza confini ed esclusioni di colpi.
Barbara D’Urso ha espresso il proprio sconvolgimento dinanzi alla rivelazione di come sia stata carpita la buona fede infantile. Ma si è detta anche certa che il bimbo sia protetto. Purtroppo a questa ipotesi noi non crediamo. Infatti il falso Sebastian avrà sicuramente parlato con gli amici di scuola ed avrà rivelato almeno alcuni dei particolari di cui tutti oramai siamo a conoscenza. Ed anche dettagli che si riferivano alle ipotetiche riprese di questa diabolica fiction.
Inoltre esistono video e messaggi vocali mandati dal bimbo ad un numero telefonico che, ha riferito l’avvocato, risale a Pamela Perricciolo. Oramai siamo al limite dell’incredibile. Ogni feuilleton, anche dei più intricati, sembra una favoletta rispetto a quanto sta accadendo.
Ma lo ribadiamo con forza e fino all’estenuazione, «giù le mani dai bambini!». Abbiamo purtroppo la sensazione che questa storia, simile oramai ad un film horror, abbia ancora dei risvolti destinati a sconvolgere e scioccare l’opinione pubblica.
A questo punto servirebbe soltanto un investigatore, con il genio di un Salvo Montalbano, per districare questa rete diabolica di intrighi e di intrecci che ha, alla base, presumibilmente, meri fini economici.