Si comincia con Blue Planet, primo episodio di un documentario realizzato dalla BBC.
Gli oceani coprono il 70% del pianeta, eppure sono le aree meno esplorate. Grazie ad avanzate tecnologie, ci addentriamo nel mondo dei tursiopi: siamo al largo del Mar Rosso.
Ci spostiamo adesso nella barriera corallina australiana. In totale, la barriera corallina copre solo un decimo dell’area oceanica, e presenta specificità a seconda del luogo.
La presenza di varietà animali lungo le coste, rendono alta la competitività tra specie, sia per quanto riguarda i pesci che gli uccelli.
Siamo ora tra Messico e California, dove gli organismi che costituiscono il plancton risalgono dalla profondità diventando fosforescenti: solo le tecnologie odierne consentono di filmarlo.
Fitoplancton, erbe e alghe producono un ossigeno pari a quello di tutte le praterie terrestri. In Giappone, immersi nelle profondità, assistiamo all’accoppiamento del pesce Napoleone. Particolarità d questi pesci è che cambiano sesso: in ogni femmina, c’è un maschio potenziale.
Più ci si avvicina ai poli, più il mare diventa freddo: compaiono gli iceberg, poi la superficie inizia a ghiacciarsi. I fiordi della Norvegia rimangono senza ghiaccio grazie alle correnti provenienti dal nord del Messico. Qui, tra i fiordi, vengono a rifugiarsi le aringhe: e le orche le inseguono.
Le aringhe si radunano in branchi: per stordirle, le orche sbattono fortemente la coda. Ma anche le megattere cacciano le aringhe: possono ingurgitarne fino a 100 chili in un solo boccone.
I trichechi invece, si trovano costretti a rimanere sulla terraferma a causa delle mutate condizioni delle aree in cui vivono. a terra, i trichechi stanno strettissimi uno vicino all’altro: il motivo è l’orso polare. quando questo arriva, i trichechi si buttano in mare: lì l’orso non è in grado di cacciarli.
Trovare il posto adatto sulle coste che si stanno sciogliendo, diventa sempre più difficile. E questa difficoltà di adattamento farà sì che madre e figlio tricheco rimangano in contatto per tutta la vita.
Si cambia ora argomento. All’ospedale Morgagni Pierantoni di Forlì infatti, medici da tutto il mondo stanno sperimentando un robot in sala operatoria: il chirurgo opera da una consolle, seguendo le operazioni del robot sul paziente. La mano del robot è più ferma rispetto a quella dell’uomo, ma i chirurghi devono imparare come manovrarlo.
Nella prima fase, si è in simulazione: non c’è né il robot né il paziente. In un secondo momento invece, si inizia a manovrare il robot per tagliare e staccare la buccia a un kiwi: questo allenamento si è rivelato utile per le operazioni alla gola.
Vi sono poi altri step dell’addestramento, che però le telecamere non hanno potuto filmare: si tratta del disezionamento di cadavere, sotto la supervisione di un collega più esperto.
Ma l’automazione a Forlì non è solo nella chirurgia: basta visitare la cucina, dove vengono preparati i pasti per i 600 pazienti della struttura.
Rimaniamo in Emilia Romagna: Alberto Angela è a Bologna, città che a differenza di molte altre, non è nata su un corso d’acqua.
Fondata dagli Etruschi, non ha un fiume che la attraversi: ha piuttosto un torrente, in parte piastrellato. Seguendo il Reno a 5 chilometri dalla città, Angela spiega che, a partire dall’800, furono gli stessi bolognesi a gestire la manutenzione dei corsi d’acqua.
Nel ‘600 la colta e cosmopolita Bologna divenne città della lavorazione della seta per oltre tre secoli. La produzione era frutto di una rigida suddivisione dei compiti: le donne allevavano i bachi, gli uomini si occupavano dei macchinari.
Per far arrivare l’acqua in città, nel periodo rinascimentale venne costruito un edificio che “intrappolava” l’acqua presente nella collina vicina: attraverso quattro corridoi di pietra arenaria, l’acqua si incanalava in vasche riempiendole e, tracimando, scendendo a Bologna.
Alberto Angela si reca al ninfeo Villa Guastavillani, altro esempio di come Bologna abbia trasformato la mancanza d’acqua in un punto di forza.
A proposito di acqua, il prossimo servizio si focalizza sul mare come punto d’incontro di batteri umani, animali e vegetali. A riva in particolare, la concentrazione di batteri è più alta: viene effettuato un rilevamento su alcuni surfisti, i quali ingeriscono acqua durante l’allenamento.
Dopo il break pubblicitario ritroviamo il prof Barbera per raccontare il calendario gregoriano.
Passando attraverso la storia della moka, esempio di innovazione degli anni ’50, si vira sul bilinguismo. Parlare due lingue infatti, ha effetti benefici sul cervello: al San Raffaele di Milano sono in corso alcuni esperimenti.
Per essere bilingue occorre non tanto parlare perfettamente due idiomi, quanto riuscire a passare dall’uno all’altro senza mescolarli. Vengono considerati tali anche alcuni dialetti.
Nei bambini ciò comporta l’aumento della materia grigia, nonché una maggiore capacità di prendere decisioni. I vantaggi permangono in età adulta, in particolare gli effetti benefici sui pazienti con demenza, i quali dimostrano di avere più attività cerebrale.
Gli studi del San Raffaele dimostrano che l’insegnamento di una seconda lingua, addirittura, aiuterebbe a contrastare lo “tsunami neurologico” di malattie come l’ Alzheimer.
Si cambia argomento: la fusione termonucleare. In Francia è in costruzione Iter, un’apposita centrale per studiarla. La costruzione dei pezzi più importanti avverrà in Italia: in questo modo, aggiudicandosi la costruzione, le aziende diventeranno più competitive perché dovranno investire per effettuare la realizzazione. Cosa che, altrimenti, non avrebbero mai fatto.
Ora qualche dato veloce: oltre 8milioni di italiani sono a rischio per eccesso di alcol, tra le prime cause di morte prematura. In particolare, si diffonde la pratica del “binge drinking” tra i giovani.
Capitolo alimentazione: l’associazione proteine-carboidrati non blocca la digestione, bensì il contrario.
Nel 2012 i ricercatori hanno scoperto l’irisina, un ormone capace di bruciare i grassi. All’università di Bari è stato dimostrato che l’irisina può formare nuovo tessuto osseo, rendendo lo scheletro più resistente alle fratture. Se diventasse un farmaco potrebbe curare l’osteoporosi ma anche i diabetici, oltre ad essere dimagrante.
Per sviluppare l’irisina, nel frattempo, possiamo iniziare a correre.
Quella dell’irisina potrebbe essere una rivoluzione come è stata la “pillola blu”, che ha cambiato la sessualità. Ancora prima, la pillola anticoncezionale che ha liberato la donna dal fardello della gravidanza.
La puntata si conclude qui, ma Piero Angela dà l’appuntamento a dopo: nella seconda serata infatti, parte SuperQuark-Musica.