Al centro dell’appuntamento, gli strumenti ad arco. In un certo senso, spiega il padrone di casa, si tratta sempre dello stesso strumento ma di forme diverse.
Angela accoglie in studio gli studiosi Giovanni Bietti e Adriano Mazzoletti, partendo subito dallo strumento ad arco per eccellenza: il violino. Più le corde sono lunghe, più il suono è basso: questa è la differenza fondamentale con la viola e,ancora, il violoncello.
Viene presto evocato Paganini, che all’epoca si diceva avesse fatto un patto col diavolo. Bietti spiega la sua capacità di promozione: innanzitutto, quando era in tour, si assicurava che il suo arrivo in città fosse preceduto da un articolo sulla stampa locale e, al momento della performance, si faceva precedere da un’acerba ventenne in modo da spiccare.
Gli italiani hanno dato un grande contributo al jazz, in quanto sono stati parte essenziale nella fondazione del genere a New Orleans. Figura di spicco, Joe Venuti.
Divesissimo ma con un gusto tutto italiano per la melodia e il folklore, Stephan Grappelli.
Se si parla di violino, imprescindibile il maestro Uto Ughi. Ha tenuto concerti in tutto il mondo con le migliori orchestre sinfoniche: Angela lo aveva intervistato a Superquark nel 2000. Grande interprete di Paganini, Ughi sostiene che il musicista avesse portato il volino a livelli impensabili di virtuosismo: fino a quel momento, la tecnica dello strumento era molto più limitata.
Nelle scuole italiane, aveva riflettuto Ughi, siamo rimasti indietro: in America e Giappone ad esempio, ci sono importanti orchestre delle scuole, mentre da noi i ragazzi non hanno alcuna cultura musicale.
Entriamo ora nella bottega di un liutaio a Cremona. I violini vengono realizzati con legni selezionati, tagliati quando le piante dormono e stagionati per cinque anni. La curvatura si ottiene non piegando il legno, ma scavandolo; per la verniciatura invece, si usano resine naturali sovrapposte per una ventina di strati.
Per ottenere uno strumento di qualità, un mastro liutaio produce dai 10 ai 12 violini l’anno.
Nel 2005 Piero Angela aveva intervistato anche il violoncellista Mario Brunello, possessore di uno strumento risalente al 600. Il “colore del suono” del violoncello è paragonabile alla voce umana per sfumature: si tratta dell’unico strumento che, da solo, potrebbe comporre un’intera orchestra.
Il suo preziosissimo strumento viaggia con lui, sul sedile a fianco al suo e dotato di apposita carta d’imbarco.
Da dove viene il legno per realizzare le casse di risonanza? Dalla Val di Fiemme, in Trentino: qui le condizioni atmosferiche conferiscono al legno l’umidità ideale.
Si passa ora al contrabbasso: fermo restando che gli strumenti gravi si sentono meglio da lontano, il contrabbasso ha un’estensione ridotta. La quarta corda venne fatta aggiungere da Giuseppe Verdi: inizialmente infatti, erano tre.
Dal 2006 a Superquark, il maestro Franco Petracchi riproduce una telefonata tra due persone che litigano, così come lo sguardo geloso di Otello alla vista di Desdemona.
La puntata si conclude qui: protagonisti della prossima puntata, gli ottoni.