La prima puntata ha per titolo “La storia si ripete“. Il giornalista Lerner inizia un viaggio tra la cronaca dei nostri giorni partendo dal problema delle grandi migrazioni del secolo scorso. Lerner si chiederà: che cosa hanno di diverso le navi cariche di migranti turchi e libici dirette verso le nostre coste da quelle degli ebrei che sul finire degli anni ’30 scappavano dalla Germania nazista?{module Pubblicità dentro articolo}
È proprio da questa considerazione, cioè dai crimini del terzo Reich che comincia il primo reportage di Gad Lerner e precisamente dal Binario 21 di Milano da dove Liliana Segre sopravvissuta alla Shoah racconta il suo terribile viaggio dalla Stazione Centrale di Milano fino ad Auschwitz.
A Monaco di Baviera Gad Lerner incontra Thomas Schlemmer professore di storia contemporanea per ripercorrere alcune fasi della storia nazista. Il docente parla anche del fallimento della conferenza di Evian convocata nel 1938 da Roosevelt per discutere una ripartizione in quota dei profughi. Tutto però si risolse in un nulla di fatto a causa delle reticenze dei 32 paesi convocati. La situazione ha moltissime analogie con quelle di oggi. Le riserve sono le stesse che dividono l’Unione europea e l’opinione pubblica. Infatti ci si divide tra chi pensa che sia un dovere aiutare i migranti e chi invece sostiene che non c’è posto per tutti.{module Pubblicità dentro articolo}
Su questo trend Gad Lerner conduce una puntata che va alla ricerca di similitudine fra il passato ed il presente.
Il viaggio si conclude a Gorizia terra di confine dove Lerner visita alcuni appartamenti di immigrati, così simili a quelli dove vissero gli stessi immigrati durante la rivoluzione ungherese del 1956. Popoli in movimento sono anche i protagonisti del film che viene trasmesso subito dopo dal titolo “Il tempo dei gitani” Emir Kusturica, che narra la storia di un popolo sempre in viaggio attraverso le vicende di tre protagonisti che vagano tra i Balcani e l’Italia.
Fischia il vento propone un format tra cinema e reportage che ogni sette giorni vuole stimolare una riflessione sul tema delle migrazioni.