Sempre più piccolo e grande schermo dialogano e la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ne è la dimostrazione. Dopo ‘The Young Pope’ e ‘Suburra‘, alla 75esima edizione sarà la volta de ‘L’amica geniale’, targata HBO-Rai Fiction e Timvision, diretta da Saverio Di Costanzo e tratta dal primo romanzo della quadrilogia di Elena Ferrante.
A differenza di Cannes, la kermesse veneziana ha deciso di non porre (almeno per ora) alcuni paletti tanto da accogliere ben cinque lungometraggi e un documentario targati Netflix – tutti saranno disponibili sulla piattaforma entro il 2018.
«Procedere per inclusioni anziché per dogmatiche distinzioni, allargare lo sguardo invece che metterlo soltanto e selettivamente a fuoco, spingersi oltre i limiti anziché erigere barriere. Senza rinunciare alla qualità, o meglio senza smettere d’interrogarsi costantemente su che cosa essa sia e dove risieda oggi», ha dichiarato il direttore della Mostra Alberto Barbera e immaginiamo che sia stato proprio questo sguardo a guidare lui e i selezionatori.
Tra i titoli più attesi troviamo ‘Sulla mia pelle’ (in concorso nella sezione Orizzonti), opera seconda di Alessio Cremonini, con Alessandro Borghi nei panni di Stefano Cucchi (vengono affrontati gli ultimi giorni di vita del giovane) e che sarà distribuita il 12 settembre nelle sale da Lucky Red e in contemporanea sulla piattaforma svod. – una coincidenza di date che ha “spaventato” gli esercenti.
«Pensiamo che proporre agli esercenti la programmazione in contemporanea del film nelle sale, come avviene con tanti contenuti alternativi che poi hanno il loro sfruttamento su altre piattaforme, sia un’opportunità. Non è quindi un’imposizione ma una libera scelta. Un’opportunità di dare al pubblico la possibilità di vedere il film anche sul grande schermo. Questa non è una “fuga in avanti», ha voluto evidenziare Andrea Occhipinti, Ceo di Lucky Red.
Nel concorso della Mostra sono rientrate altre opere prodotte da Netflix, sulla carta molto promettenti: ‘Roma’ del regista e sceneggiatore premio Oscar Alfonso Cuarón a ‘The Ballad of Buster Scruggs’ dei fratelli Joel ed Ethan Coen (un film antologico western); mentre fuori concorso saranno presentati l’ultimo lavoro di Orson Welles ‘The Other Side of the Wind’, concluso a distanza di trent’anni dai produttori Frank Marshall e Filip Jan Rymsza. A quest’ultimo è annesso il documentario in cui Oscar Morgan Neville racconta gli ultimi quindici anni del regista di ‘Quarto potere’.
Abbiamo nominato dei grandi cineasti stranieri, tra gli italiani nel Concorso Ufficiale troviamo un autore nostrano del calibro di Mario Martone con Capri revolution. Durante l‘intervista al Sa.Fi.Ter Film Festival, l’attore Gianluca Di Gennaro ci aveva rivelato che il film era concluso (nel cast anche Ludovico Girardello, Maximilian Dirr, Donatella Finocchiaro, Eduardo Scarpetta), ma non si era a conoscenza ancora della distribuzione.
«Siamo nel 1914, l’Italia sta per entrare in guerra. Una comune di giovani nordeuropei ha trovato sull’isola di Capri il luogo ideale per la propria ricerca nella vita e nell’arte. Ma l’isola ha una sua propria e forte identità, che si incarna in una ragazza, una capraia il cui nome è Lucia (Marianna Fontana). Il film narra l’incontro tra Lucia, la comune guidata da Seybu (Reinout Scholten van Aschat) e il giovane medico del paese (Antonio Folletto). E narra di un’isola unica al mondo, la montagna dolomitica precipitata nelle acque del Mediterraneo che all’inizio del Novecento ha attratto come un magnete chiunque sentisse la spinta dell’utopia e coltivasse ideali di libertà, come i russi che, esuli a Capri, si preparavano alla rivoluzione».
Sembra che una sorta di fil rouge unisca questo lavoro con i precedenti del regista partenopeo, ‘Noi credevamo’ e ‘Il giovane favoloso’.
In Concorso troviamo anche due lavori per i quali si deve dire grazie ad Amazon Studios: il remake di Suspiria ad opera di Luca Guadagnino e Peterloo di Mike Leigh.
È interessante notare come l’ottimo livello delle serie abbia spinto anche il cinema ad alzare ancora di più l’asticella e le distinzioni tra attore di fiction o di cinema stiano diminuendo (per citare un esempio Alessandro Borghi ha proprio cominciato con la tv in un episodio di ‘Distretto di polizia’).
Il fatto che una Mostra d’Arte Internazionale Cinematografica qual è Venezia abbia scelto di non ghettizzare il mezzo, ma di cogliere la qualità è un sintomo di come i confini siano sempre più labili.