Nella totale latitanza della Rai, è La7 di Urbano Cairo a mantenere aperte poche ma utili finestre su quanto accade in Italia e all’estero.Insomma la rete ha preso il posto dell’azienda televisiva di Stato nella “mission” di servizio pubblico.
E’ stata solo Rai 3 a mandare in onda, la mattina, dalle 8 alle 10, la versione estiva di Agorà condotta da Monica Giandotti. La giornalista, che ha sostituito Serena Bortone, ha cercato di fare il meglio ma non ha ancora la competenza e l’aplomb della più navigata collega. C’è da sottolineare che a quell’ora di mattina, soprattutto d’estate i potenziali telespettatori sono pochissimi. Ciononostante Agorà estate è riuscito a mantenere una share tra il 5 ed il 6%.
Segno che l’attenzione sui problemi dell’informazione è sempre molto alta, soprattutto nel corso di questi mesi nei quali i temi su cui discutere non mancano. Le polemiche sui migranti si sono estese ulteriormente a livello internazionale, ogni giorno i quotidiani riempiono pagine di notizie e diatribe tra le parti politiche, mentre la tv pubblica tace. Si dibatte di vaccini, decreto dignità, Ilva, tagli dei fondi già stanziati per le periferie, lavoro ai giovani. Il confronto è acceso sui mass media, sul web, sui social network, ma la Rai si affida alle repliche di Don Matteo. La prima rete riesce a far pedalare solo il prete in bicicletta, non le risorse, validissime tra l’altro, dell’azienda televisiva pubblica.
Avrebbe dovuto esserci uno spazio informativo su Rai 3 nel corso dell’estate, era contemplato fino a giugno. Poi è scomparso prima della presentazione dei palinesti. Si trattava di un programma infrasettimanale di cui si stava scegliendo il conduttore o la conduttrice. Ma per questioni di budget alla fine non se ne è fatto nulla.
In queste condizioni, il telespettatore normale è completamente sprovvisto di qualsiasi fonte di informazione. Per conoscere quanto sta accadendo al di fuori della canonica virtuale di don Matteo, bisogna sintonizzarsi su La7 che è l’unica a tenere accese le notizie senza spegnerle all’ombra di repliche estenuanti.
La rete di Urbano Cairo mantiene in palinsesto di mattina Omnibus news e Coffee breack. Ha dato spazio a L’aria che tira anche in versione estiva. Il tutto nel day time. E di sera arrivano Davide Parenzo e Luca Telese che per tutta l’estate tengono acceso il lumicino dell’informazione con In onda, dal lunedì al sabato. E al giovedì si allungano in prima e seconda serata. Ma sappiamo anche che la redazione del Tg La7 è attrezzata per poter intervenire in qualsiasi momento con dirette e maratone, in caso ci siano notizie particolarmente importanti da coprire.
Se questo non è il fallimento dell’informazione Rai poco ci manca. Anche perchè questa estate la situazione si è ulteriormente aggravata e l’assenza di ogni approfondimento è eclatante.
Certo, ci sono i Tg Rai ed il canale Rai New24. I notiziari, però, sono sempre più concisi ed hanno gli spazi ed i minuti contati perchè devono dare a ciascuna notizia un tempo stabilito. Perciò si sente la mancanza di programmi di approfondimento trasmessi in una fascia oraria fra le 20,30 e le 23,00 quando il cosiddetto pubblico generalista può fruirne.
Così la prima e la seconda serata scorrono noiose tra repliche di fiction già andate in onda nel periodo di garanzia, pellicole e telefilm all’ennesimo passaggio in video e manifestazioni speciali in giro per l’Italia legate a premi ed eventi musicali.
La conclusione è drammaticamente malinconica: il prime time estivo della Rai non ha più nessun appeal sul pubblico pagante il canone. Con l’abnorme constatazione che La 7 è diventata una delle rare oasi informative dove si discute ogni sera di politica e di attualità.
Sono lontani anni luce gli anni in cui l’informazione e l’approfondimento giornalistico rappresentavano i veri valori sui quali si fondava la Rai.
Meglio cosi… Di talk show ce ne sono anche troppi, stessi argomenti, stessi ospiti e stesse facce. Da la 7 infatti mi tento alla larga. La Rai piu che altro dovrebbe cogliere l’occasione per reinventare il modo di fare informazione come sta facendo, ad esempio con Nemo.