Quella del 2018 sarà ricordata come una delle stagioni estive più difficili: non tanto per il caldo, quanto per i vari accadimenti che hanno sollecitato l’attenzione dell’opinione pubblica. Le prime mosse del governo M5S – Lega e le relative polemiche dall’opposizione, la questione immigrazione e le aggressioni razziste, il rinnovo dei vertici Rai fino agli ultimi fatti di cronaca che hanno ovviamente scatenato reazioni politiche non poco vigorose.
Di tutto questo tourbillon, In Onda, il talk show che d’estate sostituisce Otto e mezzo, sta cercando di commentare tutto, sia nei consueti appuntamenti dell’access prime time, sia in speciali di prima serata. Al timone, ancora una volta, la collaudata coppia formata da Luca Telese e David Parenzo. Due giornalisti differenti per stili e modi comunicativi, ma che a loro modo risultano complementari e in grado di funzionare proprio per le loro diverse caratteristiche. L’ex conduttore di Matrix, come abbiamo potuto verificare fino a questo momento, è colui che tiene le fila del dibattito, introducendo gli ospiti e rivolgendo le prime domande agli intervistati di turno, in studio o in collegamento.
Il co-conduttore de La Zanzara appare inizialmente defilato, per poi carburare nel corso della puntata. Telese è più pacato ma non manca di incisività, quello stesso attributo che contraddistingue Parenzo, meno scatenato rispetto al format di Radio24 ma sempre alla ricerca di scoprire i retroscena degli avvenimenti di cui si parla. I due sono riusciti a creare un clima di dibattito stimolante, incalzando gli ospiti con le loro domande e cercando di estendere la discussione anche oltre i fatti raccontati, soffermandosi su questioni e problematiche di più ampio respiro. L’unica pecca è che a volte finiscono per sovrapporsi: è prevalentemente David Parenzo ad avere questa abitudine.
Non sono mancati, come può accadere in un talk show, momenti di confronto acceso tra gli ospiti: i conduttori però hanno saputo dimostrare di riuscire a gestire i momenti di confusione dettati dall’enfasi dei partecipanti di turno, in ossequio alla linea di La7 che vuole evitare che gli spazi televisivi di confronto politico diventino terreno di scontro o di invettive tra i membri dei diversi schieramenti. Si è registrato finora un solo caso particolare che ha coinvolto, durante la seconda puntata, David Parenzo e Vittorio Feltri, in collegamento: il dibattito verteva sulla questione migranti e il direttore di Libero non ha gradito le interruzioni del suo intervento ad opera del giornalista, mandandolo a quel paese senza filtri. Curiosità: un caso simile era accaduto, due anni fa, e anche in quel caso Feltri abbandonò il collegamento perché seccato dagli stop degli ospiti in studio: allora ad affiancare Parenzo era il collega Tommaso Labate.
Il programma di La7, che sta macinando dati d’ascolto positivi viaggiando sul milione di telespettatori a puntata, sta convincendo anche per la presenza dei principali esponenti del Governo (oltre a volti punta degli altri schieramenti sia di maggioranza che di opposizione), che in più di un’occasione hanno scelto il talk di Telese e Parenzo per esprimersi sui più stringenti fatti di attualità: si pensi, ad esempio, al vicepremier e Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. Il politico campano ha collezionato 4 partecipazioni finora. Per gli italiani, senza distinzione di status sociale, ascoltare in diretta tv le parole di un rappresentante delle istituzioni è sempre motivo di grande interesse per i motivi più svariati. Naturalmente, la frequente partecipazione di “pezzi da 90” della politica attuale ha giovato al programma, che ha attirato su di sé l’attenzione. Questa precisa scelta editoriale sta aiutando In Onda a veleggiare serenamente in vista della sua conclusione, con un bilancio sostanzialmente positivo.