Giovanni Floris nella breve anteprima annuncia l’ospitata dei due vicepremier: Di Maio e Salvini. In studio ci sono già Marco Damilano e Massimo Giannini. I due fanno il punto di quanto accaduto in politica durante l’estate. Dietro le quinte le telecamere inquadrano i due leader politici mentre si preparano ad “entrare in scena”, proprio come una sorta di spettacolo che sta per cominciare con i vari attori protagonisti.
I due giornalisti-opinionisti per ora si defilano, ed ecco arrivare sul palco Luigi Di Maio per un faccia a faccia con Giovanni Floris. Si parla della legge di bilancio e il conduttore cerca anche di capire quanto sia saldo il legame fra il Movimento Cinque Stelle e Lega. Floris incalza il Ministro con domande articolate e frequenti: Di Maio tiene bene e cerca di parlare il più possibile, il conduttore è bravo a contenere quasi sempre i suoi interventi.
Floris tenta di strappare all’intervistato i numeri della prossima manovra, ma Di Maio tiene botta e rimanda preferendo non “sparare numeri“. Gli argomenti, ovviamente, sono quelli più caldi: le pensioni, la flat tax e le intenzioni da tradurre in fatti e riforme nei mesi a venire. Il ritmo dell’intervista è intenso: il giornalista “stressa” il politico grillino per tentare di scavare a fondo nel significato delle frasi pronunciate. Si parla anche della tragedia di Genova e sulle prossime intenzioni per gestire il post-crollo.
Prima di passare all’intervista a Salvini e dopo aver congedato Di Maio, ecco lo spazio riservato a Gene Gnocchi. La sua satira comincia dal look: una giacca e uno smoking sgargiante dal colore giallo-verde, un chiaro riferimento al governo grillino/leghista. Iniziale ironia sul caso immigrazione e la nave Diciotti. Sostiene di essere a casa del premier Conte, facendo capire come di fatto gli venga fatto fare poco o nulla e che dunque conti poco nell’attuale scenario. Punzecchia Salvini sul suo essere molto social, mentre sul reddito di cittadinanza dice di temere che alla fine possa diventare una tassa. Il comico passa rapidamente in rassegna i vari argomenti su cui si è dibattuto negli ultimi mesi, ma le battute non sono sempre brillantissime.
Arriva Matteo Salvini e Floris dimostra di volersi rapportare con lui con lo stesso approccio adottato con Di Maio: “Le dispiace se faccio venire qualche dubbio al nostro pubblico?“, dice come fatto in precedenza al collega. Il Ministro dell’Interno, a differenza di Di Maio, ha in mano un raccoglitore contenente una serie di fogli con appunti. Ancora una volta Floris cerca di capire da dove si possano trovare le risorse per sostenere gli interventi annunciati. “Quanti soldi avete“? chiede più di una volta. Una risposta precisa, anche in questo caso, non c’è.
Salvini è perentorio nel ribadire che si impegnerà a portare avanti quanto stabilito nel suo programma elettorale. Abolire la legge Fornero (“Andrà smontata tutta“), la Flat tax sono i cavalli di battaglia che anche stasera vengono nuovamente citati. Il leader della Lega punta molto a sottolineare quanto sia importante che l’Italia riparta dal lavoro e da un futuro per i giovani, anziché vederli emigrare. Anche in questo caso, come nella precedente intervista a Di Maio, si parla di condono, pace fiscale e del crollo del ponte Morandi. Floris incalza e le risposte di Salvini sono altrettanto serrate. Anche in questo caso il rischio divagazione è dietro l’angolo, il conduttore però riesce a tenere in mano la situazione.
Il fuoco di fila di domande e intervistatori aumenta: arrivano i giornalisti Aldo Cazzullo e Maria Latella che fanno compagnia a Giovanni Floris. Salvini garantisce che l’Iva non sarà toccata rispondendo al giornalista del Corriere, mentre la Latella cerca di capire come vada il binomio Lega-Cinque Stelle. “Con Di Maio siamo una coppia di fatto“, dichiara. L’album con i fogli è spiegato dal fatto che il faldone contiene, oltre ad appunti, i decreti sicurezza e immigrazione: Salvini ne presenta alcuni punti. Una domanda a testa per i due opinionisti: si spazia anche sulle scelte in politica estera.
Nuovo spazio di alleggerimento con Gene Gnocchi: stavolta il comico emiliano è nei panni del ministro per le infrastrutture, Danilo Toninelli. Indossa un vistosissimo fiocco al collo, “perché il mio primo lavoro è fare il clown“, dice. Il suo personaggio è volutamente allucinato, ossessionato dal rischio di essere interrotto, e dalle considerazioni sgangherate.
Riparte il talk show. A parteciparvi in studio sono il sindacalista Maurizio Landini, Massimo Giannini, l’imprenditrice Hind Lafram e in collegamento l’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero. Si parla ovviamente di lavoro e pensioni a partire dalla proposta “quota 100”. “Sarebbe stato semplice cancellare la mia riforma: ci sono delle ragioni sostanziali“. Aggiunge: “Le idee mi sembrano ancora molto confuse, si stanno accorgendo che la coperta è stretta” dice a proposito dei nuovi governanti. Landini: “Questo Governo attivi un confronto con i sindacati“.
Tra le misure annunciate dall’esecutivo, il tanto discusso reddito di cittadinanza. Hind Lafram non è d’accordo su questo possibile provvedimento. Giannini riflette sull’assenza di un limite temporale al provvedimento nella sua progettazione. Insieme a Maurizio Landini si riflette sull’ipotetica “pensione di cittadinanza”. I servizi che intervallano il talk servono, con esempi concreti, a lanciare gli argomenti successivi, come nel caso del tema flat tax.
Terza incursione per Gene Gnocchi che stavolta indossa una maglietta con una scritta che canzona il programma stesso. Prendendo spunto da Cristiano Ronaldo, noto con la sigla CR7, Gnocchi fa il paragone con Floris: GF La7. Ma questa è la prima di altre, contenenti brevi frasi in rima che prendono di mira i vari soggetti politici. Insieme a queste, altri bizzarri arnesi che il comico riconduce ai vari leader italiani. Gnocchi imposta questo suo spazio come una sorta di televendita: momento divertente.
Alessandro Sallusti, Michela Murgia e Marco Damilano sono i nuovi/vecchi protagonisti del talk seguente all’intervento di Gene Gnocchi. La Murgia spiega la situazione italiana con franchezza: “Questo Paese è senza un narratore. Salvini sta alla verità politica come Wanna Marchi alla verità farmacologica. È un imbonitore”. Per Giannini invece il leader della Lega una narrazione ce l’ha: “È destra“, dice. Gli opinionisti focalizzano la loro riflessione sulle difficoltà che affliggono il Partito Democratico.
Riecco Gene Gnocchi, stavolta nei panni dell’ex onorevole del Movimento Cinque Stelle Alessandro Di Battista. Attualmente è in Guatemala insieme alla mia famiglia: è proprio sul viaggio in America centrale a concentrarsi il breve intervento del comico.
Si cambia argomento con l’intervista all’avvocato Emmanuela Bertucci dell’Aduc: si parla di polizze dormienti. Spazio dedicato ai consigli per i consumatori, rafforzati anche da un breve servizio che dà un’idea più articolata del tema trattato.
Annunciato tra gli ospiti di questa prima puntata, ecco il musicista Danilo Rea che in un filmato suona al pianoforte, all’interno dell’Auditoriium Parco della musica di Roma, la sigla del programma. Spazio poi alla rassegna stampa con i principali titoli dei quotidiani in edicola domani. Dal filmato di Rea il programma prende il nome dimartedì più: in pratica, una serie di blocchi in cui si affrontano argomenti non necessariamente legati all’attualità politica ed economica.
“Giuro che non avrò più fame” è il nuovo libro scritto da Aldo Cazzullo. Il giornalista viene a presentarlo in studio e lo racconta a Giovanni Floris. Anche Cazzullo aveva partecipato prima ad uno dei vari talk, quello in cui era presente in studio il ministro Matteo Salvini.
Lo studio è molto dinamico, con tanti ospiti e ritorni di volti già visti. La brevità dei talk può scongiurare la noia, ma al contempo si rischia un po’ l’effetto dispersione e di cadere, giocoforza, nella ripetitività. A parlare di economia ci sono Massimo Giannini (nuovamente), Luigi Abete (Presidente Business school Luiss) e Nando Pagnoncelli che presenta i risultati di sondaggi a cui sono stati sottoposti alcuni italiani sui temi di più stretta attualità.
Ancora spazio all’editoria: riecco Michela Murgia che parla del suo ultimo libro, L’inferno è una buona memoria. Domande rapide e fitte per cercare, in pochi minuti, di far capire ai telespettatori quali sono i tratti distintivi dell’opera della scrittrice sarda.
Termina qui il primo appuntamento con diMartedì. La prossima puntata andrà in onda martedì 25 settembre, alle 21.15, su La7.