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Il suo secondo festival si è subito mostrato in continuità con il primo. Le linee guida mutuate dal Sanremo 2015 obbedivano al medesimo criterio: realizzare uno show per famiglie che conglobasse contenuti di spettacolo e di informazione, oltre che di musica e di canzonette, la linfa vitale della kermesse canora. In quest’ottica si inquadra la presenza di Giuseppe Ottaviani, il centenario campione master di atletica leggera che detiene il record dei 60 metri piani e del salto triplo. Ma davvero tutto è riuscito?
Certamente nessuna polemica forte e spiazzante, di quelle del passato sanremese, ha caratterizzato la prima serata. Elton Jhon ha cantato ed è andato via dal palcoscenico senza sconvolgimenti di sorta smorzando i tentativi ansiogeni di creare aspettative foriere di bufere più o meno annunciate.
Ma tutti coloro che hanno affiancato Conti hanno mostrato in maniera inequivocabile i propri limiti. Gabriel Garko non è riuscito ad imporsi neppure con la statuaria presenza che sfoggia nelle tante fiction made in Canale 5. Modo di comunicare molto scarso, rivelatore della incapacità dell’attore di esprimersi al di fuori dal set. Il suo impaccio evidente strideva con la “piacevole scioglievolezza contiana”.
Madalina Ghenea ha fatto la sua parte: la bella statuina straniera. C’è sempre bisogno di una bellezza di oltre confine nella grande kermesse canora sanremese: lo scorso anno è toccato a Rocio Munoz Morales, ma la lista è lunga e affonda le radici nella storia stessa della manifestazione.
Si salva Virginia Raffaele: l’imitatrice ha dimostrato ancora la capacità di immedesimarsi nei personaggi che propone. Ma la Sabrina Ferilli, con la quale ha affiancato Conti nel corso di tutta la prima serata, pur convincente, fa parte dell’album delle imitazioni della Raffaele. Per un evento importante come la kermesse sanremese ci si attendeva un personaggio nuovo altrettanto convincente. Probabilmente, almeno nella prima puntata, non si è voluto rischiare e si è andati sul sicuro. Ma la Raffaele deve avere il coraggio di rinnovare se stessa e il proprio repertorio.
Stesso discorso per Aldo, Giovanni e Giacomo la cui performance è stata deludente, persino imbarazzante: un dejà vu che non fa onore alla loro professionalità e alla dignità della kermesse targata Carlo Conti.
Anche Rocco Tanica, dalla Sala Stampa, ha riproposto, come lo scorso anno, la lettura stravagante e surreale dei giornali del giorno dopo. Non sempre i risultati sono stati credibili. E deboli sono stati gli interventi comici di Marta Zoboli e Gianluca De Angelis conosciuti a Zelig: saranno presenti in tutte le serate.
Da sottolineare, infine, l’anteprima della puntata: si inizia con un veloce excursus nella storia del festival da Nilla Pizzi a Il Volo che poteva risultare gradevole. Ma tutto il resto è apparso soltanto un lungo pretesto per inserire messaggi pubblicitari.
Elton Jhon, 300.000.000, cifra spropositata per il suo intervento e poi non bisogna emulare le gesta private del cantante gay, il nastro esibito da alcuni artisti non doveva essere concesso, questo per il rispetto, credo, della maggioranza degli italiani. I diritti civili degli omosessuali e le adozioni? Un referendum e tutto sarebbe regolare.