Agente immobiliare di 46 anni, Monica De Rossi è una donna di 47 anni vivace, piena di vita, e vive a Poiana di Granfion, località di Grisignano di Zocco,nella provincia di Vicenza con i tre figli nati da due precedenti relazioni. I primi due figli hanno rispettivamente 26 e 22 anni e li ha avuti dal marito. L’ultimo è un ragazzo di solo 16 anni nato dalla relazione con un altro compagno.
La donna era nata a Verona ma residente da molti anni a Grisignano dove era titolare dell’agenzia “Monica Immobiliare” che portava il suo nome.
Nel maggio del 2015 aveva conosciuto Davide Tomasi, un uomo di 38 anni. Pur essendo più giovane di lei, l’uomo aveva un carattere solitario e non aveva mai avuto fino a quel momento relazioni sentimentali stabili e importanti.
Quando incontra Monica e i suoi figli sembra quasi rinascere: nel suo animo si riaccende una luce nuova. E quella famiglia gli scalda talmente la vita da colmare il vuoto affettivo che si portava fin dall’infanzia.
Ma la loro relazione dura poco. Solo cento giorni, infatti, bastano a Monica per capire che quell’uomo, geloso e ossessionato dal controllo su di lei, non può stare al suo fianco. Davide però non se ne fa una ragione, non riesce a capire perché, nonostante tutto il suo amore, lei abbia scelto di lasciarlo. Decide che l’unico modo per colmare il proprio dolore sia ucciderla e poi, farla finita lui stesso.
Il 4 aprile del 2016, Davide, con il pretesto di una casa da acquistare, attira Monica in una trappola mortale, la uccide con una sola coltellata alla schiena, e poi tenta, senza riuscirci, di togliersi la vita. l corpo della donna, con il Tomasi in coma dopo il tentato suicidio, era stato ritrovato dai carabinieri allertati dal padrone della villetta che non vedeva tornare i due..
Il pugnale era rimasto conficcato nella schiena della donna e solo in un secondo momento i medici erano riusciti a rimuoverlo con mille cautele.
Davide viene arrestato, processato con rito abbreviato e condannato a trent’anni di reclusione. La condanna è stata confermata in appello.
La vicenda viene ricostruita attraverso una docufiction e Veronica Pivetti legge anche alcune testimonianze degli atti del processo.