Oramai il programma in onda il martedì in prima serata su Rai3, è divenuto il luogo privilegiato dove si susseguono settimanalmente, alterchi, baruffe, colluttazioni, liti.
Tutto ciò si è verificato anche nella puntata del 9 ottobre. Ospiti di un segmento del talk erano Vittorio Sgarbi e Mario Gordano. A moderare ( si fa per dire) c’era la padrona di casa. Al centro della discussione i fatti di Riace e l’arresto ai domiciliari del primo cittadino del piccolo centro.
Fin dalle primissime battute il critico d’arte ha iniziato a scantonare e ad utilizzare un linguaggio pieno di improperi e di parolacce. Gli ha fatto eco Giordano che sta trovando casa a viale Mazzini per esprimere al meglio la sua rissosità. La Berlinguer non ha sfigurato tra i due litiganti: il fine sembrava di voler ripristinare un clima meno volgare e più dignitoso per un programma che, per qualche spicciolo di share, sta prendendo una china sempre più preoccupante.
Ma le urla della Berlinguer hanno tenuto testa ai due contendenti. Ad un certo punto la giornalista si è alzata e si è avvicinata a Sgarbi intimandogli: “se non la smette subito sono costretta a buttarla fuori”.
Niente da fare, solo una fragilissima tregua che subito si è spezzata per fare largo ad un altro round. Mario Giordano, in segno di protesta, mostrava cartelli con su scritte le dichiarazioni che aveva intenzione di rilasciare. E Sgarbi era talmente rissoso che ad un certo punto, grazie alla telecamera che lo inquadrava in primo piano, si sono viste le vene del collo gonfiarsi ed il viso diventare sempre più rosso. Insomma ci si è trovati temere fortemente per la sua incolumità fisica.
D’altra parte chi invita Vittorio Sgarbi nei propri programmi come opinionista politico e non come critico d’arte, sa perfettamente i rischi a cui si espone. E se li accetta, significa che è consapevole fin dall’inizio delle scelte.
Il dubbio che si insinua forte, nel telespettatore, è che forse c’è una regia nascosta dietro questi comportamenti. Il fine è sempre il medesimo: riuscire a catturare la curiosità dei telespettatori e bloccarli sul canale dove si sta verificando la bagarre.
Tutto questo è distante anni luce dal giornalismo. E’ solo un cattivo esempio televisivo, significa soltanto correre verso il più discutibile degli obiettivi: calpestare il buon gusto e la correttezza, ignorare la deontologia professionale per conquistare qualche spicciolo di share in più.