{module Google ads}
La prima puntata è dedicata appunto, alla guerra e al terrorismo. Il giornalista, che è appena tornato da un viaggio in Siria e Libia, anticipa: “Non basta più parlate di questi avvenimenti, bisogna andare dove accadono per poterli raccontare al pubblico”.
E continua, svelandio alcuni particolari: “In Libia ci siamo resi conto che quello non è più un Paese ma una nazione frammentata. Gheddafi schiacciava, con veri e propri genocidi, quel fondamentalismo islamico che ora sta tornando a galla. Anche la parola Islam, ormai, indica una bandiera vuota. Mentre eravamo a Tripoli, abbiamo assistito alla distruzione di una moschea, buttata giù solo perché dentro c’erano delle sepolture eccellenti, non tollerate dagli estremisti. Sempre a Tripoli abbiamo visto donne completamente coperte dal niqab, con solo l’apertura per gli occhi, una cosa inconcepibili solo fino a pochi anni fa”.
Duilio Giammaria va ancora più avanti. E si chiede: perché raccontare quello che sta accadendo in quella parte di mondo? La risposta la dà subito: “Perché questa è la prima guerra di cui subiamo in prima persona le conseguenze. Con i migranti, ad esempio, e con i foreign fighters che vediamo proprio in queste ore cosa fanno”.
Andando a vedere da vicino quel che accade, Giammaria e la sua troupe hanno constatato di persona tanti eventi ed hanno fatto molte riflessioni. Ad esempio hanno capito che, “senza voler fare dietrologie, un nemico come Daesh fa comodo a tutti.
Inoltre hanno capito che “dietro questa guerra ci sono tantissimi interessi, che la Libia oggi produce un quarto del petrolio che produceva prima e che una parte di questo finisce di contrabbando a Daesh”.
Poi il discorso cade sull’Europa che sbaglia moltissimo, dagli attentati di Parigi non è successo niente. “In Europa si discute della lunghezza dei fagiolini ma non di un’intelligence unica”; e che, soprattutto, “un’Europa unita fa paura a tanti mentre divisa com’è ora fa comodo a tanti”.
La puntata sulla guerra alle porte di casa è solo la prima delle dieci previste.
Nei successivi rendez vous con il programma si parlerà, tra l’altro, del cibo e delle sue ossessioni, dei nuovi farmaci personalizzati che hanno costi proibitivi e persino de Il commissario Montalbano.
Svela Giammaria: “grazie al produttore della Palomar Carlo Degli Esposti andremo dietro le quinte del set dei nuovi film ma anche dietro le quinte, per così dire, della Sicilia, una terra meravigliosa ma ricca di contraddizioni, simbolo dell’Italia intera, dove stanno nascendo nuove spinte antiautonomia”.