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Stessa casa di produzione della campagna 2015, diverso il regista, la coppia Conti-Fiorello riparte inserendosi nello stesso trend cavalcato in precedenza, ovvero la citazione cinematografica.
Naturalmente, in uno spot con due nomi tanto famosi, il valore aggiunto è dato proprio dalla loro presenza in video: il conduttore uscito trionfatore da due edizioni consecutive del Festival e lo showman italiano per eccellenza, che centellina le proprie apparizioni.
I due protagonisti stavolta attingono all’immaginario fantascientifico, intepretando due agenti che devono interrogare un alieno che, a sua volta, chiede vengano rispettati i suoi diritti. Avendo l’alieno tre teste, ciascuna reclama una richiesta diversa. Ma la nuova offerta Wind consente di esaudire al meglio tutti i desideri, cioè quelli di telefonare e chattare.
Tra i due agenti, a Conti è stato affidato quello di spalla comica, già ricoperto in passato sui palchi insieme agli amici Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni.
In particolare, al conduttore Rai spetta la parte dell’agente meno brillante, così da poter dare il la a Fiorello per la battuta finale. Quando infatti gli chiede come mai a lui spetti chiamarsi agente H, a differenza sua che invece è l’agente F, la risposta è che si tratta dell’iniziale di “Harlo”. Si fa ovviamente riferimento alla toscanità di Conti, già sottolineata in uno spot precedente diffuso in occasione della festa del papà: qui Conti sosteneva che non si dice “papà” ma “babbo”. La coppia appa re sempre più affiatata, e l’impegno promozionale potrebbe sfociare in futuro anche in altri tipi di collaborazione professionale.
Lo spot fa parte di una serie che, man mano, viene rilasciata. La campagna pubblicitaria della Wind, più che sulle idee, negli ultimi anni si è caratterizzata per la scelta di testimonial che potessero rivolgersi a un pubblico nazionalpopolare: Aldo, Giovanni e Gicomo, Panariello e Vanessa Incontrada, Carlo Conti e Fiorello.
Ricordiamo che a inizio marzo la Wind si è trovata al centro di un caso mediatico. Nello spot in rotazione in quel momento infatti, Panariello veniva sottoposto ironicamente a tortura: una coincidenza poco felice con l’attualità di quei giorni, tanto che Amnesty International aveva chiesto rispetto, dato che la tortura è un reato di cui aveva appena fatto le spese il povero Giulio Regeni. In seguito alla portesta, la Wind aveva rimosso lo spot, togliendolo anche dal canale You Tube.