Si tratta di un racconto autobiografico – ispirato alla sua ultima opera letteraria “A libro Aperto – Una vita è i suoi libri” in uscita per Feltrinelli l’8 novembre 2018 – nel quale lo psicoanalista milanese ripercorre la propria vita attraverso i libri che l’hanno segnata e cambiata, ma anche il cinema, la musica, i viaggi, le opere d’arte, gli incontri che hanno contribuito alla sua formazione professionale e personale.
Una narrazione che inevitabilmente si intreccia a quella della generazione degli anni ’60, nel contesto di un’Italia che, dopo gli anni della ricostruzione, si ritrova prima proiettata nel boom economico e poi nell’epoca dei conflitti sociali e politici che coinvolgono non solo i giovani italiani ma anche quelli americani ed europei, per la prima volta protagonisti della Storia con richieste culturali e rivendicazioni di libertà e di autonomia.
Scritto da Massimo Recalcati con Didi Gnocchi, diretto da Michele Mally e realizzato da 3D Produzioni per laF – tv di Feltrinelli, il documentario è composto da 3 capitoli che corrispondono a 3 diverse epoche esistenziali dell’autore: l’adolescenza nei tardi anni ’70, il percorso universitario negli anni ’80, l’abbandono della filosofia e l’avvicinamento alla psicoanalisi dagli anni ’90 fino a oggi.
La politica, i sogni, l’erotismo, fulcro delle tematiche di un’intera generazione, sono al centro del primo capitolo del racconto, che inizia dalla fine degli anni ’70 con l’arrivo di un giovanissimo Recalcati a Milano, dalla provincia. A fare da sfondo alla narrazione il Parco Lambro che fu in quel decennio luogo di incontro generazionale fino al Festival del ’77 che, nel suo apice di creatività, segnò anche il tramonto di un sogno.
Gli anni ’80 corrispondono invece al periodo della formazione universitaria, all’interno delle aule della Statale di Milano dove Recalcati studia Filosofia: è l’età dell’incontro con i “maestri” e con i libri, vissuti nella loro dimensione intima e personale: non più come smania generazionale condivisa come negli anni precedenti, ma come opportunità individuale, geloso apprendimento distintivo.
L’ultimo capitolo, che va dagli anni ’90 ad oggi è dedicato invece all’abbandono della filosofia, all’“incontro” con Jacques Lacan e al conseguente avvicinamento alla psicoanalisi, infine al lavoro con i pazienti, spesso svolto nella sua casa milanese, che fa da sfondo all’ultima parte del racconto.
Filo conduttore della narrazione sono gli autori e le opere che hanno accompagnato quegli anni, soprattutto i libri ma anche il cinema e la televisione dell’epoca, l’arte e lo spettacolo, le musiche di Claudio Lolli, di Francesco De Gregori e di Leonard Cohen, vera e propria colonna sonora della vita di Recalcati.
Nato nel capoluogo lombardo nel 1959, Massimo Recalcati è celebre per le sue pubblicazioni riguardo l’analisi della psicopatologia contemporanea, lo studio dell’insegnamento di Jacques Lacan, la riflessione sul ruolo del padre e della madre, i processi educativi e l’analisi del rapporto tra politica e disagio. Figura istituzionale nella ricerca contro la bulimia e l’anoressia, è direttore scientifico della scuola di specializzazione in psicoterapia IRPA. Dal 1991 ha insegnato negli atenei dell’Università Statale di Milano, di Padova, Urbino, Bergamo, Lausanne, Pavia e Verona.