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I conduttori iniziano subito ricordando che per loro è l’ultima volta: da domenica prossima, Fabio Volo potrà riprendere la sua tranquilla vita di provincia. Cioè messa la mattina, stare con i bimbi, metterli a letto e poi, dopo, andare a trans. I tre fanno incursione negli studi televisivi adiacenti, da quello della D’Urso a quello di Chiambretti, quindi rientrano per lanciare il primo servizio.
Si tratta del servizio di Nadia Toffa: Hikikomori: i nuovi eremiti. Volata in Giappone, la iena documenta un fenomeno che per primi è stato identificato dai giapponesi: la reclusione volontaria dei ragazzi nella propria stanza. Una studiosa le spiega che esiste un forte disagio da parte delle famiglie: difficilmente queste riconoscono il problema e lo affrontano portando i figli in qualche centro.
Si parla di reclusioni che durano anni, al punto che vengono mandate delle “ragazza in affitto” per poter stanare i ragazzi, che sono generalmente maschi. La Toffa parla con alcuni giovani che sono riusciti a guarire: le raccontano di aver avuto paura del mondo esterno. Del resto, spiega la Toffa, la società giapponese sottopone a forti pressioni e se non si riesce a raggiungere l’efficienza, l’idea di fondo è che la persona sia colpevole: davanti a standard tanto alti, molti temono di non farcela e si isolano. Le nuove tecnologia poi, consentono di sentire ancora meno il distacco dal resto del mondo.
Il fenomeno inizia ad essere diagnosticato anche in Italia, dove i malati di Hikikommori sarebbero circa 30mila: la Toffa perciò, avvisa a fare attenzione in caso ci si accorga che un amico non esce più.
Il secondo servizio è di Niccolò de Devitiis, che per una coincidenza fortuita si trovava a Riccione durante l’ Ultima notte al Cocoricò. Era la notte prima che la discoteca venisse chiusa in seguito alla morte di Lamberto Lucaccioni, 16enne deceduto dopo l’assunzione di ecstasy. De Devitiis acquista mdma e cocaina da alcuni spacciatori per poi fingere che un amico si sta sentendo male dopo averle prese: naturalmente, agli spacciatori non interessa, piuttosto fingono di aver venduto sale. Non si comprende bene il fine del servizio in realtà: se quelle persone avessero un’etica, o comunque empatia verso il prossimo, non venderebbero certo droga.
Dopo il primo break pubblicitario, tocca a Giulio Golia: Baby boss: il far west di Napoli. Golia ci parla di ragazzini che controllano il territorio armati. I negozi chiudono, la gente ha paura per la totale assenza di regole: “Qui si muore per le stronzate, per aver tagliato la strada con la macchina a uno”. Golia incrocia un vecchio camorrista, che gli racconta che i ragazzi si affiliano “perché è figo” e gli abitanti rimpiangono quelli come lui, perché prima “sapevi con chi ti mettevi contro”. Lo conferma padre Zanotelli, prete del Rione Sanità: “I boss mantenevano l’ordine nel territorio”. Il religioso descrive questi nuovi affiliati come la “paranza”: Golia riesce ad intervistarne alcuni, che rimangono a volto coperto. Hanno 17 anni, le loro parole sono impressionanti: hanno rapinato, picchiato, sparato. Dicono di voler essere rispettati, convinti che quando vanno al Vomero la gente li riconosca già dal modo in cui mangiano: “Lo sanno che siamo di Scampia, lo vedono”.
Nina Palmieri ci racconta la storia di Antonio: L’amore ai temi di Google Traslator. Antonio, calabrese, ha uno zio che lavora in Egitto: nella sua farmacia lavora una ragazza, che Antonio ha conosciuto tramite Facebook. I due hanno iniziato a parlare grazie a Google Translator, grazia a cui Antonio ha potuto tradurre le parole della chat. In due mesi si osno innamorati, quindi sposati: il console però, non consente a lei di venire in Italia perché ritiene il matrimonio di comodo. A gettare il sospetto sull’unione, il fatto che i due non parlino la stessa lingua: motivo questo, che ha spinto il console a ritenere le nozze combinate.
La Palmieri prova ad intercedere per conto di Antonio, ma senza ottenere risultati.
Si prosegue con Marco Maisano: Imam romani e il potenziale terrorista. Attraverso un complice, la iena ha verificato l’atteggiamento degli imam di Roma nei confronti del terrorismo di matrice islamica: alla segnazlazione di un uomo che vorrebbe partire per il jihad dopo aver visto gli attentati a Bruxelles, solo due dicono apertamente di denunciare. Altri tre consigliano di non immischiarsi. L’ultimo invece, è convinto che l’ipotetico amico che vuole arruolarsi nell’Isis, faccia bene.
Si torna sul doping nel ciclismo dopo la puntata di giovedì: Come si dopa un ciclista. Viene intervistato il campione Graziano Gasparre, campione che non è mai stato beccato: l’uomo è convinto che solo una sana alimentazione non possa bastare per riuscire a rispondere alle prestazioni di un Giro d’Italia. Svela che vengono assunti farmaci vasodilatatori, cocaina. Spiega inoltre che, con un medico che segue lo sportivo attentamente e gli prescrive quando smettere di assumere le sostanze, allora è facile non essere scoperti.
Filippo Roma si occupa di un imprenditore che aveva una florida attività di gioco online: Costretto a vendere dalla lobby del gioco? Alessio Bariletti, nel momento in cui si è accorto delle irregolarità delle aziende concorrenti, le ha denunciate: ha subito quindi una serie di pressioni che l’hanno costretto a rinunciare. Impaurito, ha venduto a una società svizzera da cui nemmeno è stato pagato: a causa delle leggi svizzere inoltre, non può neanche risalire ai nomi dei proprietari.
Al rientro in studio, una sorpresa: Cristina D’Avena. L’interprete di tante sigle di cartoni animati, sfida Fabio Volo a riconoscerne le più celebri.
Dino Giarrusso si occupa di aerei militari sauditi che atterrano all’aeroporto di Bologna: L’Italia ha le mani sporche di sangue. Si tratterebbe di un transito di armi utilizzate dall’Arabia per bombardare lo Yemen, in una guerra non riconosciuta dall’Onu, e per cui l’Arabia è stata condannata per crimini contro l’umanità. Il servizio di Giarrusso mostra anche tragiche immagini dei bombradamenti, volti a colpire anche i soccorritori: raid con armi micidiali che arrivano fino a distruggere fino a due chilometri di distanza.
Enrico Lucci ha conosciuto le concorrenti di Miss mamma italiana. A una di loro, che sosteneva il concorso servisse per farsi conoscere, ha posto una domanda rivoluzionaria, visti i tempi: “Ma perché uno se deve fà conosce?” In giuria c’è anche un prete.
I saluti finali avvengono insieme a Pif e Nadia Toffa. Per i titoli di coda invece, rientra Cristina D’Avena, che congeda i conduttori da pubblico con la sigla di One Piece.
Appuntamento a giovedì, per l’ultimissima puntata di questa stagione televisiva.