Poi vedremo un approfondimento su Papa Giovanni XXIII e un tour in 3D nei sotterranei di Roma, alla ricerca dell’abitazione degli apostoli Pietro e Paolo. Inoltre, Giacobbo ci porterà nel Santuario di Nostra Signora di Guadalupe, in Messico, per conoscere un’immagine di Maria considerata miracolosa.
La prima puntata di Freedom – Oltre il confine è servita soprattutto a palesare la volontà del conduttore di proseguire sulle orme del suo vecchio programma, Voyager. E a ricordarci quanto gli intenti divulgativi di Giacobbo – esaltati con entusiasmo alla presentazione del programma – siano in realtà secondari rispetto alla propensione per un gioco con l’immaginazione dei telespettatori, sulla scia di presunti misteri.
Seguiamo insieme la diretta della seconda puntata.
Durante l’anteprima Roberto Giacobbo spiega come questo lavoro sull’Egitto andrà avanti anche nelle prossime puntate e cercherà di portare i telespettatori anche in luoghi in cui è precluso l’accesso ai visitatori.
L’obiettivo è quello di ricostruire la storia dell’Antico Egitto, dall’inizio dell’Epoca delle Dinastie – risalente a circa 3mila anni fa – fino al’arrivo dei Romani, nel 30 a.C.
Freedom ci porterà nella Piramide di Cheope, in quella di Chefren e in quella di Micerino. La visita sarà accompagnata dal Professor Zahi Hawass, esperto di storia e archeologia.
Giacobbo ci porta nella Stanza del Sarcofago, in granito. Il sarcofago è rimasto nella piramide fino al 1800 circa, quando fu deciso di portarlo nel British Museum, con l’intento di salvarlo da saccheggi e distruzione. Ma durante il viaggio la nave che lo trasportava fece perdere le tracce, insieme al carico e all’equipaggio. Non se ne seppe più nulla.
La seconda tappa è nella piramide di Chefren, alta 136 metri e con una base dai lati di 215 metri. Il primo ad entrare nella piramide di Chefren fu l’archeologo italiano Giovanni Battista Belzoni, nel 1818.
Una delle peculiarità di questa piramide è che ha un ingresso particolarmente angusto, tortuoso e molto in profondità.
Anche in questo caso, la stanza sepolcrale è in granito scuro e tutto ciò che conteneva è stato trafugato. Resta, sul muro, la firma di Belzoni, considerato il primo ad entrare, sebbene molto probabilmente i furti siano avvenuti anche prima.
Le camere funerarie delle due piramidi appena visitate si trovano più o meno dullo stesso livello, mentre in quella di Cheope si trova più in alto.
Nella piramide di Cheope sono stati ritrovati dei proto-geroglifici, cioè dei segni precedenti all’epoca dei geoglifici, intorno a 3500 anni fa.
Ciò lascerebbe pensare che la piramide potrebbe essere stata costruita prima di quanto accertato finora dall’archeologia.
Un altro dubbio è che ci siano altre camere ancora da visitare, all’interno della piramide. Nuovi studi sembrerebbero confermare la presenza di stanze contenenti parti del corredo funerario, tra cui un rarissimo trono con inserti in ferro meteoritico.
Il Professor Zahi Hawass spiegadalla camera della Regina quali potrebero essere le tracce da seguire per scoprire ulteriori stanze. Sono per lo più micro tunnel (già studiato con dei robot) che conducono a quelle che sembrerebbero altre porte in pietra.
Qualcosa di simile si può osservare nel lungo tunnel che porta nella Stanza del Re. Il Professore dice che sono stati trovati molti “vuoti” non ancora definiti. Grazie a nuovi studi, programmati dal 2019, potrebbero portare a grosse scoperte.
Il primo tour tra le priramidi di Ghiza si chiude davanti al grande sarcofago nella Stanza del Re, costruito da un unico blocco di granito rosa.
Il Professor Zahi Hawass sostiene, però, che sulla piramide di Cheope sappiamo ancora davvero poco. Secondo alcuni papiri ritrovati farebbero pensare che la storia di questa piramide sia ancora sconosicuta e piena di misteri.
Addirittura, potrebbe non essere il monumento funerario di Cheope. Sono troppe le peculiarità, apparentemente casuali, a cui bisogna dare un senso.
La puntata di Freedom – Oltre il confine prosegue con un servizio dal Vaticano. Roberto Giacobbo racconta, insieme al Cardinal Comastri, Vicario del Papa per la Città del Vaticano, la vita di Papa Giovnani XXIII, il “Papa buono”.
Freedom ha seguito il momento del traferimento del corpo di Papa Giovanni XXIII nel suo paese natale, in provincia di Bergamo.
Poi il Cardinale Comastri racconta una serie di aneddoti riguardanti il Papa buono, il perché della sua fama, compreso i lmomento del celeberrimo discorso in cui il Papa disse: “Tornando a casa troverete i vostri bambini. Date loro una carezza e dite che è la carezza del Papa”.
Ora si vola oltreoceano, a Città del Messico. Arrivo fissato al Santuario di Nostra Signora di Guadalupe, per raccontare la presunta apparizione a seguito della quale fu edificato il santuario. SI tratta di uno dei luoghi di culto più visitati dai Cristiani.
Giacobbo parla della tela della Vergine, che secondo alcune credenze non sarebbe dipinta, ma si sarebbe colorata per miracolo.
Adesso Freedom torna in Italia, tra le meraviglie e nei sotterranei di Roma. In particolare, vedremo ladella Basilica di Santa Pudenziana, nel Rione Monti della capitale.
Risale al V secolo circa, e ospit aun mosaico diimportanza straordinaria, perché raffigura Gesù Cristo con una barba biforcuta. Un dettaglio capace di mettere in crisi – secondo Roberto Giacobbo – le tesi che vedono la Sacra Sindone come un falso medievale. È nella Sindone, in effetti, che ritrovaimo questo tipo di barba.
Nei sotterranei della basilica sono contenuti reperti che vanno dall’anno 0 al 400 d.C. SItratta dei resti di una villa e delle relative terme.
Grazie alla realtà aumentata, Freedom ci fa vedere il complesso, per la prima volta accessibile alle teelcamere, nonostante sia ancora chiuso al pubblico perché oggetto di scavi archeologici.
I mosaici dei pavimenti e gli affreschi dei soffitti della domus offrono testimonianze fino al V secolo e situate a vari livelli di profondità. Il cortile della domus – ora a decine di metri sotto il livello stradale – un tempo era alla luce del sole.
Tra le numerose tracce contenute in questi reperti, ci sono quelle che portano alla famiglia del senatore Pudente, propietaria della domus.
Sarebbero proprio collegate alla famiglia del senatore Pudente le tracce del soggiorno di Pietro e Paolo in questo complesso, per 7 anni. Li avrebbe ospitati il senatore dopo essersi convertito al cristianesimo per proteggerli dalle persecuzioni che subivano.
La seconda puntata di Freedom – Oltre il confine finisce qui.