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Apre la conferenza Giancarlo Magalli: “In questa sala abbiamo fatto molte conferenze, questa volta si tratta di un premio a cui la Rai tiene molto. Come sapete ci sono 21 regioni che scelgono i tre finalisti ed oggi verrà eletto il vincitore de La Giara d’oro, de La Giara d’argento e de La Giara di bronzo, ma prima ripercorriamo con un video la premiazione della scorsa edizione”, ricordiamo che il vincitore della quarta edizione è stato Alessandro Musto. Continua Magalli: “Qui abbiamo uno dei vincitori: Marco Marrocco”.
La parola passa a Marrocco: “Di premi ce ne sono tanti ma non tutti sono così prestigiosi. Ogni scrittore sa che finito un libro bisogna iniziarne un altro e io ne ho iniziato uno che spero di continuare grazie anche a questa grande famiglia che è La Giara”.
Riprende la parola Magalli che ci anticipa che Debora Caprioglio e Pino Caruso interverranno più tardi leggendo dei passi dei brani vincitori. Ovviamente, anche i finalisti sono in sala: Lucio Leone con “Il Miracolo del diavolo”, Angelo Mascolo con il romanzo “La palestra Italia” e Ilaria Tommasini con “Le tre vite di Giuseppe Ferrari”. Magalli ci tiene a ricordare anche la presenza di Giovanni Di Giuseppe che rappresenta la sede Rai dell’Umbria e Francesco Pinto, Direttore della sede Rai della Campania.
Interviene anche Paola Gaglianone: “Quest’anno, ad essersi presentati, sono stati in 5620, il premio è un invito alla buona scrittura”. Continua Marino Sinibaldi: “E’ un premio di valore, ci sono molte differenze tra tutti gli scrittori e ci sono tanti generi diversi. Penso sia molto importante anche per la Rai che ha appena firmato il patto della lettura, i libri non devono scomparire dalla televisione”.
Prende la parola anche Cristina Comencini: “Vorrei sottolineare che in Rai non si parla tanto di libri non solo non si vedono – e continua – Noi siamo tutti impauriti dalle giurie mentre nella lettura il giudizio è soggettivo. Personalmente, la prima cosa che mi prende di un libro è come è scritto poi viene il quanto reggerà la narrazione”.
Ci stiamo per avvicinare alla prima premiazione, La Giara di Bronzo è stata assegnata al romanzo Il miracolo del Diavolo di Lucio Leoni, rappresentate della Campania.
Magalli spiega le motivazioni della vittoria: “Il romanzo è scritto con un linguaggio ricco ed appropriato riesce ad immergere il lettore in un’atmosfera mai macabra ma ricca di sfumature”.
La parola passa al vincitore Lucio Leoni che commenta: “Il romanzo è ambientato nel Quattrocento, in Umbria e il tutto è guardato dagli occhi di un nano. Per me scrivere è una necessità”. Scopriamo qualche passo del romanzo attraverso la voce di Pino Caruso. A premiare Leoni è Francesco Pinto, direttore della sede Rai in Campania che commenta: “Napoli in questo momento è una città che ha un’energia creativa straordinaria, questo è un po’ il mistero della città che è disgraziata ma abbastanza forte per resistere, quindi sono molto felice per Lucio ma anche per la mia città”. E’ il momento di consegnare La Giara al terzo classificato.
In commissione c’è anche lo scrittore Paolo di Paolo: “Questo è un premio molto particolare, uno dei pochi che porta alla pubblicazione diretta dei manoscritti. Quest’anno, quello che colpisce, è la capacità di ricostruzione storica quindi c’è un lavoro di scrittura molto impegnativo”.
E’ il momento di consegnare il secondo premio: “La Giara d’argento è vinta dal romanzo “Palestra Italia” di Angelo Mascolo”. Il vincitore ci racconta brevemente la trama: “Siamo nel 1947, a Castellammare, distrutta dai bombardamenti. Proprio in questo contesto, le autorità devono combattere anche contro la borsa nera e a portare avanti le indagini è un gruppo un po’ sgangherato”. A leggere un brano del romanzo è Debora Caprioglio.
Francesco Pinto torna al centro della sala per consegnare il premio ad un altro campano: “Doppia soddisfazione, soprattutto per una scrittura che non parla di Napoli ed è molto difficile uscire dal racconto di Napoli perché da questa città puoi raccogliere tanta vita”.
Ed è il momento della vincitrice della quinta edizione del premio La Giara 2016: Ilaria Tommasini con il romanzo “Le tre vite di Giuseppe Ferrari”. Anche in questo caso, Magalli spiega il motivo della vittoria: “L’autrice riesce a rappresentare un’intera umanità che ha smarrito se stessa”. Ci leggono una parte del romanzo Pino Caruso e Debora Caprioglio. A premiare la vincitrice che rappresenta l’Umbria arriva sul palco Giovanni Di Giuseppe: “E’ un premio importante perché le regioni si occupano non solo della scrematura e la scelta dei romanzi ma anche successivamente della promozione degli stessi”.
La conferenza si conclude con alcuni dei pungenti aforismi di Pino Caruso: “Nessuno è così convinto di essere intelligente come un cretino”, “In Italia tutti sanno quello che si deve fare tranne quelli che lo devono fare” e per finire, per rimanere in tema: “La vita si impara leggendo”.