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Rai Storia ricorda Borsellino con un documentario costruito sul testo teatrale di Ruggero Cappuccio dal titolo Paolo Borsellino essendo Stato. Lo spettacolo era nato nel 2005 quando fu portato in scena, poi fu ripreso nel 2013. La parte centrale è rappresentata da stralci di una audizione del magistrato al Consiglio Superiore della magistratura del 1988.
La docu fiction è stata realizzata da Rai Cultura e ripercorre la vita del giudice Paolo Borsellino dalla sua infanzia fino alla morte. Ripropone un documento rarissimo e molto prezioso: la deposizione sulla mafia dello stesso Borsellino e di Giovanni Falcone fatta davanti al Consiglio superiore della magistratura.
Raiuno presenterà la docu-fiction lunedì nella sede Rai di viale Mazzini alla presenza del presidente del Senato Pietro Grasso del direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto e del direttore di Rai cultura Silvia Calandrelli.
La vita del giudice Borsellino che è stata una vera e propria missione al servizio della giustizia e del tentativo di sconfiggere Cosa Nostra, è ripercorsa da Cappuccio. Viene sottolineato che si tratta di un documento molto umano che affronta la questione centrale del rapporto tra lo Stato, la politica e la mafia.
Via D’Amelio, dopo l’attentato.
Borsellino è stato un uomo che ha dedicato la sua esistenza alla legalità e sotto questo punto di vista può essere considerato un eroe moderno. Il docufilm racconta anche come lui sapesse di essere nel mirino di Cosa Nostra e come ha affrontato la morte con una serenità e una esemplarità davvero eccezionali. Qualità che oggi mancano sempre più vistosamente.
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Nato nel 1940 Paolo Borsellino è stato ucciso tra Cosa Nostra nel 1992, dopo che Giovanni Falcone aveva subito la stessa sorte il 23 maggio dello stesso anno. L’autore del docu-film Ruggero Cappuccio racconta molti eventi ed episodi che ancora il grande pubblico televisivo non conosce.
Ascolteremo anche Paolo Borsellino parlare dinanzi ad un gruppo di studenti. Qualcuno gli chiede se si sente protetto dallo Stato. La risposta è semplice: no io non mi sento protetto dallo Stato.
Ed è proprio la parola Stato che ricorre nel titolo a sottolineare che il programma è lontano da ogni ritualità. Sentiremo anche Paolo Borsellino affermare che una volta Palermo non gli piaceva, ma l’amore ha cambiato tutto e adesso Palermo era diventata la città a lui sicuramente più cara.