A tra poco con la diretta.
Dodici anni fa la Strage di Erba sconvolse l’Italia. Quattro persone (tre adulti ed un bambino) furono uccise con arma da taglio pochi giorni prima di Natale. I corpi furono poi cosparsi di benzina per dargli fuoco. Ad essere accusati furono i coniugi Rosa ed Olindo, poi condannati all’ergastolo. Giudicati colpevoli da 26 giudici ed in 3 gradi di giudizio.
Stasera le Iene cercheranno di scavare a fondo nella vicenda e di capire come sono realmente andati i fatti. Il caso è chiuso per magistratura e opinione pubblica, ma è davvero tutto così chiaro?
Un’intera famiglia è stata sterminata, si è salvato solo il marito di Raffaella Castagna e padre del bimbo: Azuz Marzouk. L’uomo si dice insoddisfatto, non è convinto che la ricostruzione dei fatti sia reale.
Azuz fu il primo ad essere incolpato, ma era in Tunisia e fu presto scagionato.
Antonino incontra Olindo, in carcere, per un’intervista speciale. Olindo litigò con Raffaella, ma furono semplici liti condominiali perchè la donna dava feste fino a tarda notte.
Due giornalisti investigativi, di Oggi e de Il Giornale, sono assolutamente convinti che siano innocenti. Felice Manti ci illustra la cronologia degli assassinii; l’ultima ad essere uccisa fu la vicina, il marito (Frigerio) fu ferito gravemente ma riuscì a sopravvivere.
Le piste alternative a quella principale (che vede Olindo e Rosa colpevoli) sono due: una scava nel passato di droga di Azuz e l’altro prende invece in considerazione la posizione sociale di Raffaella Castagna. La donna apparteneva ad una delle famiglie più in vista di Erba. Il suo matrimonio non era ben visto ed i fratelli si erano allontanati da lei per questo.
Qualche giorno dopo sono accaduti due fatti strani: Pietro Castagna, fratello di Raffaella, tentò di procurarsi una nuova sim del telefono e di disfarsi di un’automobile, una fiat panda.La sua versione dei fatti fu tra l’altro smentita dal padre.
Indagare risulta però difficile visto che i fratelli Castagna hanno più volte querelato ed accusato i giornalisti.
Anche Giulio Cainarca, Direttore di Radio Padania, sostiene la tesi di Azuz e dice che Rosa ed Olindo sono innocenti. Olindo ritiene che Azuz abbia saputo dall’inizio che loro erano innocenti, ma che fosse confuso per tutto ciò che stava accadendo.
Il primo a sostenere la loro innocenza fu il parroco del carcere ed anche la psicologa che si occupò di Rosa ed Olindo durante il primo periodo di detenzione concorda. Definisce Olindo una persona “schietta, disposta a dire la verità anche a suo discapito, incapace di mentire”.
Ed è proprio Olindo a rivelare di essere stato portato a confessare, ma di non essere neanche mai salito nella casa delle vittime.
Viene mandato in onda il filmato in cui Rosa confessò l’omicidio e ne raccontò i dettagli. Secondo la psicologa fu “un’esibizione”, le sue parole erano troppo enfatiche per essere sentite. La confessione della donna a suo parere altro non è stato che la messa in scena patologica della rivalsa di una persona che ha vissuto un’umile vita e che raggiunge finalmente le luci della ribalta.
Olindo racconta che è stato l’avvocato a chiedere loro di essere “credibili” nella registrazione, perchè voleva portare avanti come linea di difesa l’infermità mentale.
Un altro elemento a favore dell’innocenza di Rosa ed Olindo è l’assoluta mancanza di tracce ematiche delle vittime in casa loro o sui loro vestiti. Luciano Garofano, ex comandante dei Ris, conferma che per la scienza i coniugi non sono mai stati sulla scena del crimine.
Anche Salvo Sottile è convinto che Rosa ed Olindo siano innocenti.
Il sopravvissuto, Frigerio, in tribunale accusa Olindo. Eppure nella sua prima testimonianza la versione era ben diversa, l’uomo affermava che l’aggressore fosse più alto di lui, con la pelle olivastra e che non fosse del posto.
Olindo conferma che vari extracomunitari arabi frequentassero la casa della Castagna, ma dice di non aver mai visto Azuz spacciare.
Il Maresciallo Gallorini che si è occupato del caso, ha dichiarato in tribunale di non aver mai fatto il nome di Olindo durante il suo interrogatorio a Frigerio, ma le registrazioni dimostrano il contrario. La loro conversazione si è concentrata a lungo sul rapporto di Frigerio ed Olindo: “Ti viene un po’ di dubbio che potrebbe essere lui?”
Piergiorgio Strata afferma con grande convinzione che il Maresciallo ha estorto l’accusa a Frigerio ed ha manipolato i suoi ricordi. “Una volta che la memoria l’ho cambiata, rimane così per sempre, non torna indietro” – dichiara, facendo riferimento alla convinzione con la quale Frigerio, in aula, puntò il dito contro Olindo e Rosa.
Anche Olindo lo conferma: “Come hanno condizionato noi, hanno condizionato anche lui”.
Frigerio è purtroppo venuto a mancare a settembre del 2014.
Analizzando le intercettazioni, Raffaele Pisani – ingegnere tecnico del suono – ha scoperto che l’audio potrebbe essere stato distorto per far sì che ci fosse la frase “è stato Olindo”.
L’unica traccia ematica, che incastrerebbe Olindo, è presente nella sua macchina. La vettura però è stata perquisita da un carabiniere, che essendo stato sul luogo del delitto avrebbe potuto inquinare involontariamente anche la macchina.
La foto che mostra la macchia non è stata fatta al buio per individuare la luminescenza, ma alla luce e quindi non è certa. Il Brigadiere Fadda ha dato due diverse versioni dell’accaduto: la prima è che non avevano la macchina appropriata, la seconda è che la foto è stata scattata ma non si è impressa.
Nel caso in cui la macchia provenisse da una contaminazione involontaria, allora mancherebbe l’elemento fondante dell’accusa contro Olindo e Rosa.
La morte di Valeria Cherubini è un nodo cruciale della vicenda. La donna urlava chiedendo aiuto all’arrivo dei soccorritori, eppure viene trovata morta nella mansarda.
Giulio Bartesaga, il primo soccoritore, ricorda le urla della donna. Ciò che non sappiamo però è se in quel momento la donna fosse da sola o fosse già nelle mani degli assassini. In base alla ricostruzione della magistratura la donna sarebbe stata colpita a morte e poi sarebbe salita fino alla mansarda.
Il giornalista Edoardo Montolli trova la ricostruzione dell’accaduto del tutto inverosimile e ritiene che sia impossibile la donna abbia fatto quel percorso dopo che le erano state inferte quelle ferite atroci. Secondo lui non è possibile che siano stati Rosa ed Olindo.
Vengono mandate in onda delle intercettazioni di Rosa ed Olindo nei giorni successivi al loro arresto. Olindo prova a convincere Rosa a confessare, perchè gli è stato detto che se si dichiareranno colpevoli avranno il rito abbreviato, in caso contrario li attende l’ergastolo. Rosa non è convinta, afferma più volte che non è colpa loro e prega Olindo di non seguire questa strada.
Successivamente però confessano entrambi e danno delle versioni contrastanti.
Giuseppe Sartori, Professore di neuroscienze, ci parla delle false confessioni. Isolamento, efficienza cognitiva scarsa, sovrastima delle prove che porterebbero alla colpevolezza, questi sono tutti fattori che portano un innocente a confessare un reato non commesso. Rosa ed Olindo sembrano essere stati convinti dalla promessa di una cella matrimoniale e del rito abbreviato.
Un’altra pista è quella della droga, una possibile guerra tra bande per il controllo del commercio della droga. Raffaella era stata seguita da una macchina e Azuz si era andato a rifugiare in Tunisia.
Una pista alternativa è quella interna alla famiglia Castagna. Azuz non era ben visto dai fratelli di Raffaella, avrebbe chiesto dei soldi al padre della donna e questo avrebbe scatenato una frattura familiare. I fratelli arrivarono tardi sul luogo del delitto, intorno alle 22.30. Intorno alle 22 la panda venne riportata a casa dei Castagna, ma non si sa chi l’abbia riportata. Pietro dice di aver dormito fino alle 22, ma la testimonianza del padre contrasta con la sua. Carlo Castagna afferma di aver visto il figlio tornare con la macchina.
C’è però un “super testimone fantasma”: Cherkoum. L’uomo – ritenuto poi irrintracciabile e non sentito in tribunale – è stato ritrovato dalle Iene e racconta ciò che ha visto. Ritiene di aver visto un uomo che somigliava molto a Pietro Castagna sul luogo del delitto, per ben due volte. La seconda, la notte dell’omicidio, era in compagnia di un uomo tunisino ed aveva un’espressione da matto.
Nessuno ha dato peso alle sue dichiarazioni ai tempi, perchè Cherkoum era uno spacciatore. Eppure la sua dichiarazione era avvalorata da un vicino, che aveva fornito un racconto molto simile a quello di Cherkoum.
Antonino ha raggiunto Pietro Castagna, chiedendogli delucidazioni in merito al caso e pregandolo di rilasciare un’intervista. L’uomo ha rifiutato, ma ha comunque detto la sua. Non ha alcun dubbio che siano stati Olindo e Rosa e ritiene che leggendo bene i verbali non si può pensare altro.
Antonino affronta anche Olindo e lo mette davanti alle incongruenze delle sue dichiarazioni. L’uomo a tratti è spiazzato ed ingenuo, a tratti è sospetto. Giura però su sua moglie, ciò che ha di più caro, che non è colpevole.
“Non tutte le cose sono come sembrano. La giustizia è qualcosa in cui spero ancora, ma non credo più” – conclude Olindo.
Il programma termina senza aver dato una risoluzione al caso, ma con una certezza: l’ergastolo e la condanna dovrebbero essere dati solo a chi è “colpevole oltre ogni ragionevole dubbio”.
TROVO GIUSTO SOTTOLINEARE LE INCONGRUENZE E LE LACUNE OLTRE AGLI IMBARAZZANTI MODUS DI CHI HA SVOLTO LE INDAGINI E GESTITO L’ITER PROCESSUALE – VI CHIEDO COME è POSSIBILE CONTATTARE IL GIORNALISTA EDOARDO MONTOLLI PER ILLUSTRARGLI UN CASO ” CURIOSO” SEGUITO DALLA PROCURA DI BERGAMO- GRAZIE