Storico direttore generale della Rai negli anni del monopolio, ha sempre ribadito uno dei punti di forza della sua attività di ‘grande condottiero’ della tv pubblica e poi di produttore: l’importanza di una televisione capace comunicare in maniera corretta e di elevare il pubblico. Una convinzione radicata anche nella sua educazione cattolica. Nato a Firenze il 16 maggio 1921, padre di otto figli, dopo la laurea in Lettere moderne si dedica alla passione per il giornalismo. Dal 1951 al 1956 è direttore del Giornale del Mattino, quotidiano di ispirazione cristiana. Vicino ad Amintore Fanfani, nel 1956 viene chiamato alla guida del Popolo, organo della Democrazia Cristiana.
E’ stato direttore generale della Rai dal 1961 al 1974, ed è sempre stato considerato molto vicino al Vaticano ed agli ambienti ecclesiastici. Fu lui, nel suo ruolo di direttore generale della Rai, ad assegnare all’azienda televisiva pubblica, la missione di educare il Paese. Fu nel corso della sua dirigenza, ad esempio, che dagli schermi dell’unico canale televisivo nazionale, il maestro Alberto Manzi insegna a leggere e scrivere a un’Italia che nel 1960 contava ancora il 35% degli analfabeti. Nel corso della sua dirigenza si affermano anche i grandi sceneggiati, tra cui I fratelli Karamazov e I promessi sposi. Bernabei intese benissimo il significato di “servizio pubblico” della Rai e non è mai venuto meno a quella che considerava un dovere verso i telespettatori: dare loro una tv sana, educatrice, sobria.
Notissima, infatti, l’imposizione fatta alle gemelle Kessler che, nel programma Studio Uno, furono costrette ad indossare lunghe e scure calze coprenti per non mostrare le gambe. Preistoria dinanzi alle sconcezze che passano oggi in tv.
Non ha mancato di far sentire la sua voce anche sui reality, definiti “modello che nulla ha a che fare con i milioni di italiani che studiano, ricercano, o la mattina si alzano prestissimo”.
La morte è stata confermata dai figli Luca e Matilde Bernabei responsabili della Lux Vide, casa di produzione molto attiva nel campo della realizzazione di fiction.
Infatti, dopo aver lasciato la Rai, Bernabei nel 1992, creò la società di produzione Lux Vide, che realizza importanti fiction anche in coproduzione con paesi europei e con gli Stati Uniti. Colossale il progetto Bibbia, 21 prime serate prodotte fra il 1994 e il 2002 per Rai1, vendute in 140 Paesi. Il merito era di coniugare rilevanza culturale, valore artistico e grande appeal popolare. Un successo seguito da altre coproduzioni internazionali e dallo sviluppo della lunga e media serialità, con titoli come Don Matteo.
Pur avendo lasciato il testimone dell’attività di produttore nelle mani dei figli Luca e Matilde, Bernabei continuava ad appassionarsi quando parlava della Rai. “Oggi ci si entusiasma per il web, per Google o Amazon. Ma la tv pubblica – diceva – è rimasta l’unica difesa dei cittadini”.