La lista nera è a cura del ministero della Cultura e viene aggiornata periodicamente in base alle richieste del Consiglio di Sicurezza e Difesa nazionale dell’Ucraina, dei servizi di sicurezza ucraini e del Consiglio della Tv e Radio nazionali.
Con l’inserimento del cantante di Cellino San Marco, salgono a 147 le persone indesiderate il cui nome fa parte della black list. Lo riferisce l’agenzia Interfax.
Sembra di essere in uno dei segmenti di Scherzi a parte, sembra tutto una clamorosa presa in giro, un’ironica boutade. Invece è tutto vero.
Ma quali sono i motivi di una decisione così singolare e apparentemente incomprensibile agli occhi del pubblico che ama Al Bano per le sue canzoni?
Per capire bisogna fare un passo indietro. E ricordare che l’ex consorte di Romina Power è sempre stato molto noto, a partire dagli anni Ottanta e Novanta anche in Unione Sovietica. Insieme alla stessa Romina, ha cantato più volte nell’ex Unione Sovietica e non ha mai nascosto di essere un sostenitore di Vladimir Putin, al quale ha dimostrato le sue simpatie politiche.
Gli esponenti del governo ucraino non hanno visto favorevolmente che, nel dicembre 2017, Al Bano è stato l’unico cantante straniero ad esibirsi nel corso delle celebrazioni per i 100 anni del Kgb, naturalmente alla presenza del presidente russo.
Parlano chiaro le dichiarazioni rilasciate da Al Bano quando gli è stato chiesta la sua opinione su Putin: “Da tempi non sospetti io sono un suo grande sostenitore. Ritengo che sia una persona dotata di un grande senso religioso della vita. Ha il pugno di ferro e non ci vedo nulla di male”.
Però il cantante aveva anche ribadito con forza di non occuparsi di politica. Il suo successo nella Russia attuale e nell’ex Unione Sovietica una volta, sono soltanto dovute al gradimento del suo repertorio ed alla capacità di aver portato una fetta della tradizione musicale dell’Italia, in paesi solo apparentemente lontani.
E non dimentichiamo per proprio in Russia è avvenuta la prima reunion professionale con l’ex consorte Romina Power.