Il primo dato emerso è l’aumento della produzione, che, negli ultimi due anni, ha raggiunto un valore prossimo a 1 miliardo di euro, con relativa crescita dell’interesse sui mercati esteri e con un vero e proprio boom della fiction.
l documento è stato illustrato dal Presidente di APA, Giancarlo Leone, alla presenza del Sottosegretario di Stato MIBAC, Lucia Borgonzoni, dell’Amministratore Delegato RAI, Fabrizio Salini; del Direttore Generale Contenuti Mediaset, Alessandro Salem; dell’EVP per l’area Programming Sky Nicola Maccanico e del Presidente di Confindustria Radio TV, Franco Siddi.
Dal 1° Rapporto sulla Produzione audiovisiva italiana emergono dati significativi che testimoniano come, pur in un contesto di generale stagnazione dell’economia nazionale, l’intera produzione del settore – in particolare quella video televisiva – sia entrata in una vera e propria fase di rinascita. A questo proposito è possibile individuare alcune importanti tendenze positive tra cui l’espansione delle attività degli operatori Svod ( Subscription video on demand) sia a livello nazionale ma soprattutto internazionale come Netflix e Amazon.
Ma la vera sorpresa è data dal racconto televisivo.
La fiction (film-TV, serie, mini-serie, sit-com, soap- opera, telefilm) sta attraversando un vero e proprio boom con l’assorbimento del 38% del mercato audiovisivo collocandosi attorno a un valore di produzione compreso fra i 360 e i 380 milioni di euro. Seguono gli altri generi televisivi e Internet (animazione, programmi di intrattenimento, talk show, documentari, programmi culturali e di approfondimento etc.) con un valore compreso fra i 310 e i 340 milioni di euro.
«È la prima volta che il nostro settore esprime un’ampia ricerca che fornisca finalmente la reale dimensione dell’industria dell’audiovisivo nazionale – ha spiegato il Presidente Giancarlo Leone – Il fenomeno più interessante è il netto incremento della presenza internazionale nei progetti dei produttori italiani, l’arrivo di capitali esteri per la crescita delle imprese audiovisive ed il successo delle nostre produzioni all’estero, su tutte le piattaforme, segnali che dimostrano il virtuoso percorso industriale ed editoriale della produzione indipendente che è in netta crescita rispetto al passato.
Nel settore dell’intrattenimento – aggiunge Leone – su 250 titoli evidenziati, il 54% è di produzione interna (cioè direttamente riferibile ai broadcaster) ed il 46% di produzione esterna indipendente. Nella fascia pregiata, però, cresce il ricorso alla produzione indipendente con una quota del 61% rispetto al 39% di produzione interna, a riprova del valore editoriale e strategico dell’apporto produttivo esterno ed indipendente».
Il peso delle piattaforme Over The Top (OTT) è destinato a crescere, grazie ad un rinnovato interesse per il prodotto nazionale che, sempre più spesso, si mostra in linea ad uno sfruttamento su scala globale. Il peso degli operatori Internet sul valore totale della produzione audiovisiva nazionale potrebbe arrivare a valere circa il 9-10% al 2022. Numerosi fattori potrebbero influenzare al rialzo di ulteriori punti tale stima, fra questi, lo sviluppo accelerato del mercato, l’ingresso nella produzione di contenuti originali di player Internet per ora ancora lontani dalla competizione oppure lo stesso sviluppo di piattaforme Over The Top nazionali – consortili.
Negli ultimi anni, inoltre, il numero delle fusioni e aggregazioni di impresa sul mercato italiano è cresciuto seguendo due linee di evoluzione: l’aggregazione fra le imprese nazionali e l’ingresso dei gruppi esteri che mirano non solo a integrare la produzione (cinema, tv e internet) ma anche a un presidio esteso e sempre più globale.
Questo fenomeno si determinerà anche in aree di nicchia della produzione televisiva (operatori di piccola dimensione) la cui committenza potrebbe crescere per soddisfare le richieste provenienti dalla coda lunga delle nuove offerte TV e Over The Top.
Secondo i dati di APA il sistema imprenditoriale audiovisivo italiano comprende 7.247 imprese attive nel 2017, di queste oltre la metà concentrano la loro attività nella produzione cinematografica, di video e programmi tv. A livello territoriale le due regioni in cui si concentrano la stragrande maggioranza delle imprese sono il Lazio e la Lombardia.
Lo scenario in forte crescita del settore audiovisivo è senza dubbio positivo, testimonianza di una produzione di valore e in grado di attrarre diversi pubblici e di circolare su tutte le piattaforme, anche a livello globale, risultando di fatto centrale ai fini di uno sviluppo sempre maggiore del Digitale nell’economia italiana.