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I conduttori aprono la puntata ringraziando chi ha seguito il programma. Lucci ironizza: “Ho letto un po’ di commenti, dicevano che eravamo bravi ma dovevamo cambiare delle cose. Quello che avete visto era il massimo”. E ancora: ” Sarà una puntata bellissima, ma minore rispetto all’altra”. In particolare, uno degli argomenti su cui si sono concentrati gli inviati sono i giovani: “È da quando ero giovane io, che il problema erano i giovani”, chiosa il conduttore.
Via ai servizi. Il primo è stato realizzato facendo indossare una maschera agli adolescenti, e lasciandoli parlare: per “reclutarli”, l’inviata è andata al Romics di Roma. Un ragazzo immagina la sua prima volta “non tranquilla”, ma riesce a definirla solo dopo alcuni tentativi: prima tenta con “violenta”, poi “agressiva”. Una ragazza confida che sta pensando di cambiare sesso, mentre un’altra racconta di aver subito bullismo, ed essere arrivata persino a spaccare il naso con un pugno ad un coetaneo che la insultava. Il quadro che ne emerge è desolante, al punto che un ragazzo sostiene che i genitori hanno sbagliato a farlo nascere.
In studio Lucci interviene con un monologo che incoraggia senza compatire: “Ai bulli gli dovete dire che sono stronzi, come diceva Funari. Adolescente, non sei né l’unico né l’ultimo: se non riesci a parlare con tuo padre, litigaci. E poi torni a volergli bene”.
Il secondo servizio invece, è stato realizzato senza inviati: obiettivo è raccontare l’adolescenza dei rom. È stata perciò consegnata una videocamera a due ragazze, che ci mostrano amici e famiglie che vivono nel campo di Salone, a Roma.
Sul palco, l’ “ambasciatore del sorriso” Andrea Caschetto. Malato di tumore a 15 anni, ha subito un delicato intervento al cervello: nonostante questo, ha “imparato ad amare la vita” viaggiando, e si è reso conto che riusciva a ricordare le esperienze vissute. più tardi, facendo un’apposita ricerca, ha scoperto che ricordiamo ciò che ci tocca nel vivo.
Il terzo servizio è un reportage dalla “jungle” di Calais, striscia di terra da cui i profughi sperano di raggiungere la Gran Bretagna. Con il sogno di oltrepassare il confine, le persone mostrano i segni, non solo fisici, di quanto vissuto in Afghanistan e nei loro paesi d’origine. La spazzatura viene bruciata, mentre la polizia francese si prepara a un’altra notte di scontri. Nelle tende la notte trascorre lenta: la gente prova a salire nei tir che vanno verso il porto.
Al termine, sul palco sale Emma Bonino: “Non c’è nessuna invasione, solo un problema da affrontare”. La radicale smonta i luoghi comuni più diffusi sull’immigrazione, sottolineando che “sono a spasso perché manca una legge”, e invitando a ragionare anche col cuore. La Petrini coglie l’occasione per intervistarla, con l’ausilio di un’infografica: la Bonino parla di “problema strutturale”, in un’Europa litigiosa in cui gli Stati membri non sono mai d’accordo sulle proposte e finiscono, inevitabilmente, per fare scaricabarile senza prendere nessuna decisione.
È la volta di Amir, rapper che mette in rima il suo essere italiano. Figlio di padre egiziano, è “romano de Roma”: lo definiscono di seconda generazione, ma lui in Egitto non ci è mai stato: non conosce una parola di arabo, con la conseguenza che in Italia è considerato immigrato, ma in Egitto è altrettanto straniero. Amir ci documenta il suo viaggio alle origini, andato in Egitto insieme al “kebabbaro” che lavora vicino casa sua: nella sua terra conosce le figlie dell’uomo, Sara e Hagar, delle ragazze cresciute in Italia, che gli raccontano di essere felici di essere cresciute nella penisola, perché ne sono state fortificate. Amir pensa al padre morto, a quanto sia stato duro vivere lontano da casa.
La famiglia è in studio: Lucci dà la parola a Sara, studentessa di scienze della comunicazione. La ragazza ha indossato il velo in seconda media, lasciando scioccati i compagni che, fino all’anno prima, l’avevano vista a testa scoperta. “Il velo rappresenta la mia identità, è uno scudo che m protegge dall’ignoraza degli altri: ricevo spesso sguardi di paura, ma anche di diprezzo, però io rispondo con il mio velo, la mia forza. Un giorno si ferma una macchina, e mi sputano in faccia: io vorrei dire a questa persona che io e te siamo uguali”.
Stavolta è Lucci ad essere faccia a faccia con la Bonino, che parla apertamente del cancro: “Una delle spinte è non arrendersi: non identificatevi con il cancro, perché voi siete altro. Siete padri, madri, famiglia. Abbiate fiducia nella scienza”.
Spazio ora alla storia di Beatrice, meccanico che prima aveva i baffi e si chiamava Pino: “Io e Pino siamo la stessa persona. Camminavo la notte vestita da donna, poi mi sono detta che non avevo fatto niente di male e ho aperto l’officina vestita da donna. Certo, ho perso dei clienti ma peggio per loro: hanno perso un ottimo meccanico”. Beatrice ha anche una figlia, a cui si è recentemente riavvicinata: per lei però, è Pino.
Monologo di Giorgio Montanini sulla paura: “Noi occidentali non abbiamo più la paura ancestrale, adesso abbiamo quella di perdere il nostro stile di vita”, e parte una riflessione su come additiamo gli immigrati a male assoluto. Insomma: “Il brutto ci fa paura, non il bello. Ecco perché Renzi mette la Boschi a fare le peggiori porcate”.
Subito dopo, senza alcuno stacco, monologo di Lucci sullo smisurato amore per gli animali; segue servizio dello stesso Lucci, che ha ripreso la vita di Carolina, cagnolina privilegiata, e viziata, da una ricca padrona. Passeggino, centro benessere, feste di compleanno, brindisi: si tratta di animali a dir poco viziati come, anzi meglio, bimbi veri.
In difesa dell’amore per gli animali, Rosita Celentano. A seguire un altro servizio di Lucci, che è andato in un cimitero per animali: pensava di realizzare un pezzo ironico, e invece il dolore delle persone che avevano seppellito i propri animali domestici, l’ha reso drammatico.
In studio ora lo scrittore Erri De Luca: “Io non ho permesso a nessuno di andarsene. Ho un rapporto polemico con la morte. Ammetto la mia ma non quella delle persone che ho amato”.
La puntata si conclude qui: Lucci dà appuntamento a mercoledì prossimo, quando ci saranno Belén, Valeria Marini e Pippo Franco.