{module Pubblicità dentro articolo 2}
La conferenza si apre con le videostorie di alcune testimonianze, sia di chi svolge attività di volontario che di persone che hanno vinto la battaglia contro il cancro. Tra i testimonial Paolo Pizzo, atleta medaglia d’argento nella scherma a Rio, guarito dopo essere stato colpito ad appena 14 anni. La parola passa quindi a una ricercatrice, Paola Guglielmelli dell’università di Firenze: “Airc rappresenta un suppoorto non solo da un punto di vista economia, ma socilae: l’informazione è importante tanto quanto lo studio e la ricerca”.
Per raccogliere fondi, in Italia sono presenti 20mila volontari nelle piazze: una di loro è Francesca, che cerca costantemente di sensibilizzare le persone sull’argomento.
Il numeratore verrà aperto da Pippo Baudo a Domenica In, guadagnando così un girono rispetto al previsto. Giancarlo Leone, direttore editoriale dell’offerta Rai spiega l’importanza del servizio pubbblico: “Noi non dobbiamo convincere le reti a prendere parte all’iniziativa, sono loro che ci fanno le loro proposte. Su Rai 1, sostanzialmente, sarà coinvolto l’intero palinsesto, mentre mercoledì prossimo ci sarà una prima serata de L’Eredità. Anche a Tale e Quale Show ci sarà modo di trovare spazio per il tema. Pagine importanti pure a Porta a porta, L’Arena, e su Rai 2 e Rai 3. Tutte le reti radiofoniche dedicheranno il massimo del loro impegno, il servizio pubblico ha il compito di dare speranza e informare, dire che il cancro si può curare”.
La parola passa a Carlo Conti: “Sono orgoglioso di essere un ambasciatore Airc. Il legame nasce anni fa, quando Sandra Mondaini e Raimondo Vianello venivano nelle mie trasmissioni a parlarne: io e antonella Clerici siamo fieri di portare avanti il loro lavoro. Io ho conosciuto questa malattia quando ancora non lo capivo, dato che mio padre ne è morto quando avevo 18 mesi: in casa era il male incurabile, non si poteva nemmeno pronunciare. Adesso invece, lo nominiamo”. Di ogni euro donato, chiarisce Conti, 85 centesimi vanno alla ricerca, perciò non bisogna temere di donare. Lo speciale de L’Eredità, in onda il 2 novembre, sarà condotto insieme a Frizzi.
Si collega in video Antonella Clerici: “Ricopro il ruolo di ambasciatrice da anni: per saperne di più, in questi anni ho visitato i luoghi, incontrato i ricercatori. Posso garantire io in prima persona sui soldi che donerete”.
{module Pubblicità dentro articolo}
Pier Paolo Di Fiore dell’Airc entra nel dettaglio: “Intervenire precocemente significa intervenire su un tumore che non ha ancora avuto modo di sviluppare la propria aggressività. Una delle strategie del cancro è di essere mutevole: il tumore corrompe i tessuti intorno ad esso, cioè li assoggetta al suo servizio. Ma a seconda dei messaggi che il tumore lancia ai tessuti, noi siamo in grado di idividuarlo. Il tumore impedisce alle molecole di trasferirsi informazioni per rispondere all’attacco immunitario: averlo capito ci ha permesso di sviluppare nuove terapie”. “Il cancro -prosegue- altera tutti i rapporti tra le cellule. Attraversa la vita in tutti i suoi aspetti, e si combatte da tutta la società: negli ospedali, nei laboratori di ricerca, con le famiglie dei malati, nelle piazze. La conoscenza del problema è fondamentale, perché dalla conoscenza si crea la coscienza e ci si sente coinvolti”. La lotta è ancora in corso, e deve esser collettiva.
Per Airc parte anche l’iniziativa Un goal per la ricerca, sostenuta da Alessandro Del Piero, e Tutta salute, programma di Rai 3 che si farà ambasciatore della campagna di sensibilizzazione e che chiuderà la settimana.
Il direttore generale Airc Niccolò Contucci: “Il 65% delle persone che hanno avuto una dignosi sono curate: rispetto a 20 anni fa, abbiamo gudagnato 20 punti. Il cancro è un insieme di patologie molto diverse tra di loro, che su ciascun paziente prendono una forma diversa: la singola scoperta è un passo avanti. due tumori su tre sono legati ai nostri scorretti stili di vita: sentiamo il dovere di ripeterlo ai telespettatori. occorre uscire da un’informazione tecnica ed entrare nella logica di una comunicazione familiare, in modo che chi ascolta si senta coinvolta, senta di avere un ruolo: con la Rai, stiamo portando questo nelle case. Carlo Conti, la Clerici e gli altri, ci danno un volto: ci rendono vicini alle persone, e credibili”.
La conferenza stampa si conclude qui.