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La conferenza inizia con la firma di un Protocollo di Intesa Triennale da parte del Ministro del Lavoro Poletti e il Direttore generale della Rai Campo D’Allorto che suggella la collaborazione tra la Rai e il Ministero del Lavoro.
Prende la parola il Direttore generale della Rai Campo D’Allorto: “Firmare il protocollo ha un significato immenso, la volontà dell’azienda e in particolare di Rai 3 è riuscire a raccontare le cose dove avvengono. Nel programma troverete le storie di chi si impegna”.
Il microfono passa al Ministro Poletti: “Credo che il lavoro non sia una prestazione, come spesso viene considerato, ma è parte fondamentale della nostra vita e della dignità dell’uomo. Oggi siamo davanti a grandi cambiamenti ad esempio l’alternanza scuola lavoro che in Italia è presente da poco e in questo siamo in ritardo. Come ministro incontro settimanalmente ragazzi da cui voglio sapere cosa non va. Per loro iniziare a conoscere il mondo del lavoro a 16-17 anni vuol dire farli uscire dal proprio cerchio di conoscenza per imparare a capire cosa c’è al di fuori della famiglia e degli amici per capire anche cosa voler fare”. Cntinua il Ministro: “Questo Protocollo è di grande utilità per far conoscere determinate realtà ai ragazzi”.
Prima di passare la parola a Daria Bignardi viene mostrato il Promo.
Daria Bignardi: “E’ un programma di servizio pubblico che parla anche di opportunità, per scoprire quale sia la vocazione di ognuno di noi è questo il senso del programma che abbiamo deciso di rafforzare. Il primo anno erano 14 puntate ora saranno 20, ci sarà un nuovo giornalista d’inchiesta e anche una nuova scenografia in studio. Non è stato facile convincere Federico Ruffo, può raccontarci lui come è andata..”, la parola passa al conduttore che ricorda l’ultimo incontro con il Ministro “Stavo facendo un’inchiesta e fui meno gioviale di ora, per lo stesso motivo ero scettico anche per questo programma. In molti mi chiedono perchè ho smesso di fare l’inviato, solitamente le storie che faccio me le porto dietro e continuo a sentire le persone coinvolte mentre un giornalista che fa inchiesta solitamente finito un lavoro se ne distacca e passa all’altro, io nono sono così. Questo programma mi da l’opportunità di fare qualcosa di concreto, di aiutare qualcuno. Poi ho un debito, mio padre si è ritrovato a pochi anni dalla pensione in cassa integrazione e ricordo con grande dolore quegli anni e se non ci fosse stato lo stipendio della Rai difficilmente saremmo potuti andare avanti quindi ho un debito nei loro confronti“.
Il programma vuole mostrare un’Italia bella, riprende la parola la Bignardi “Anche ieri con Iannaccono abbiamo parlato di lavoro e della storia di Giulia, una ragazza che ha sempre desiderato lavorare il marmo ed ha scoperto la scuola dove poter diventare un’esperta”, viene mostrato un video che racconta la storia di Giulia. “Il posto giusto – commenta la Bignardi – vuole aiutare i giovani ed orientarli come nel caso di Giulia”. Viene mostrato un terzo filmato.
In conclusione riprende la parola Ruffo: “Quello che mi rende orgoglioso è il segnale che vuole dare questo programma. La Rai spesso viene considerata un’azienda vecchia invece è piena di ragazzi eccezionali, con un linguaggio nuovo. Mi piace pensare che questo sia un segnale, sono sempre stato considerato uno con troppa barba, troppo muscoloso e abbronzato, io lavoro in Rai da 15 anni e solo ora mi è stata data l’opportunità di presentare un programma, può essere quindi un esempio per tutti”.
Appuntamento a domenica 20 novembre, su Rai 3.
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