Aveva avuto degli scompensi cardiaci. Sembrava che le sue condizioni potessero essere migliorate dopo l’uscita dall’ospedale ma invece si sono improvvisamente aggravate e questa volta don Antonio purtroppo non è riuscito a superare la crisi.
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Don Antonio Polese chiamato affettuosamente soltanto don Antonio è diventato famoso per aver portato su Real Time il programma Il boss delle cerimonie.
Il docu-reality, che tanta polemica ha suscitato per avevo mostrato tradizioni del matrimonio napoletano considerate kitch e superate, aveva però avuto un notevole successo ed era stato venduto anche all’estero.
Don Antonio aveva portato in Tv un vero e proprio spaccato della vita e delle tradizioni napoletane. Dopo i matrimoni aveva raccontato anche altre cerimonie come battesimi e un prime comunioni compleanni e persino i cosiddetti “diciottesimi” ovvero la festa dei giovani che compivano i 18 anni. Naturalmente tutto era stato celebrato e festeggiato all’interno del suo sontuoso castello.
Una dimora fiabesca che lui amava molto come amava anche accontentare le persone che si rivolgevano a la Sonrisa per vivere un giorno indimenticabile.
Ma il boss delle cerimonie aveva subito parecchi dispiaceri in passato.
Infatti all’inizio del novembre di quest’anno il Tribunale di Torre Annunziata aveva disposto la confisca della Sonrisa il suo sontuoso e irreale castello per abusi edilizi. Inoltre la moglie Rita e fratello Agostino erano stati condannati ad un anno di carcere perché accusati di essere responsabili di una lottizzazione abusiva durata circa 35 anni ovvero dal 1979 al 2011. Ma don Antonio non era stato colpito da nessuna condanna perché non risultava come proprietario della Sonrisa.
Sono in molti oggi a pensare che queste vicende giudiziarie possano aver influito molto sulpeggioramento delle condizioni di salute dell’oramai ottantenne don Antonio.
Di lui i telespettatori ricorderanno il sorriso e la familiarità con cui ha gestito per tanti anni il programma Il boss delle cerimonie divenuto oramai una sorta di cult trash o non trash che si voglia.