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Livornese, ex conduttore di Colorado, Ruffini non manca mai di mettere in evidenza la sua toscanità: lo fa nuovamente nei due spot realizzati per Petti. In entrambi, in continuità con il personaggio che vediamo su piccolo e grande schermo, Ruffini si presta al classico ruolo del ragazzo innamorato della bella irraggiungibile. Attingendo chiaramente all’immaginario cinematografico di Pieraccioni, pure lui sotto l’insegna della bandiera toscana, la donna in questione è una sensualissima sudamericana: si tratta di Ariadna Romero, modella che i telespettatori hanno conosciuto a Pechino Express nel 2013.
In due sketch ironici, Paolo Ruffini porta alla Romero una bottiglia di passata anziché di vino. Per convincerla a invitarlo a cena infatti, si presenta davanti casa sua con la passata, convinto che questa sia la volta buona. Anche perché, tra toscani, non ci si può tradire. Ed è proprio sfoggiando la bottiglia sulla porta dell’ingresso, che riesce a convincere la ragazza. “Ma solo per una cena”, chiarisce lei. Inutile specificare che, ben presto, l’insistenza verrà ripagata: un po’ per il gusto del sugo, un po’ per la propria goffaggine, ma la missione della conquista è stata portata a compimento.
Nel secondo spot invece, dopo aver conquistato la Romero, Ruffini conoscerà la sua amica. Ma la bontà del pomodoro Petti è una garanzia per mettere tutti d’accordo, perciò non potrà che conquistarla: di riflesso, nonostante lo sguardo iniziale perplesso, anche Ruffini le piacerà. L’accento stavolta è sul biologico, caratteristica decantata dal protagonista quando, anche questa volta, porta la bottiglia di passata.
Il quadro fornito dalla campagna promozionale dunque, mette in evidenza “toscanità e biologicità”: due caratteristiche che contribuiscono ad accreditare il prodotto nel made in Italy di qualità. Proprio la passata di pomodoro infatti, è stata al centro di contraffazione e vicende legali: in tv ne ha parlato Nadia Toffa a Le Iene, spiegando come aziende italiane utilizzino una pasta di pomodoro prodotta in Cina, rimpastandola e creando il nuovo prodotto finito e venduto come italiano. Questo perché la legge non prevede l’obbligatorietà di indicare l’origine delle materie utilizzate: di conseguenza, si può importare tutto da altri paesi e “assemblare”.
Ecco quindi che l’origine dei pomodori è un fattore di primaria importanza. Come appunto gli spot della Petti ci ricordano.