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Paragone non lascia spazio ai convenevoli e presenta subito i primi tre ospiti della serata: il filosofo Massimo Cacciari, e i giornalisti Massimo Fini ed Ernesto Galli della Loggia. Si inizia parlando di spionaggio e delle nuove tecnologie che mettono a rischio la privacy. Gli ospiti si soffermano sulla differenza tra lo spionaggio tra governi e quello nei confronti dei cittadini privati. L’argomento è quanto di più attuale si possa trovare, è notizia del giorno la dichiarazione di Trump sullo spionaggio degli hacker russi.
Dopo la prima pubblicità si passerà a parlare di globalizzazione, partendo da una frase del capo economista della banca di inghilterra: “Previsioni sbagliate, siamo come i meteorologi..E’ dal 2008 che non ne azzecchiamo una”. Prende la parola Cacciari secondo cui molti economisti avevano previsto la crisi da cui ora siamo travolti, la colpa è di una politica che preferisce ed ha preferito essere cieca. Nonostante la crisi e le previsioni disastrose per la Gran Bretagna dopo la Brexit, il 2017 per il paese sembra essere inizato meglio delle previsioni.
Tra i punti che hanno portato all’uscita dell’Inghilterra dall’Europa c’è stato sicuramente il problema immigrazione, un video mostra le condizione disastrose in cui versa il centro di accoglienza di Cona che ospita 1500 immigrati. L’integrazione all’interno della struttura è molto difficile, come la situazione che vivono i cittadini.
Fini si ricollega al modello economico occidentale imposto all’Africa Nera. Si introduce nel discorso anche Della Loggia che si sofferma sugli interessi dell’occidente in Africa fin dal periodo della decolonizzazione, per il giornalista “Bisognerebbe realizzare in questi paesi un potere politico capace di opporsi ai poteri occidentali e alla Cina (che ad oggi ha sempre più interessi nel continente nero)”.
Secondo Paragone, gran parte della crisi attuale è data dall’incapacità di gestire la globalizzazione, ci ricolleghiamo così all’argomento centrale della puntata. E il discorso torna sull’immigrazione con un quarto ospite:Gianni Cuperlo che commenta il sistema di accoglienza italiano. Le telecamere de La Gabbia si spostano nel quartiere dello stadio San Siro dove cresce il ghetto islamico. I cittadini italiani denunciano le minacce di morte ricevute e il racket delle case popolari gestito direttamente da alcune famiglie arabe. Della Loggia avrebbe voluto in studio il Ministro dell’Interno, il conduttore risponde con una battuta: “Invitare è lecito, rispondere è cortesia”.
Tutte queste situazioni di forte disagio, hanno portato alla vittoria di Trump e potrebbero portare alla vittoria di Marine Le Pen alle presidenziali in Francia. Fini torna a prendere la parola ricollegandosi all’impoverimento dell’Africa a causa delle potenze europee che se non smetteranno di imporsi sui poveri del terzo mondo continueranno a subirne l’emigrazione.
In studio arriva Alessandro De Angelis, giornalista dell’Huffington Post, per parlare dei retroscena del Palazzo. L’argomento si sposta sul rigetto da parte della Consulta del Referendum sull’Articolo 18 proposto dalla Cgil, con l’obiettivo di abrogare le modifiche apportate dal Jobs Act del governo Renzi e ripristinare le tutele previste dallo Statuto dei Lavoratori. Paragone chiede un commento anche sull’allenza, finita male, tra il Movimento 5 stelle e il gruppo ALDE, gruppo dei liberali europeisti guidati da Guy Verhofstadt.
Cambiamo argomento, si racconta la storia di Lara Lago, scappata dall’italia per mancanza di lavoro e che ora ad Amsterdam fa la giornalista. Al Ministro Poletti, che durante un’intervista sui cervelli in fuga, si è lasciato sfuggire la frase “Centomila giovani in fuga? Conosco gente che è bene sia andata via, questo paese non soffrirà a non averli tra i piedi”, la giovane donna ha dedicato una lettera: “Caro Poletti venga a vedere come è vivere e lavorare all’estero”. In studio prendono posto: il matematico Piergiorgio Odifreddi, Maurizio Landini della FIOM e il matematico e saggista Alessandro De Nicola.
Paragone accusa fortemente il Ministro Poletti che ha scelto di non confrontarsi con i giovani offesi, per il conduttore, il politico non è a conoscenza della realtà in cui molti ragazzi vivono oggi. Un servizio mostra ciò che accade in Sicilia dove molti precari, pur di mantenere il lavoro, rinunciano ai propri diritti. Tra i precari troviamo anche medici e infermieri, i giornalisti de La gabbia incontrano Salvatore Lucio Ficarra, direttore generale dell’Azienda Sanitaria provinciale di Agrigento. In poche parole, i contratti sono stati rinnovati solo a quei lavoratori, che pur lavorando a tempo determinato da oltre 3 anni, hanno rinunciato a qualsiasi forma di azione giudiziaria per la stabilizzazione.
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Un secondo filmato mostra la situazione dei licenziati di Almaviva, 1160 a dicembre 2016. La storia di Alessandra, licenziata improvvisamente dopo 18 anni di lavoro, mostra la situazione drammatica che stanno vivendo proprio in questi giorni i lavoratori che si sono ritrovati senza uno stipendio, già troppo basso.
Odifreddi paragona l’università italiana a quella americana. Nelle università straniere il legame con il mondo del lavoro è molto stretto, nelle strutture private americane arrivano addirittura i cercatori di teste.
Una provocazione a Landini a proposito della capacità di Trump di far rimanere le aziende in America, minacciando un dazio del 35% a chi delocalizza. Un nuovo servizio fa luce sui nomi dei debitori di Mps. Intervista a sorpresa a Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari, Finanziari, Assicurativi). L’uomo accusa a gran voce la giustizia che ha tempi veloci quando si tratta di condannare i poveri, mentre sembra prendersela comoda quando i processi riguardano nomi importanti. Ma la visione per Lannutti è negativa: “Questi banchieri non pagheranno mai e i loro debiti sono tutti sulle nostre spalle”.
Tornati dal blocco pubblicitario si cambia argomento ed un servizio mostra le situazioni drammatiche in cui vivono le popolazioni terremotate con l’arrivo del gelo e della neve. La maggior parte delle persone vive nelle roulotte, siamo a Visso, nel cuore dei Monti Sibillini, qui le temperature la notte scendono sotto i 10 gradi.
Si aggiungono al tavolo Vittorio Feltri, direttore di Libero e Veronica De Romanis, economista. Mentre il giornalista ha portato avanti una battaglia, con il suo giornale, contro l’euro e l’Europa, la De Romanis è fortemente convinta dell’importanza della presenza dell’Italia all’interno dell’UE. Alessandro De Nicola, avvocato, espone le conseguenze dell’eventuale uscita del nostro paese dall’euro. Un servizio mostra cosa è cambiato nelle tasche degli italiani con il passaggio dalla Lira all’Euro, con conseguente aumento delle spese e stipendi e potere d’acquisto dimezzati. Un altro video alla Anonymus racconta come molti economisti e premi Nobel avessero previsto la crisi conseguente all’adozione della moneta unica. Si aggiunge alla discussione Paolo Becchi, filosofo ed euroscettico: “All’inizio il progetto dell’Europa era economico e non politico e per un paio di anni ha funzionato, poi si è passati alla volontà di creare una moneta unica..dopo 15 anni di sacrifici, dolori e sconfitte, noi continuiamo a dire che non c’è soluzione e che bisogna continuare così”. Lo stesso Becchi ha pubblicato sul giornale di Feltri i 50 motivi per uscire dall’Euro. Ma per la De Romanis non è l’euro ad aver causato la crisi, ma le riforme bloccate nel nostro paese.
Feltri alla fine auspica l’uscita della Germania dall’Euro. Mentre Odifreddi vorrebbe un’Europa a due velocità.
Prima di chiudere, Paragone lancia un ultimo servizio: “Psicosi meningite tra allarmismi e verità”. La gente intervistata da la colpa agli immigrati, la psicosi è causata principalmente dai mezzi di comunicazione, mentre il Ministero della Salute rassicura: “Nessuna emergenza sanitaria, dati in linea con gli anni precedenti”.
Appuntamento a mercoledì prossimo, ore 21.10, La7.
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