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Una panoramica sullo studio e si parte immediatamente con il reportage sulla Serbia. Le telecamere sono a Belgrado e mostrano le discariche in cui vivono migliaia di migranti che vogliono attraversare il confine e arrivare in Italia ma rimangono bloccati e sono costretti a sopravvivere, senza cibo, al gelo. In studio vengono presentati i primi due ospiti: il vice direttore de L’Espresso, Marco Damilano, e il direttore di Dagospia Roberto D’Agostino.
La parola passa subito a Damilano, che ricollega la tragica situazione dei migranti alla fragile politica italiana e al vuoto di potere che ci troviamo a subire. Non è della stessa idea D’Agostino, che definisce i nuovi partiti “comitati d’affari” che fanno esclusivamente il proprio interesse. La domanda a cui i due ospiti devono cercare di rispondere è proprio “Chi ci governa oggi?”. Si arriva inevitabilmente a parlare di Renzi che, dopo il referendum, è sparito da tutte le trasmissioni. Per Damilano lo sbaglio più grande dell’ex premier è stato quello di concentrare tutto il potere su di se. Entrambe gli ospiti si trovano però d’accordo nel considerare il 2018, l’anno in cui finirà l’epoca del renzismo. Un sondaggio mostra che la maggior parte degli italiani vorrebbero andare al voto già a giugno del 2017.
Si torna dal blocco pubblicitario con un’intervista al Direttore dell’Unità Sergio Staino, voluto proprio da Renzi, che lancia un’accusa durissima al partito democratico e all’ex premier, per aver abbandonato la testata di partito, “Renzi è stato da chiunque ma non all’Unità, da direttore scelto proprio da Renzi sarei dovuto essere in prima linea alla Leopolda e invece sono rimasto fuori”. Difende il partito Marco Orfini, presidente PD che intanto si è aggiunto al tavolo della discussione con Peter Gomez, direttore de Il Fatto Quotidiano. Anche Orfini condanna però la scelta indipendente di Renzi di lasciare la carica da Presidente del Consiglio: “Rappresentava un popolo, milioni di persone, non avrebbe dovuto andarsene per decisione sua ma nostra e di chi lo aveva votato”.
Ad attaccare Orfini è Damilano che definisce il Partito Democratico ormai distante dalle periferie e dai cittadini, un fallimento per tutta la sinistra. Orfini si trova d’accordo, su questo punto di vista, con Damilano, replicando però che dal momento della sua nomina a Presidente il partito si è riavvicinato alle periferie, con l’apertura di centri sociali e raccolte di coperte e indumenti per aiutare quella parte di popolazione più povera colpita dal freddo. Gomez provoca Orfini informandosi su una possibile alleanza futura tra PD e Forza Italia.
Da inizio puntata la maggior parte delle domande sono rivolte ad Orfini, gli argomenti si spostano dai voucher, tra i punti fondamentali del Referendum proposto dalla Cgil che sta dividendo anche il PD, al fallimento della banca Monte dei Paschi di Siena. Damilano definisce MPS “Una banca di partito”. Gomez continua con le domande provocatorie: “Eleggendo Maria Elena Boschi, il secondo volto del Referendum, a Sottosegretario unico alla Presidenza del Consiglio nel governo Gentiloni, che segnale di meritocrazia si da ai giovani?”.
Dopo il blocco pubblicitario si torna in studio con Susanna Camusso, Segretario Generale della Cgil. Il primo argomento affrontato riguarda l’abolizione dei voucher, Formigli, rifacendosi alle parole di Orfini commenta: “Secondo il Presidente del PD ci possono essere abusi ma il voucher è fondamentale per fermare il mercato nero, chi prima veniva pagato in nero infatti oggi viene pagato in voucher e paga le tasse”. La Camusso è fortemente convinta invece dell’importanza di abolire i voucher, che hanno coperto la crescita del nero e sono ormai abusati mentre, come in altri paesi europei, potrebbero esserci altri contratti per mettere in regola i lavoratori, soprattutto quelli occasionali.
In un’intervista, Sergio Staino attacca anche la Camusso definendo la “Cgil disposta a ridurre i diritti dei lavoratori pur di avere maggior potere politico”. La realtà è però che i Sindacati, principalmente dai giovani, vengono considerati poco degni di fiducia, alla pari dei partiti. La Camusso fa mea culpa: “Sulla sfiducia dei cittadini siamo al primo posto, ancor prima dei partiti, la verità è che il mondo del lavoro è talmente frammentato che ci sono ostilità anche all’interno e le persone non vedono più un orizzonte”.
Il conduttore chiede alla Camusso se ad oggi le manca Matteo Renzi, la risposta è una battuta: “Come ti fa a mancare una persona che non hai mai incontrato?”, chiara denuncia del poco interesse dell’ex premier alle richieste dei sindacati.
Domande finali per la Camusso, una su Poletti e la frase sui giovani e la Camusso risponde: “Non sono una fan delle dimissioni bisognerebbe però fare delle politiche per i giovani, questo governo li ha tanto citati ma per loro non ha fatto nulla”. La seconda domanda è sulle accuse ad Fca, l’Agenzia americana per la protezione ambientale ha infatti accusato Fiat Chrysler di emissioni truccate, dal 2014, su oltre 100mila automobili diesel. Argomento che preoccupa molto il sindacato.
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Si cambia completamente argomento e si torna a parlare di immigrati. Le telecamere sono a Conetta, qui i cittadini sono esausti e vorrebbero sgomberare il centro di accoglienza. Anche a Bagnoli, dove si trova un secondo centro di accoglienza, le persone sono spaventate. I due centri sono controllati dalla cooperativa Ecofficina Edeco di Padova, oggi accusata di malagestione. In studio prende la parola khalid Chaouki, esponente del PD che accusa i governi di non aver saputo gestire il sistema dell’accoglienza accusando destra e sinistra di aver fatto speculazione con gli immigrati. Difende il proprio partito Susanna Ceccardi, sindaco di Casci, appartenente al partito della Lega Nord.
Per Chaouki, la colpa è di quelle regioni che hanno chiuso le frontiere obbligando gli altri ad accogliere un numero troppo elevato di immigrati. Non è d’accordo Belpietro che sottolinea come solo nel 2016 siano arrivate in Italia 180 mila persone, una migrazione che non può essere controllata e risolta, “Bisogna fermare questo flusso, l’idea di poter risolvere dividendo tra comuni è una illusione”.
L’inchiesta sugli immigrati continua, alcuni ex volontari decidono di rilasciare le loro testimonianze confermando che all’interno dei centri c’erano casi anche di prostituzione risaputi. Ecofficina è condannata ad oggi per truffa e maltrattamenti, a causa delle parole di Sara Felpati che ha definito gli immigrati “macachi”, sotto accusa anche il marito Simone Borile.
Lo scontro è tra Chaouki e Ceccardi. Mentre il sindaco chiede di bloccare l’accesso di profughi nel proprio comune, Chaouki ragiona sui bisogni e la disperazione di chi scappa da guerra e morte alla ricerca di un futuro. Belpietro propone invece la formazione di centri di identificazione nei loro paesi, come è avvenuto in Niger, “In Italia pensavamo di fare i furbi, di far entrare tutti con l’idea che poi se ne sarebbero andati verso il nord Europa, dove c’è lavoro e invece molte persone che sono arrivate non hanno lasciato neanche le loro impronte digitali”. Le espulsioni però sono troppo costose, più o meno 4 mila euro a immigrato, ci vuole inoltre il benestare dei Paesi da cui vengono. Formigli chiede quindi una soluzione concreta.
Per Belpietro, chi non ha diritto allo status di rifugiato politico dovrebbe essere rimandato indietro. Formigli sposa invece l’idea di Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, che spinge per l’integrazione.
Torniamo a Belgrado, dove i migranti sono intrappolati, non riescono a proseguire e non possono tornare indietro. Con temperature che scendono sotto lo zero, queste persone dormono in casolari abbandonati, senza luce, riscaldamento e servizi sanitari. In una stanza si radunano oltre 300 persone, che provano a passare il confine in tutti i modi, attraversando a nuoto i fiumi o attaccandosi sotto i treni. La fila per un pasto caldo è chilometrica e alla fine si mangia seduti in terra. Alcuni ragazzi giovani mostrano le ferite causate dalle bastonate dei militari ungheresi al confine, ci sono anche ragazzi minorenni che preferiscono dormire nelle discariche piuttosto che nei centri di accoglienza, un giovane dodicenne commenta: “L’ultima volta che mi hanno portato in un centro di accoglienza poi mi hanno abbandonato in un campo solo e al freddo, ho dovuto pagare un trafficante per tornare qui”. Molti scappano dalla guerra, con l’illusione di essere accettati in Europa, la terra dei diritti umani.
Si passa a parlare dei 5 Stelle, e più precisamente di Raffaele Marra, arrestato per truffa. Il servizio si sofferma sull’acquisto, da parte di Marra, che al tempo era direttore del Patrimonio e della Casa, di un attico di lusso dal gruppo di Sergio Scarpellini, con uno sconto di quasi mezzo milione di euro. Contemporaneamente la moglie compra un attico a Malta, a questo si aggiunge un ulteriore appartamento nella capitale. Ciò che viene messo in risalto è il conflitto di interessi, al tempo Scarpellini infatti era proprietario di immobili affitati al Comune di Roma. Il primo a prendere parola è Sergio Rizzo, giornalista del Corriere della Sera: “Marra non è assolutamente un problema perchè i 5 stelle lo hanno completamente ignorato, nello stesso modo in cui hanno ignorato i problemi della raggi”. In studio anche la giornalista Flavia Perina che sposta l’attenzione sugli elettori grillini, disposti ad accettare e perdonare qualsiasi sbaglio, cosa che non sarebbe successa con gli altri partito. Ritorna anche il direttore di Dagospia che si sofferma sull’incapacità di governo dei 5 stelle.
Formigli chiede ai suoi ospiti se riescono a vedere un governo grillino nel 2017. Forte la posizione di Flavia Perina che non crede possa accadere ma ne sottolinea l’importanza come partito di opposizione. Ultima domanda: Chi sarà il candidato Premier dei 5 stelle? Per D’agostino potrebbe essere Di maio, per Gomez si andranno a cercare nomi sorprendenti, mentre Rizzo e Perina credono che le elezioni slitteranno al 2018.
La puntata si conclude con una fotografia di Massimo Sestini, scattata nel giugno 2014 a largo della Libia, una immagine premiata come foto dell’anno. Il fotografo ha lanciato anche una campagna mediatica per cercare di ritrovare, a distanza di anni, le persone fotografate.
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Appuntamento a giovedì prossimo, ore 21.10, La7.