A tra poco con la diretta.
Inizia il programma. Si parte con lo sbarco sulla Luna. Vespa presenta gli ospiti che insieme a lui parleranno più tardi di questo evento storico che celebra nel 2019 cinquant’anni.
Prima però interviene Di Maio, in collegamento. Si parla di autonomie. “Veneto e Lombardia dovranno avere l’autonomia, ma ci sono una serie di meccanismi di costo, di scuola e sanità che se vanno a svantaggiare le altre regioni potrebbero essere d’impedimento. C’è un tavolo e se ne discuterà. Non dovessimo trovare una soluzione, dovranno passare sul mio cadavere” – risponde Di Maio.
“Ci saranno trattative tra Italia e Francia e vedremo a cosa porteranno. In questi giorni sono stati emessi bandi, che sono però revocabili. Spero si arrivi ad una soluzione prima possibile” – dichiara invece il Ministro in merito alla TAV.
Non manca ovviamente la tematica più discussa del momento: il caso Sea Watch 3. Di Maio si dice d’accordo con le decisioni prese da Salvini e ritiene che non si possa parlare d’Europa data l’indifferenza degli altri paesi:
“L’Italia è diventata il palcoscenico del Mediterraneo sul tema dell’immigrazione. C’è stata questa nave dell’Ong che è stata 14 giorni fuori dalle nostre acque territoriali e neanche ha provato ad andare in Spagna o a Malta, come è stato in passato, perchè se i governi negano l’accesso in quei paesi non fa notizia. Vedo molta ipocrisia. Tutti parlano delle 40 persone della Sea Watch a cui è stato negato l’accesso, ma nessuno parla di quei 300 che stanno sbarcando a Lampedusa coi barchini nell’ultimo mese. Quello che dico io è che siamo di fronte ad ipocrisia perchè se è una ong tutti parlano della ong, se invece arrivano sui barchini nessuno ne parla più. Dobbiamo prendere atto che l’Europa ha fallito, che se l’Olanda ci risponde sono problemi vostri allora questa non è Europa. Noi agiamo di conseguenza, prendendo le nostre decisioni”.
Congedato Di Maio, Vespa torna dai suoi ospiti. Il 20 luglio 1969 il conduttore era all’inizio della sua carriera giornalistica. Tito Stagno, colui che diede l’annuncio dello sbarco, ricorda la tensione di quei momenti e la difficoltà di descrivere cosa stava accadendo, l’emozione di quel momento, senza avere delle immagini continue e ben visibili alle quali appigliarsi. “Ci vuole coraggio per fare il telecronista. Devi rischiare” – afferma.
Piero Angela quel giorno era in America, in California, perchè aveva partecipato al battesimo della missione. Ha partecipato anche alle missioni Apollo dalla 9 alla 12 e questa esperienza gli ha cambiato la vita. E’ così che ha deciso di lasciare il tg preferendogli la scienza. “Quello che avevo visto, tutta la scienza che c’era dietro, mi ha fatto cambiare”.
Alberto Angela era a casa e seguiva l’evento dalla tv.
L’astronauta Paolo Nespoli aveva 12 anni ed era in colonia a Cattolica, ma la sera guardò l’evento alla tv con i genitori. Ricorda che lo sbarco gli sembrò normale, ma attribuisce quella sensazione alla spensieratezza e fantasia dei bambini.
Nespoli racconta come è vivere nello spazio, come è vedere il proprio paese da lassù. Vespa racconta di averlo incontrato nel 1982, in missione in Libano – nella prima missione internazionale dell’Italia. Fu Oriana Fallaci a suggerirgli di fare l’astronauta e grazie alla sua forza di volontà ha davvero realizzato il suo sogno. “Mi tolgo il cappello” – afferma Piero Angela.
Si torna a parlare dello sbarco. L’arrivo sulla Luna fu la vittoria dell’America nella sfida contro l’URSS. Quale è il prossimo passo però? L’arrivo dell’uomo su Marte.
Nel 2021 sarà un robot a raggiungere il pianeta rosso e chissà quando toccherà all’uomo. Nel frattempo si cercano forme di vita presenti in loco. Gli esperti dicono che ci sia stata molta acqua e che quindi sarebbe strano non ci fossero state presenze di vita.
Il 20 luglio saranno Piero ed Alberto Angela a parlarci dello sbarco sulla Luna, con una serata ad esso dedicata.
Si passa a trattare una tematica d’attualità. In Veneto mancano 1300 medici. L’allarme è stato dato dal Centro Ospedaliero di Padova, centro d’eccellenza che è però a corto di personale. Attualmente l’assistenza ai pazienti è garantita grazie alla presenza degli specializzandi.
Interviene in collegamento Giulia Grillo, Ministro della Salute. “Abbiamo già cominciato a fare norme che semplifichino il processo di assunzione di nuovi medici. Dopo la laurea i medici accedono ad un periodo di formazione-lavoro all’interno del contesto nel quale si stanno formando, fanno dunque parte a tutti gli effetti di quel contesto. I posti offerti dopo la specializzazione sono inferiori rispetto al numero degli esaminandi. Per fare i concorsi bisogna aspettare l’acquisizione del titolo. I medici a 30-32 anni, se sono fortunati, possono iniziare a cercare un impiego. L’idea è consentirgli sin da subito di entrare a far parte degli organici, al contrario di oggi che – pur lavorando – sono considerati un corpo a sé. E’ solo una questione contrattualistica”.
La puntata termina qui.