Il documentario vuole raccontare la realtà dei migranti attraverso il racconto di inusuali reporter: ad intervistare i richiedenti asilo che attualmente vivono in alcuni paesi dell’Appennino (tra Marche, Molise ed Abruzzo) sono stati, infatti, quattro persone diversamente abili ospiti della “Comunità XXIV luglio – handicappati e non”, associazione di volontariato de L’Aquila che da anni svolge attività di assistenza, ricreazione e formazione diurna di ospiti con disabilità fisiche e mentali. I quattro “giornalisti”, muniti di telecamera, fotocamera e block-notes sono stati accompagnati da alcuni esperti videomaker, nonché volontari dell’associazione, in un viaggio in pulmino durato una settimana e risalente alla scorsa estate. Nel corso della conferenza è stato proiettata una breve sintesi dell’opera, diretta dal regista Francesco Paolucci.
“Questo documentario racconta nel modo più semplice tanti aspetti che normalmente sono complicati da comprendere in merito al tema dell’accoglienza dei migranti”, ha detto la direttrice del Tg2, Ida Colucci. “Trovare questa comunità è stato come scoprire un piccolo tesoro: i messaggi che quest’opera trasmette sono molto più forti di tanti slogan”.
In effetti, le domande poste dai quattro intervistatori diversamente abili sono senza filtri, dettate dal loro sguardo semplice sul mondo che li circonda. Per questo, come si è potuto notare anche dalla video-sintesi dell’opera, vanno dritto al punto. “L’approccio di Barbara, Benito, Gianluca e Giovanni sul tema (i nomi dei reporter “speciali”, ndr) è puro, senza pregiudizi ed insegna a vedere ciò che non siamo più in grado di vedere”, ha dichiarato Paolo Ruffini, direttore di Tv2000. “I protagonisti del documentario hanno posto quelle domande che non sappiamo più porre, riuscendo a realizzare un’opera dal profondo significato”, ha aggiunto.
Angelo Figorilli, inviato del Tg2 per la redazione esteri, è stato il gancio tra la redazione del telegiornale della seconda rete e la Comunità XXIV luglio. “Ho tenuto un corso di giornalismo nell’ambito dei numerosi progetti dell’associazione, contattato da Francesco Paolucci. Da lì è nato tutto”, ha rivelato. Il suo collega Valerio Cataldi, inviato per la redazione cronaca, ha detto: “Questo è un lavoro commovente e poetico: i quattro intervistatori, attraverso il loro modo speciale di porgere le domande agli immigrati che hanno conosciuto, hanno fortnto un aiuto prezioso per aiutarci a capire il mondo in modo diverso e a comprendere anche quanto sia importante la predisposizione all’ascolto”.
All’incontro stampa hanno presenziato anche i vertici della Comunità, tra cui il presidente Gaspare Perella e Anna Romano. Entrambi hanno ringraziato la Rai per aver deciso di dare spazio al loro documentario, finanziato in parte anche dalla Chiesa Valdese. Emozionato anche il regista Francesco Paolucci: il suo augurio è che l’opera possa essere apprezzata dai telespettatori di Rai 2 e di Tv2000.