Il programma è ideato e condotto dalla giornalista Emilia Brandi che ha curato anche le edizioni precedenti.
Come abbiamo visto già nella serie precedente, al centro del racconto ci sono giornalisti, imprenditori, amministratori pubblici e testimoni di giustizia che non si sono arresi alle ingiunzioni mafiose ed hanno pagato, in prima persona, la rigida osservanza al proprio dovere ed alla propria deontologia professionale. Sono persone che non hanno esitato a svolgere il proprio dovere ed hanno sacrificato la propria vita senza mai piegarsi allo strapotere della criminalità organizzata.
La nuova serie accende i riflettori sulle figure femminili. Molte donne sono state prigioniere di contesti criminali ma, con coraggio e forza di volontà sino state in grado di liberarsi dal giogo mafioso per il rispetto verso se stesse e per assicurare un futuro ai propri figli. La serie propone vicende differenti con un unico comune denominatore: la ribellione a orrende logiche familiari e culturali e la riaffermazione della legalità.
Cose nostre | puntata 4 luglio | Maria Concetta Cacciola
La prima delle quattro puntate della serie 2019, racconta la storia di Maria Concetta Cacciola, testimone di giustizia, fatta morire in maniera orribile a soli 31 anni. Cetta, come era chiamata in famiglia e dagli amici, era una giovane donna affascinante e con una gran voglia di vivere. Sognava per sé e per i suoi figli un’esistenza differente da quella che i genitori volevano imporle. Su Maria Concetta pendeva la sfortuna di essere nata in una famiglia di ‘ndrangheta di Rosarno, quella dei Cacciola, imparentata con i più potenti Bellocco, padroni del business economico nella Piana di Gioia Tauro. Lei stessa era sposata con Salvatore Figliuzzi, condannato in via definitiva nel “Processo Bosco Selvaggio”, quale soggetto affiliato al clan Bellocco.
Un giorno, l’11 maggio del 2011, Maria Concetta decide recarsi dai Carabinieri di Rosarno perchè vuole svelare i segreti e le atrocità di cui si macchiano i clan locali. In lei inizia un dilemma interiore che la spinge prima ad affidarsi alle autorità dello Stato, e successivamente a ripensarci per le pressioni subite dalla madre e dal fratello. Poi la decisione definitiva: rivolgersi nuovamente ai Carabinieri. Cetta, però, non ce la fa ad avere una vita regolare. Poco prima di poter essere messa in sicurezza dai Carabinieri, viene uccisa in un modo orribile,è costretta a ingerire acido muriatico. Invece la ‘ndrangheta, anche attraverso avvocati compiacenti, cerca di depistare le indagini cercando di accreditare la tesi del suicidio accreditando Cetta come una psicopatica.
“Cose Nostre” è scritto con Michele Alberico, Vincenza Berti, Daniele Cortese, Sergio Leszczynski, Carlo Puca. Regia di Raffaele Maiolino.
Che cercavo alla fine della registrazione delle ritrattazione lo dice la madre ed è la prova che erano insieme dall’ avv Caviola e quindi la prova regina per la condanna di Cacciola e Pisani