L’approfondimento di questa settimana è sul caso di Lorys Stival, il bambino di 8 anni ucciso a Santa Croce Camerina nel novembre 2014 e ritrovato, senza vita in un canalone del paese. Gianluigi Nuzzi, però, affronta la vicenda partendo da un punto di vista familiare.
Al centro dell’attenzione ci sono i genitori del bimbo: da una parte Veronica Panarello, accusata per il delitto e per questo condannata in primo grado a 30 anni di reclusione, e dall’altra Davide, una persona schiva e riservata, che da oltre due anni vive esclusivamente nel ricordo del figlio. Due personalità agli antipodi. Ma questa sera, il padre del piccolo e sfortunato Lorys, parla per la prima volta della drammatica vicenda. Ha, infatti, accettato un’intervista televisiva e svela molti particolari ai microfoni di “Quarto Grado-La domenica”, soffermandosi anche sul rapporto con la moglie.
Veronica Panarello era stata definita, dal Tribunale del riesame “una lucida assassina con alta potenzialità criminale”.
Nuzzi, insieme a ospiti ed esperti in studio e in collegamento, espone dunque la legislatura in merito alla potestà genitoriale, in particolare nei casi di omicidio.
Inoltre si parlerà anche della motivazione che ha condannato Veronica Panarello contenuta nella sentenza con cui il Gup di Ragusa Andrea Reale il 17 ottobre 2016 ha inflitto 30 anni di carcere alla donna per l’omicidio del figlio Loris Stival, ucciso il 29 novembre del 2014.
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Il programma ricorda alcune frasi della sentenza: “La condotta processuale della donna è stata deplorevole, reiteratamente menzognera, calunniosa, manipolatrice. Va assolutamente confermata la definizione laconica del giudice del riesame nella persona dell’imputata: ‘Lucidissima assassina'”.
Reale era stato molto duro: “All’esito del processo l’espressione appare persino benevola perché oltre alla evidenza della piena capacità di intendere e di volere dell’imputata dal momento del fatto, questo giudice ritiene di potere evidenziare la pravita’ d’animo con la quale la donna, senza alcuna pieta’ e senza un benche’ minimo pentimento, neanche dopo avere commesso il piu’ innaturale dei crimini, ha occultato il cadavere del figlio”.
Secco il commento del Gup anche riguardo il tentativo di coinvolgimento effettuato da Veronica ai danni di Andrea Stival, “un espediente perfido e malvagio, capace di distruggere tutti gli ultimi baluardi affettivi della famiglia Stival, inoculando una dose ulteriormente letale di veleno dentro quel nucleo gia’ profondamente colpito dall’assassinio efferato dei Loris”.
Secondo il giudice la Panarello soffrirebbe della cosiddetta ‘Sindrome di Medea‘ con la quale “colpisce anche il suocero, oltre che il marito ed il figlio, in una spirale di cieca distruzione della idea di famiglia e dei valori che la stessa incarna”.
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