Lo spin off domenicale di Quarto grado con la conduzione di Gianluigi Nuzzi si occupa del caso di Marco Vannini, ucciso il 17 maggio 2015 a Ladispoli, a casa della fidanzata Martina Ciontoli. Tutta la famiglia della ragazza, compresa la fidanzata del fratello, è a processo.
Il programma a cura di Siria Magri fa il punto sul dibattimento ospitando la madre della vittima, la signora Marina. Lunedì mattina si terrà un’udienza-chiave in cui i giudici sono chiamati a dare la prima risposta fondamentale: il giovane si poteva salvare? Se sì, l’indagine continua per omicidio volontario; in caso contrario, il capo di imputazione viene derubricato a colposo.
Vi ricordiamo che lo scorso 16 gennaio si era tenuta la sesta udienza presso la Corte d’assise di Roma per il caso della morte del giovane Marco Vannini.
In quella sede, dopo aver ripercorso le fasi di quanto accadde la sera dellla morte del giovane, attraverso le testimonianze di tutti (tranne gli imputati), c’è stato l’esame delle perizie per stabilire come possa essere partito un colpo dalla pistola calibro nove in custodia di Antonio Ciontoli.
Ad essere sentiti sono stati il perito di parte della famiglia Vannini, l’ex generale dei Ris Garofano, che ha spiegato le risultanze della perizia sull’arma che ha ucciso Marco Vannini.
La pistola fu azionata volontariamente, come hanno dimostrato le perizie. Lo stesso Antonio Ciontoli ha ammesso che ha sparato intenzionalmente, ma la rivelazione però arrivò postuma. Ciontoli,infatti, aveva dato la prima versione parlando di un incidente, di uno sparo involontario dovuto alla caduta delle pistole, che sarebbero state recuperate maldestramente premendo il grilletto. Ma quando furono pronte le perizie, arrivò anche il cambio di versione del Ciontoli, che ha raccontato di non sapere che l’arma nelle sue mani fosse carica.
Infine, Nuzzi, con ospiti ed esperti in studio ed in collegamento, espone le differenze tra le due tipologie di reato.