Seguiamo insieme la prima puntata.
Filos De Caballos è un villaggio dello stato messicano di Guerrero dov’è concentrata la produzione di oppio e marijuana dove sono i cartelli del narcotraffico a comandare. Salvador Alanis è diventato il principale esponente della narcoguerra da quando ha sconfitto il Cartello del sud, lui comanda una piccola comunità che ha deciso di sottrarsi alla violenza dei cartelli, ma che continua a coltivare l’oppio da cui si ricava l’eroina.Ci spostiamo ora nel pieno dell’Aspromonte in Calabria. Qui sono stati fatti centinaia di omicidi.
-L’Aspromonte appare come una distesa ampia, ma in realtà è una strada, con un’entrata e un’uscita, loro sanno chi arriva, controllano tutto- dice un militare.
Torniamo a Filos de caballos in una foresta, in una piccola piantagione di oppio, un campo semidistrutto dalla polizia. Qui vendono 200, 300 grammi a mille pesos, il prezzo della gomma di oppio è precipitato, i cartelli, la ‘ndrangheta ci guadagnano a loro non arriva nulla. I cartelli hanno imposto un incremento della produzione in un clima di terrore.
Questi contadini ripetono più volte che loro non conoscevano l’eroina, hanno scoperto dalla televisione essere una droga, lì nessuno ne fa uso.
Nicola Gratteri parla della violenza dei cartelli messicani, gente segata a pezzi, appesa ai ponti per spaventare, ma ho visto anche alcuni cartelli sostituirsi allo Stato, costruire case, ospedali, strade.
La nuova droga che sta spopolando in Nord America è la “china white” un antidolorifico sintetico che sta ammazzando un sacco di tossico dipendenti abituati a dosaggi molto forti.
Salvador Alanis dice – Com’è possibile che l’esercito non si accorga di un laboratorio come questo? Il Messico produce l’80% di morfina, perchè la gomma da oppio che abbiamo non può essere sfruttata per la medicina?-
Il programma torna in Calabria. Qui Gratteri specifica che i vari clan hanno tutti una loro località, ma tutto comincia dall’Aspromonte.
Da una processione a Polsi in Calabria ci si sposta a Città del Messico durante una processione in onore della Nuestra Señora de la Santa Muerte un culto popolare molto praticato tra i messicani e in particolari tra i narcotrafficanti.
Ogni qual volta un mafioso viene catturato nei bunker vengono trovate immagini sacre. Il rapporto tra la Chiesa e la ‘ndrangheta è molto stretto, è una sorta di pubblicità, spiega Gratteri.
La cattura del latitante ha anche una valenza simbolica, per esempio dopo la cattura di Gregorio Bellocco venne composta una canzone, i capi delle organizzazioni godono di una certa popolarità, perchè comunque la ‘ndrangheta da vita e lavoro a molti di loro. Questa usanza è tipica anche del Messico, per esempio quando venne catturato “El chapo” Guzman è stata composta da un gruppo locale una canzone sui suoi pensieri, su ciò che fa in cella, non sui fatti della sua vita. Il gruppo racconta soddisfatto di quando cantarono davanti a El chapo la loro canzone “Un anno fa” e di quanto loro fossero felici di ricevere i complimenti di quell’uomo ricercato in tutto il mondo.
Finisce così la prima puntata di Narcotica – sulle rotte dei trafficanti.