Le numerosissime proteste che sono montate non soltanto sul web, sono scoppiate oggi lunedì, a quasi due giorni dalla messa in onda del programma del pomeriggio di Rai1. Nel talk show si parlava del fenomeno delle donne dell’Est e del fascino che eserciterebbero sui maschi italiani. In sovraimpressione la scritta “la minaccia arriva dall’Est. Gli uomini preferiscono le straniere”.
La discussione verteva soprattutto su una sorta di vadecum secondo cui le donne dell’Est sarebbero state più sensuali delle italiane e soprattutto più disposte a concedere lo scettro del comando ai propri compagni mostrandosi pronte ad obbedire sempre. Le polemiche sono scoppiate e proseguono con toni aspri. “Siamo finiti nel Medioevo subito dopo che quella slide è stata mostrata in un programma che occupa una fascia oraria di grande ascolto” dicono i social network.
Insomma il popolo dei social è letteralmente in allarme al punto che, nel tentativo di stemperare la polemica, su Twitter è intervenuto Andrea Fabiano, direttore di Rai 1 che ha affidato il suo rincrescimento ad un tweet: “gli errori vanno riconosciuti sempre, senza se e senza ma. Chiedo scusa a tutti per quanto visto e sentito a #parliamonesabato”.
Ma molti vogliono la sospensione del programma.
Oltre ad Andrea Fabiano anche il presidente della Rai Monica Maggioni è intervenuta. In un comunicato all’Ansa la Maggioni ha dichiarato: quello che vedo è una rappresentazione surreale dell’Italia del 2017. Se poi questo tipo di rappresentazione viene fatta sul servizio pubblico è un errore grave e inaccettabile. Mi scuso personalmente sia come presidente sia come donna.
Ricordiamo che in studio, sabato scorso, a discutere di questo argomento, c’erano, tra gli altri Fabio Testi, Manila Nazzaro ex Miss Italia, Roberto Alessi, Marta Flavi e due giovani donne provenienti proprio a dall’Est.
Francesco Verducci vice presidente della commissione vigilanza Rai si è sentito in dovere di dire la propria opinione. Verducci ha preso una posizione chiara chiedendo le dimissioni dei responsabili per programma. “La principale rete del servizio pubblico, quella che più contribuisce alla formazione delle opinioni nel cittadini italiani, ha mandato in onda un pesantissimo concentrato di luoghi comuni e stereotipi sessisti da società feudale che mortificano interi secoli di conquiste civili e di emancipazione femminile” ha detto.
Il presidente dell’Aiart, l’associazione dei telespettatori e dei cittadini mediali sottolinea: “al di la di moralismi e perbenismi di maniera, continuiamo a essere delusi da un Servizio pubblico che, invece di puntare su approfondimento serio e contribuire alla crescita culturale dei telespettatori, orienta parte della propria programmazione su temi spazzatura che, come in questo caso, ledono anche la dignità della persona. Pur apprezzando le scuse del direttore di Rai Uno Andrea Fabiano, non possiamo non notare un certo scadimento contenutistico della Rai che smentisce così la sua missione originaria e manca di rispetto ai cittadini che, pur pagando il canone, sono sempre più orfani di un Servizio Pubblico degno di questo nome”.