Questo il comunicato ufficiale diramato dall’azienda di servizio pubblico televisivo firmato dal direttore generale Antonio Campo Dall’Orto:
“La Rai ha deciso la chiusura di Parliamone Sabato, programma in onda su Rai1. Gli errori si fanno, e le scuse sono doverose, ma non bastano”, dichiara il Direttore Generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto. “Occorre agire ed evolversi. La decisione di chiudere Parliamone Sabato non è infatti solo la semplice e necessaria reazione ai contenuti andati in onda lo scorso sabato, contenuti che contraddicono in maniera indiscutibile sia la mission del Servizio Pubblico che la linea editoriale che abbiamo indicato sin dall’inizio del mandato. E’ anche – prosegue il DG – una decisione che accelera la revisione del daytime di Rai1 sulla quale peraltro stavamo già lavorando da tempo. Questo – conclude – al fine di rendere i contenuti Rai sempre più coerenti ai valori che ne ispirano la missione”.
Il Direttore di Rai1, Andrea Fabiano, aggiunge: “Rinnovo le mie scuse più sincere per quanto accaduto e ribadisco l’impegno per un’offerta sempre ispirata ai valori del Servizio pubblico”.
Dunque, pressata dalle proteste, l’azienda televisiva pubblica ha liquidato il programma del sabato pomeriggio di Rai1.
Intanto, fin da questa mattina, la vicenda aveva assunto connotati politici, con un coro di proteste da tutti gli schieramenti.
Il Partito democratico si era fatto sentire tramite un tweet della deputata Lorenza Bonaccorsi componente della Vigilanza Rai che chiedeva l’intervento della Commissione: “Questa roba sul servizio pubblico non ci deve essere neppure per scherzo”.
Le fa eco Barbara Saltamartini, vicepresidente dei deputati della Lega Nord che parla di “tv spazzatura”. E commenta: “A casa subito autori e conduttrice”.
E Laura Ravetto, di Forza Italia, ironizza: “Per par condicio ora spiegate a noi femminucce perché dovremmo scegliere un uomo del nord europa?”.
Tutto finito? Non crediamo proprio, il caso avrà ancora delle conseguenze.
C’è da sperare che con la medesima sollecitudine si possano, in futuro, punire tanti altri programmi che non rispettano la missione di servizio pubblico.