Nel primo dei cinque appuntamenti previsti per la stagione 2019 di Codice – La vita è digitale siè parlato di come i meccanismi del gioco si adattino a molti altri contesti digitali e, di conseguenza, alla nostra vita di tutti i giorni.
Seguiamo insieme la diretta della prima puntata di Codice – La vita è digitale.
“È possibile promuovere una società basata sui meccanismo del gioco, con ricompense e giochi a premi, bonus e penalità? E quanto è etico?”: con questa domanda Barbara Carfagna inizia la puntata. Insieme a lei, Federico Pistono, il futurist che spiega come il mondo del gioco e la tecnologie in generale stiano cambiando il rapporto tra gli uomini e la stessa struttura della società.
Il servizio successivo è un’intervista al gamer e youtuber Favij, tra i più conosciuti e apprezzati nel suo mondo. Spiega la realtà video-ludica, l’idea di comunità che lo anima e come da quel contesto vengano contenuti che arricchiscono lo sguardo anche sul mondo reale.
Fabio Viola, creatore di videogiochi, ne parla in studio. Mette in fila una serie di considerazioni su come dai meccanismi con cui ci si comporta nei videogiochi possano scaturire idee innovative su come organizzare le nostre società.
Approfondisce l’argomento anche Lucrezia Bisignani, Imprenditrice sociale italiana – tra le più influenti nel mondo – che si occupa dello sviluppo di progetti di “Edutainment”. Si tratta di programmi educativi per bambini e adolescenti che ruotano intorno al gioco. Applicazioni, programmi informatici, materiali digitali che favoriscono l’apprendimento negli ambiti più svariati. Il suo lavoro, al momento, si concentra con successo in Africa.
In paesi come Israele, intanto, il gioco è utilizzato per favorire l’apprendimento in settori strategici, come quello della cyber security. “Sfruttiamo la dopamina rilasciata durante le sessioni di gioco per favorire l’acquisizione di competenze complesse attraverso l’elementarità di alcuni meccanismi ludici”, dicono i responsabili dei programmi statali israeliani.
L’utilizzo in contesti non ludici dei meccanismi del gioco è diventato il paradigma anche di scelte politiche. Alcune città come Stoccolma e Santa Monica, hanno scelto la gamification per gestire al meglio problemi di traffico o la gestione dei servizi. Lo stesso accade per favorire alcune dinamiche sociali di interesse comune.
Ma è in Asia che tale approccio è più diffuso e sviluppato. Non solo in Cina, anche nella teconologicamente avanzatissima Corea del Sud. Alcuni municipi di Seul utilizzano gamification per favorire la partecipazione dei cittadini alla governance della città.
Un indirizzo che ha favorito un grosso avanzamento pure nella definizione di blockchain indipendenti o nellimplementazione di token e monete digitali.
Gianluca Sgueo della “New York University” parla del meccanismo – diffuso in Cina, ma non solo lì – della “cittadinanza a punti”. A ciascun cittadino vengono assegnati dei punti, destinati ad aumentare in caso di comportamenti virtuosi, a calare in caso contrario.
Ma è lui stesso a mettere in guardia sia dalle implicazioni nella libertà di scelta degli individui, sia nel digital divide ancora da affrontare. Abbiamo le conoscenze per poter realizzare determinati sistemi, ma siamo lontani dal poterli generalizzare.
Quel che succede in Cina lo racconta anche un servizio del giornalista Claudio Pagliara. Il corrispondente Rai da Pechino parla di come si sia diffusa la gamification nel paese asiatico, insieme, però a molte contraddizioni.
David Orban della Singularity University spiega come il gioco aiuti a tenere vivo un approccio alla vita reale particolarmente adatto alla modernità. Curiosità viva, capacità di adattarsi, ricerca di soluzioni sono sempre più importanti anche in età adulta. Ma è importante avere un rapporto sano col gioco, imparando a cogliere i segnali di eventuali dipendenze.
Don Patrizio Coppola è un sacerdote di Avellino che ha creato l’Università dei vidogiochi. Una scelt aper chiamare a sé i giovani, ma soprattutto per dargli un futuro. “Ho capito subito le opportunità del digitale e dei videogiochi. Sono un’arte e meritavano un percorso universitario specifico che attualemnte dà lavoro immediato all’80% degli iscritti”, dice.
Fifa è il videogioco per console più venduto in Italia. Attorno al famoso videogioco sul calcio sono nati campionati nazionali, continentali e mondiali, con milioni di giocatori professionisti che nel calcio virtuale vivono le stesse dinamiche professionali dei calciatori nel mondo reale.
Tra i più bravi in questo c’è l’italiano Daniele Paolucci, asso internazionale del genere.
Il gioco e la realtà virtuale aiuta anche i bambini ricoverati negli ospedali per lunghe cure. La “Cura digitale” aiuta i piccoli malati a distrarsi, sopportare meglio le cure e imparare grazie a programmi ludico-ricreativi studiati ad hoc.
Uno dei programmi maggiormente sviluppati in questa direzione viene messo in pratica all’ospedale diTaranto, per i bambini del reparto oncologico.
La prima puntata di Codice – La vita è digitale finisce qui.