Nicola Gratteri procuratore capo della Dda di Catanzaro, da sempre in prima linea nella lotta per la legalità, nell’ambito della rassegna “Estate a casa Berto” svoltasi a Capo Vaticano, ha bollato come inutili e dannose alcune serie tv che raccontano, secondo il suo giudizio, in modo sbagliato le mafie. “Qualche grande personaggio che si definisce intellettuale – attacca Gratteri – dice che vogliamo censurare la cultura. Io invece sono preoccupato perché i bambini si nutrono di queste porcherie”.
Nel mirino finiscono quindi inevitabilmente serie tv di successo come Gomorra che influenzano in maniera negativa gli adolescenti. Gratteri spiega: “Oltre a fare il magistrato, io sono seguito da migliaia di persone per le quali sono un modello ciò significa che devo stare attento a quello che dico e a quello che faccio. Se so che scrivendo un romanzo, una sceneggiatura o qualsiasi altra cosa posso nuocere al comportamento dei ragazzi quel prodotto non lo faccio altrimenti sono uno spregiudicato o un ingordo che voglio solo guadagnare soldi”.
Intanto questa sera, sabato 3 agosto, su Rai 3 alle 20.10 il magistrato Nicola Gratteri, e il giornalista Antonio Nicaso raccontano la realtà della ‘ndrangheta, la più potente holding criminale del mondo. Domina il mercato della cocaina e muove fiumi di denaro.
Il suo fatturato annuo supera i 50 miliardi di euro. Dalla Calabria la ‘ndrangheta si è espansa su tutto il territorio italiano e si è insediata in tutti i continenti. Arcaica e al tempo stesso modernissima, si è infiltrata nell’economia legale per riciclare i proventi delle sue attività.
“Infinito crimine”. Indagine sulla ’Ndrangheta” è un viaggio nella storia e in una terra ferita e oppressa dalla presenza di una mafia pervasiva e feroce. Dal santuario di Polsi, dove ogni anno si riuniscono i vertici delle cosche, al Porto di Gioia Tauro, il principale punto di accesso del traffico di cocaina nel Mediterraneo, fino all’Aspromonte e ai comuni della Locride insanguinati dalle faide e dove l’omertà è legge.