E molti artisti made in viale Mazzini potrebbero anche decidere di lasciare l’azienda per altri lidi televisivi. Ma è notizia recente che l’Avvocatura dello Stato ritenga improprio questo provvedimento. A svelarlo è stato il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonio Giacomelli, in un convegno sul rinnovo della concessione Rai. Il sottosegretario ha anche sottolineato che “tale tetto massimo è improprio anche rispetto all’idea della Rai che ci siamo dati, cioè di un’azienda che deve essere presente sul mercato“.
Sul parere dell’Avvocatura di Stato interviene anche il direttore generale della Rai Antonio Campo dall’Orto. Infatti dice che: “questa novità rende tutti un po’ più fiduciosi. Ora però dobbiamo aspettare gli atti formali prima di portare la questione nel consiglio di amministrazione“.
Da tempo circolava tra tutti gli artisti un grande disappunto. Ultimo in ordine di tempo è stato, il 29 marzo, Fabio Fazio che ha affidato ad un tweet il suo stato d’animo. Infatti il conduttore di “Che tempo che fa“ uomo di punta della Rai, non solo di Rai 3, aveva annunciato che il suo futuro poteva non essere solo di conduttore ma anche di produttore in qualunque posto sarebbe andato. Una chiara indicazione di una possibile fuga da viale Mazzini. Ma già ieri, giovedì 30 marzo, si veniva a sapere che il governo poteva reperire una soluzione per rimuovere il limite di € 240.000 stabilito per i compensi degli artisti Rai introdotto con una delibera del Consiglio di Amministrazione. Intanto non solo Fabio Fazio ma tutte le altre star cominciano a guardarsi intorno. A rischiare di più sarebbero stati artisti come Carlo Conti, lo stesso Fabio Fazio, Antonella Clerici, Alberto Angela, i cui cachet sono considerati abbastanza elevati. Ad esempio Carlo Conti è stato già al centro delle attenzioni per il suo cachet percepito per la direzione artistica e la conduzione dell’ultimo Festival di Sanremo. Si parlava di € 650.000 lordi per le 5 serate.
Questo tetto di stipendi di € 240.000 lordi annui avrebbe dovuto essere esteso anche agli interpreti della fiction. E in questo settore e naturalmente a rischiare di più sarebbero stati Luca Zingaretti, Terence Hill e Alessandro Gassmann insieme a Lino Guanciale interpreti, questi ultimi, rispettivamente de “I bastardi di Pizzofalcone” e “La porta rossa”. Se invece non dovesse passare questo provvedimento anche gli attori sono salvi. In effetti si tratta di una situazione un po’ singolare perché proprio lo scorso 10 marzo il governo ha assegnato alla Rai il compito di realizzare servizio pubblico per i prossimi 10 anni. Ma la missione che è stata affidata è precisa: la tv di Stato deve realizzare opere di alta qualità insieme a prodotti che devono valorizzare l’Italia. In quest’ottica rientrerebbero serie come “I Medici“, “Leonardo” ed altre produzioni storico-scientifiche già in cantiere. Tra queste ad esempio le fiction su Raffaello e Macchiavelli già in cantiere con la Lux Vide di Luca e Matilde Bernabei.