In prima serata, alle 21,15, va in onda un nuovo appuntamento con «Quinta Colonna». In apertura di puntata, Paolo Del Debbio ospita in studio Matteo Renzi, già intervenuto, in passato nel talk show politico di Retequattro.
L’ex presidente del Consiglio dei Ministri, in corsa con Andrea Orlando e Michele Emiliano per le Primarie del Partito Democratico del 30 aprile, commenta tutti i temi più caldi del momento, dall’imminente sfida politica fino all’ipotesi di un aumento dell’Iva.
A seguire, il programma a cura di Raffaella Regoli si occupa delle polemiche sui vitalizi. Spazio anche alla cronaca, con aggiornamenti in diretta sulla caccia a “Igor il russo”, accusato degli omicidi di Budrio e Portomaggiore, con collegamenti dalla zona.
In studio, politici e giornalisti. Gli inviati di «Quinta Colonna» sono nella piazza di Palermo. Infine, non mancano gli interventi di Gene Gnocchi.
Secondo capitolo di “Casa Capuozzo”, il viaggio di «Terra!» nel mondo delle migrazioni. L’inchiesta prosegue questa sera, lunedì 24 aprile, in seconda serata, su Retequattro. Le altre date sono l’8 e il 15 maggio.
Il percorso di Toni Capuozzo e del suo operatore di fiducia Salvo La Barbera, continua. Anche nella puntata odierna si ciontinua a raccontare l’Italia «dell’immigrazione, della solidarietà, dell’impotenza, della vacuità verbale e dell’incapacità della politica di affrontare e gestire un problema, come si dice, epocale».
C’è una immagine che tutti, prima o poi, hanno incontrato sui libri di scuola. Una bimba, un’esule giuliano dalmata, con una piccola valigia tra le mani. Quella foto rappresenta l’esodo dal proprio paese, l’orrore delle foibe, l’abbandono di culture e tradizioni con l’angoscia nel cuore.
Quella bambina si chiama Egea Hafner e Capuozzo l’ha intervistata, come ha intervistato cittadini extracomunitari che chiedono il riconoscimento dello status di rifugiato politico. Fuggono anch’essi da morte e distruzione. E con loro migliaia di altri immigrati «che non avrebbero titolo per vivere in Italia, un territorio che non offre nulla se non disoccupazione, lavoro nero e clandestinità».
A “Casa Capuozzo” parlano i sindaci, avamposto di una macchina politico amministrativa che non ha saputo affrontare il problema, oscillando tra «buonismo ingenuo e populismo rancoroso». Nelle loro parole, voglia di accogliere, d’integrare, ma anche «la denuncia dei limiti e della miopia di decisioni prese dall’alto, fondate sulla incapacità di fare i conti con una realtà complessa che nessuno, sembra, abbia voluto affrontare per tempo».