Tra i piatti forti, un’intervista esclusiva all’ex Sottosegretario Giancarlo Giorgetti, braccio destro dell’ex Vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini. Con lui, Giordano approfondirà le tappe d’insediamento del Governo Conte Bis e i nuovi equilibri parlamentari.
In trasmissione, inoltre, una finestra sulle politiche economiche dei prossimi mesi e sull’indirizzo del nuovo esecutivo sul tema delle pensioni.
Fuori dal coro prova così ad affermarsi da subito anche nella nuova stagione televisiva. Ad oggi, sono previste sette puntate complessive, ma se dovessero essere confermati i buoni risultati d’ascolto della scorsa edizione, non è escluso che la programmazione possa essere estesa.
Seguiamo insieme la diretta della prima puntata di Fuori dal coro.
Con fare esagitato, in apertura Mario Giordano presenta i temi della serata. Si sofferma molto sul caso di Bibbiano, esprimendo il suo grosso turbamento.
Poi, chiama a sé alcuni acrobati per inscenare un piccolo circo. Un modo ironico per introdurre la riscostruzione della crisi di governo consumatasi nel mese di agosto. Un subbuglio politico finito appena due giorni fa con il voto di fiducia del Parlamento al Governo Conte Bis.
Il primo servizio mette alla berlina il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per la sua incoerenza. È seguito da un secondo filmato, sulle dichiarazioni contraddittorie anche da parte di Matteo Salvini.
Un terzo spezzone evidenzia gli insulti intercorsi tra gli esponenti del Movimento Cinque Stelle e quelli del Partito Democratico fino al giorno dell’apertura della crisi.
“D’accordo l’attaccamento alla poltrona ma qui non si vogliono far votare gli italiani. C’è paura nel far scegliere i cittadini”, dice Mario Giordano. Per rafforzare il concetto, ha portato in studio una poltrona.
Il commento del conduttore si conclude con l’allusione al fatto che dietro tutto ciò ci sia l’Unione Europa. Se non direttamente, quantomeno perché simbolo dei poteri forti che richiedono obbedienza.
Finora, Mario Giordano si è mostrato come intrattenitore più che come giornalista e conduttore di talk show.
Dopo il cappello introduttivo, il primo vero tema di Fuori dal coro è l’immigrazione.
Per introdurlo, Mario Giordano manda in onda un video in cui un immigrato irregolare del Togo spintona e fa cadere una donna alla stazione di Lecco. “Potrebbe essere vostra madre, vostra sorella, vostra moglie”, sobilla il conduttore, in vena di demagogia spicciola.
Il suo intento – come chiarisce appena dopo – è quello di avvertire il pubblico: con il nuovo governo, aumenteranno gli arrivi degli immigrati e i profitti delle ONG.
Per suffragarre il suo avvertimento, riporta le accuse alla Onlus “Madre Teresa Giuliani” di Borgo Priolo (Pavia). Nelle scorse settimane, la Guardia di Finanza ha reso note alcune presunte irregolarità contabili e presunti collegamenti con la ‘ndrangheta da parte dell’associazione. In realtà, è una vicenda marginale e le accuse devono ancora essere provate.
Il passaggio successivo prevede sarcasmo sulle ONG che salvano vite in mare. Seguito da un servizio giornalisticamente vago e claudicante ad un singolo – di nuovo, solo presunto – dipendente della ONG spagnola Open Arms. Parla delle mancate condizioni di lavoro dignitose a bordo nave.
Infine, Giordano porta ad esempio la muraglia cinese e le mura vaticane per sostenere la politica dei muri. “Tutte le grandi civiltà nascono dai muri”, si accende. Scelta alquanto bizzarra.
La propaganda continua con la riproposizione del celebre “La rabbia e l’orgoglio”, scritto da Oriana Fallaci. Le sue parole tuonarono dopo l’attacco alle Torri Gemelle di New York, di cui oggi ricorre il 18esimo anniversario.
Un lavoro che viene spesso tirato in ballo in queste occasioni, ma che negli anni è stato ampiamente criticato per palesi forzature.
Subito dopo, ancora propaganda. Stavolta, il tema è quello delle catenine d’oro indossate da alcuni immigrati che sbarcano sulle nostre coste, interpretate come simbolo di opulenza.
Argomento piuttosto risibile, già confutato, ma che evidentemente fa comodo rimettere in circolo di tanto in tanto.
Poi, la questione dei 35€ pagati quotidianamente dalle Prefetture per l’accoglienza dei richiedenti asilo.
Il dubbio sulla destinazione di quei soldi viene insinuato con un nuovo servizio. Parla della vicenda di Don Aimè, un sacerdote del senese, e della società Cassiopea, impegnata nel circuito d’accoglienza.
Nelle tasche del prelato sembrerebbero essere finite indebitamente decine di migliaia di euro destinate ai servizi per i migranti.
Sono tutti casi reali, benché le accuse siano ancora da provare. Il problema è che sono vicende circoscritte e difficilmente generalizzabili per sostenere la necessità di smantellare il sistema. Utilizzarle per le invettive anti-migranti è quantomeno pretestuoso.
Più che portare prove e ricostruzioni fondate, Fuori dal coro sta tentando di alimentare tanti piccoli dubbi nei telespettatori. Dubbi che, messi uno in fila all’altro, finiscono per allarmare il pubblico al di là di ogni fondatezza dei timori.
La giornalista Luisella Costamagna, chiamata al commento in video, parla di “schifo”. Poi, invita ad una certa cautela, per non infangare anche le tante organizzazioni che lavora bene e con risultati, rispettando tutte le norme.
La finestra sull’immigrazione si chiude con Mario Giordano che impugna la cazzuola e un mattone per caldeggiare la costruzione di muri. Uno show.
Ora è il momento dell’intervista a Giancarlo Giorgetti. L’ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, della Lega, racconta com’è nata la crisi politica che ha portato al cambio di governo.
Quando Matteo Salvini aprì la crisi, l’8 agosto scorso, in molti parlarono di suoi presunti malumori nei confronti del Segretario.
In questa intervista, però, ribadisce la linea del partito: il governo era bloccato e non c’erano più i presupposti per andare avanti. Da tempo, le differenze di vedute erano diventate insostenibili.
“C’è stato un errore, anche solo nelle dichiarazioni?”, chiede Giordano. Secondo Giorgetti no, anche perché molte delle dichiarazioni sono state estrapolate e riscostruite ad arte.
Sul Presidente del Consgilio Giuseppe Conte: “Preparatissimo, un vero professore, molto professore. All’inizio, non aveva una sua dimensione politica, ma l’ha acquisita man mano. Lui, dopo le elezioni europee, ha pensato di porsi al centro”.
Lo stesso Giorgetti, poi, conferma le voci di questi giorni, secondo le quali era destinato al ruolo di Commissario Europeo per gli Affari Economici. Lui dice di aver rinunciato per coerenza: “Chi andavo a rappresentare? Il primo o il secondo Governo Conte?”. Ricordiamo che l’incarico è stato affidato ieri all’ex Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.
Sul Movimento Cinque Stelle dice che “si sta istituzionalizzando”. Mentre, rigetta l’accusa di latitanza della Lega dal Parlaemnto Europeo: “Non ci vogliono perché siamo sporchi e cattivi”. Prudente ma sereno, invece, sul proseguimento dell’esperienza del Centrodestra con Forza Italia e Fratelli d’Italia.
È il momento di parlare delle pensioni. In studio c’è Franco Tunesi, operaio specializzato che aspetta di andare in pensione, nonostante abbia già raggiunto il massimo contributivo previsto.
La sua storia viene portata ad esempio per parlare di tre argomenti specifici: Quota 100, la Legge Fornero e i vitalizi dei Parlamentari.
Mario Giordano paventa l’abolizione di Quota 100 e la reintroduzione della Legge Fornero.
In realtà, il conduttore omette che la Legge Fornero non è stata mai abolita. Il primo Governo Conte, nei 14 mesi di esercizio, pur introducendo Quota 100, non ha abolito la Legge Fornero.
“È giusto che Franco debba aspettare per andare in pensione, dopo aver lavorato 41 anni, quando alcuni politici godono di vitalizi stratosferici dopo aver lavorato pochi anni?”, chiede Giordano, retoricamente, al pubblico. Si dice consapevole della legittimità per legge di tali vitalizi, ma si domanda se sia giusta la legge.
Subito dopo, un servizio parla dei casi degli Onorevoli Luciano Violante, Anna Finocchiaro e Sergio D’Antoni. I quali percepiscono svariate migliaia di euro mensili di pensione.
In chiusura, si collega in video con l’Onorevole siciliana Eleonora Lo Curto, dell’UDC. Le chiede di cosa accade nella Regione Sicilia, dove – a detta del conduttore – si lavora poco, a fronte di una legge regionale sui vitalizi che ancora manca. Lo Curto annuncia che verrà fatta entro l’anno, mentre giudica pretestuose le accuse di scarso impegno lavorativo.
Ora inizia quello che è stato annunciato come il momento clou della trasmissione, dedicato al presunto scandalo di Bibbiano.
Mario Giordano la introduce con un’espressione afflitta, tormentata dal dolore. “Per tutta quest’estate non ho avuto pace”, si sfoga. Non è possibile, dice, strappare i bambini dalle madre e venderli. Non si può attaccare la famiglia per soldi e ideologie, rincara.
In studio ci sono Anna e Franco – i nomi sono fittizi – genitori di Camilla (altro nome fittizio), bambina di due anni.
La piccola sarebbe stata sottratta alla custodia dei genitori con violenza, durante una visita di finte Guardie Zoofile dell’Ente Nazionale Protezione Animali.
Va in onda un video che fa vedere i momenti in cui le finte guardie letteralmente strappano Camilla di genitori. Un video mandato in onda per la prima volta da Chi l’ha visto?, su Rai3.
Ma attenzione: sia l’ENPA, sia la Polizia Locale, sia il Servizio Sociale del Comune di Reggio Emilia hanno proclamato la loro estraneità. Contestualemnte hanno denunciato la coppia per diffamazione. Al momento, dunque, il video è da trattare con molta cautela.
Tuttavia, sia i genitori in studio, sia il loro avvocato confermano che si trattasse di assistenti sociali.
Dal quadro accusatorio relativo al caso di Bibbiano, per ora, emerge un sistema collaudato. Attraverso una serie forzature amministrative e psicologiche, decine di bambini sono stati sottratti alle loro famiglie con accuse false. Il fine era quello di affidarli ad altre persone in cambio di denaro. Il tutto, corroborato da illeciti nell’organizzazione e nella gestione del servizio di assistenza sociale.
Un caso simile a quello di Camilla è quello di Sara (nome fittizio). Mario Giordano racconta di come sia stata portata via dalla famiglia per incuria genitoriale, presunti maltrattamenti e violenza sessuale da parte del padre. Ma, secondo l’inchiesta, le accuse alla famiglia erano state costruite ad arte dagli Assistenti Sociali.
Pare che le confessioni della bambina siano state estorte (o addirittura inventate) durante i colloqui con la psicologa, condotti con modalità a dir poco anomale.
È uno dei casi più conosciuti dello scandalo di Bibbiano. Se ne è parlato molto perché la famiglia affidataria è composta da due donne omosessuali. Dunque, al già delicatissimo tema del caso, si è aggiunto il dibattito sugli affidamenti alle coppie omosessuali.
Con l’aiuto dell’Avvocato Morcavallo, in collegamento video, Mario Giordano sottolinea come tutto ciò sarebbe avvenuto per soldi. Il sistema degli affidi muove un business milionario, tra perizie, consulenze, colloqui, gestione delle case famiglia, affidi veri e propri. Secondo Morcavallo, è questo il motivo per cui i bambini non sono stati ancora riportati alle loro famiglie.
Una tesi tutta da verificare.
Una delle figure centrali dell’inchiesta è Claudio Foti. È il Direttore della Onlus piemontese Hansel e Gretel, considerata dall’accusa il fulcro del sistema illecito. Nel suo ambito, Foti è considerato un grande esperto, ma in questo caso avrebbe alterato il sistema degli affidi per soldi. Fondi pubblici, principalmente, oltre al denaro pagato dalle famiglie affidatarie per mettere in atto la sottrazione.
Una fonte definita segreta, cioè un ex dipendente della Onlus, conferma procedure alquanto dubbie durante il lavoro.
Nel frattempo, un’altra mamma racconta ai microfoni di Fuori dal coro come le è stta aportata via la figlia. Le modalità sono sempre le stesse e prevedono la costruzione di prove fasulle per mettere in cattiva luce i genitori naturali.
La prima puntata di Fuori dal coro finisce qui.