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L’introduzione di questa puntata è dedicata agli italiani e alla passione per Star Wars. Gli intervistati, vestiti secondo la saga, inscenano dei personaggi e dicono la loro sulla crisi in Italia, sull’obbligo ad espatriare e sul ruolo della classe politica. Fa strano sentir dire, da una Leila qualsiasi, “le mie possibilità non sono adeguate alle tasse che pago”.
Per questa ventesima puntata, gli ospiti sono Claudia Gerini e Andrea Vianello, ex direttore di Rai 3.
Si passa a parlare di legittima difesa. Diego, ex “fuorilegge” come lui preferisce essere chiamato, racconta il suo passato. Ora frequenta una associazione che sta vicino agli ex detenuti. L’uomo, che non viene mai ripreso in volto, descrive nel dettaglio il modus operandi delle rapine. E’ l’occasione giusta per riflettere sulla nuova legge sulla legittima difesa, che tutela il cittadino se si trova minacciato nei beni o nei diritti. Diego ha pagato solo 20 giorni di galera per un migliaio di furti. “Ci saranno un sacco di morti”, commenta l’ex ladro.
In studio ecco G.Moroni, costretto, da 14 anni, a dormire in azienda per proteggerla dai ladri. “L’istinto di proteggere la propria casa è talmente forte che serve una pistola, se ho un vaso te lo spacco in testa”, commenta la Gerini.
Enrico Lucci annuncia l’esperimento di puntata. Matteo Salvini intervistato dalla sua “coscienza“, ovvero Ubaldo Pantani. La fase 1 è l’osservazione, con il politico impegnato al Parlamento di Strasburgo, seguita dalla fase del trucco e del confronto. Si parte con l’intervista, originale e divertente. Il leader della Lega risponde alle domande con sincerità, la sua “coscienza” usa l’ironia e la malizia. Salvini parla del suo lavoro, dei suoi colleghi, della vita privata e di situazioni anomale nelle quali potrebbe essere coinvolto. In conclusione del servizio, il politico canta l’inno d’Italia.
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Ubaldo Pantani arriva sul palco e descrive la sua attività di imitatore. Lucci incalza Vianello e Gerini con domande cattive e maliziose. I due, ovviamente, non si espongono.
Si ritorna seri parlando della situazione in Libia, nello specifico di Tripoli. I due inviati raccontano da vicino come si vive nella città. A Tripoli risiedono da 1 a 3 milioni di migranti. Il collasso economico della Libia è la conseguenza del disastro della politica. La lotta ai trafficanti prosegue senza sosta. Ogni guardia costiera pattuglia una determinata zona nel mare. I centri di detenzione libici sono colmi di migranti colti in flagrante mentre tentavano la traversata nel Mediterraneo. I migranti, trattati come merce, denunciano i soldi spesi per un “sogno” (raggiungere l’Italia) versati ai libici, che poi, a loro volta, cedono informazioni alla polizia. La guerra ha lasciato un paese senza futuro, lasciando strascichi in tutta la popolazione.
A.Negri, giornalista de Il Sole 24Ore descrive le differenze fra la Libia del passato e del presente.
Selenia Orsella ci porta nel mondo della nobiltà incontrando la principessa Giacinta Ruspoli. “Anche i nobili piangono miseria”, commenta l’inviata a seguito delle esternazioni della principessa. Si prosegue il giro nel mondo della nobiltà tra principi che preferiscono non parlare di lavoro (ammesso che ne abbiano uno) ed eccellenze che hanno deciso di intraprendere un percorso culturale e umanistico dettatogli “dalla storia”. Il servizio richiama molto lo stile di Lucci, che con sottile e velata ironia prende in giro gli intervistati facendogli credere tutt’altro.
Su questa lunghezza d’onda ecco in studio Barù, nipote di Costantino Della Gherardesca, che di definisce “un nobile ma non un privilegiato”. Proseguendo sul tema, Lucci ne approfitta per ricorrere a doppi sensi su Pippa Middleton, sorella di Kate.
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Si ritorna in studio per parlare del caso di Pomezia.
Nella città laziale è divampato un incendio in una ex fabbrica, che si occupa di smaltimento di rifiuti di carta e plastica. Una nube tossica che è arrivata fino a Roma. Col passare dei giorni, si è scoperto che sul tetto c’erano tracce di amianto. Le maggiori preoccupazioni sono legate all’inquinamento atmosferico e alle coltivazioni. I cittadini avevano già denunciato la situazione alla procura. La popolazione temeva per la propria salute ed incolumità. Tutto, infatti, si poteva prevedere. L’inviato raggiunge telefonicamente l’amministratore unico della società che si occupava dello smaltimento, che però si nasconde dietro un omertoso silenzio. Tra agricoltori e allevatori la paura di dover mandare tutto all’aria è lampante.
Max Paiella, vestito da gladiatore romano, descrive, ironicamente, la situazione dei quartieri di Roma. “Non è possibile che ci siano più turisti a Berlino che a Roma”, commenta Vianello. “Perdiamo il Paese. C’è una città che non fornisce il servizio civile”, prosegue.
Daniele Piervincenzi è andato sulle rive del Tevere alla caccia del “mostro“, il pesce siluro. L’inviato si muove lungo tutto l’argine del fiume, chiacchierando con le persone che abitano sulle sponde e che sono soliti pescare per sfamarsi. Claudio, il sindaco del Tevere, lotta da anni contro chi inquina il suo fiume. L’inviato mangia anche delle anguille pescate nel fiume. Ossessionato dal fantasma del pesce siluro, cerca, in prima persona, di catturarlo, ma con scarsi risultati.
Roberto Brunetti, da “pesciarolo” ad attore, è ormai sparito dagli schermi televisivi e cinmatografici. Sul palco, racconta la sua esperienza.
Anche i cani festeggiano la festa dei lavoratori. Enrico Lucci va ad una festa degli amici a 4 zampe, tra un vestitino di pizzo e un guinzaglio col fiocchetto. Il tutto si svolge in un ristorante, con tanto di piatti creati ad hoc e serviti dal cameriere di turno. Lucci è un maestro nell’inscenare un’intervista semiseria ricorrendo ad una mimica facciale da Premio Oscar. E per non farsi mancare niente, in studio arrivano tre cani su altrettanti passeggini.
La puntata si chiude qui. “Nemo – nessuno escluso” dà appuntamento a giovedì 25 maggio. Giovedì prossimo spazio alla prima puntata di “Facciamo che io ero”, con Virginia Raffaele.