Sarà un viaggio in sei tappe attraverso la catena alpina. Si comincia proprio il 22 maggio nel Bletterbach, un canyon profondo 400 metri nel quale un giovane geologo darà una spiegazione esauriente e molto semplice di come nacquero le Dolomiti 250 milioni di anni fa. L’esperto mostrerà i vari strati che si sono sovrapposti nel tempo.
I telespettatori conosceranno dunque questo posto interessantissimo dal punto di vista geologico in quanto offre la possibilità di osservare le strutture delle gole profonde e, nello stesso tempo, la formazione delle Dolomiti. Il termine Blatterbach significa l’acqua che scorre in un idioma indogermanico. Un momento sicuramente molto affascinante.
Successivamente Piero Badaloni arriva sulla cima della Marmolada: qui un ricercatore del Museo della Scienza di Trento si occupa di valutare la posizione di un ghiacciaio che, a causa dell’aumento di temperatura del globo terrestre rischia di scomparire in poche decine di anni. È l’occasione per parlare delle mutazioni climatiche, un problema che assilla la scienza e gli uomini a livello planetario.
In questa tappa conosceremo un ex ristoratore che alla base della montagna della Marmolada ha trasformato il suo locale in un museo. Qui custodisce una quantità enorme di reperti risalenti alla prima guerra mondiale, tutti trovati nelle gallerie che furono scavate dai soldati sotto il ghiacciaio.
Siamo in presenza di un programma molto particolare perché la storia delle Dolomiti viene letta e raccontata attraverso le vicende personali di chi studia e protegge la montagna, di chi ne ha conquistato le vette e di chi vuole assolutamente preservare la bellezza.
Piero Badaloni che ha realizzato il programma con la collaborazione di Fausta Slanzi ci farà dunque conoscere una serie di personaggi fuori dal comune e assolutamente singolari, tutti uniti da un unico comune denominatore: l’amore per la montagna. Conosceremo un personaggio che utilizza le acque per produrre energia e sfrutta il legname dei boschi per costruire le case facendo però in modo da non intaccare il delicato equilibrio del paesaggio di cui fanno parte non soltanto i monti ma anche gli alpeggi pieni di baite e di malghe, ovvero costruzioni tipiche dell’alta montagna in particolare del Trentino Alto Adige. Vedremo così rifugi alpini e malghe che vivono in armonia il paesaggio, ospitano molti animali come pecore e mucche da cui vengono realizzati squisiti formaggi d’alpeggio.
Così alla bellezza delle montagne che sono dei veri e propri monumenti in naturali si unisce anche l’aspetto gastronomico per completezza di informazione.
I telespettatori conosceranno anche i vari fienili sparsi per le valli ognuno con una sua caratteristica architettura.
Le Dolomiti dunque verranno ha raccontate in tutta la loro globalità. E ricordiamo che dal 2009 sono considerate patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO.
Il reportage in sei puntate dal titolo “Dolomiti, montagne, uomini e storie” offre dunque momenti di riflessione e di studio secondo l’obiettivo di Rai Storia.