Il primo servizio è di Giulio Golia: Il paesino di ‘ndrangheta dove non si vota più. La iena è a San Luca, nel cuore della Calabria: è dal 2013 che non si vota più, cioè da quando il comune è stato sciolto per infiltrazione mafsa. Il problema è che in paese i cognomi sono tutti “pesanti”, rimandando a potenti cosche, e dunque non candidabili. Di fatto, in questo modo, i cittadini si lamentano di essere davanti a una democrazia annullata: anche per chi è incensurato infatti, candidarsi diventa un problema.
Per ogni cittadino che incontra, Golia ricostruisce il “curriculum” dei san luchesi illustri con quello stesso cognome. C’è anche chi ha scontato condanne a cinque anni senza, secondo lui, sapere bene perché.
Si prosegue con un servizio di Pablo Trincia: Ostaggio di uno Stato africano. Il protagonista di questa sorta di spy story è Christian provvisionato, mandato per lavoro in Mauritania ad un meeting: mentre è già nel Paese, con il passaporto in mano ai militari, riceve una telefonata del dirigente che gli raccomanda di andare al consolato italiano. Dopo una serie di vicissiturdini, l’uomo si rende conto di essere stato pedinato: non solo, si accorge di essere stato trattenuto nello stato islamico come ostaggio: solo dopo tre mesi ha potuto contattare la compagna, rinchiuso in una caserma dell’antiterrorismo.
Dopo 21 mesi di prigionia, Christian inizia lo sciopero della fame per attirare l’attenzione della Farnesina: da quel momento, la situazione si sblocca. Senza sapere se è stato pagato un riscatto o cosa sia accaduto esattamente, finalmente Christian può tornare a casa.
Pablo Trincia prova a contattare Davide Castro, il capo di Christian, che si è limitato a una mail dell’avvocato in cui venivano prese le distanze dall’accaduto. L’uomo non è stato nemmeno pagato per il lavoro svolto.
Si prosegue con Mary Sarnataro: Belén: faccia a daccia con la sua hater. La Sarnataro risale a Mary, un’accanita “hater” della Rodriguez: una ragazza che insulta la showgirl in rete ripetutamente, sia nei profili social ufficiali che in altre pagine Facebook. Poi la sorprende in un bar, mettendole davanti la Rodriguez che le chiede spiegazioni sul suo comportamento: Mary tenta di sostenere che sono critiche legittime, ma alla fine deve ammettere di essere stata troppo pesante.
Roberta Rei raccoglie due agghiaccianti testimonianze: L’ambulanza della morte. Viene svelata una pratica spietata nelle ambulanze: malati in fin di vita, quelli che i parenti chiedono di riaccompagnare a casa, a cui veniva messa aria in corpo facendoli morire di embolia. Sapendo che il malato sarebbe comunque morto, lo si uccideva per guadagnare di più dal trasporto e, subito dopo, proporre un’agenzia funebre alla famiglia: impresa funbre da cui, poi, si ottiene un compenso per il “servizio” di favore.
L’ambulanza di cui i due testimoni oculari stanno raccontando, è privata: quelle dell’ospedale infatti, non effettuano questo genere di servizi richiesto dai parenti. Dic erto è che l’ospedale in cui l’ambulanza opera, non dista poi così tanto dalle case dei ricoverati, e il numero dei decessi nel tragitto è molto alto.
Tocca a Luigi Pelazza: I diesel autorizzati dal Ministero fanno male? Vengono ripercorsi i servizi realizzati sulle nanoparticelle rilasciate dai filtri delle auto, duranti i quali la iena aveva chiesto spiegazioni a Del Rio. Il Ministero non ha mai chiesto alle aziende produttrici di mostrare i risultati delle analisi condotte sui filtri. Pelazza inoltre aveva mostrato un nuovo sistema che non nuocesse alla salute, ma mai preso in considerazione nonostante ne fosse stato certificato il funzionamento.
Pelazza si reca ancora una volta da Del Rio, che però ripete solo di aspettare la magistratura.
Con protagonista il cantante dei Negramaro, il servizio successivo è uno scherzo ai danni dell’artista: Giuliano e il lupo. Chiuso in studio per registrare, Giuliano Sangiorgi siritrova a dover badare ad un pastore tedesco da tranquillizzare: ha infatti bevuto la Red Bull lasciata incustodita, e per calmarlo bisogna fargli il verso del caffè che esce.
Nadia Toffa racconta una storia di amore nei social: Si innamora su Facebook e tenta il suicidio. La gionralista incontra due ragazzi la cui mamma Giada, sessantenne, ha conosciuto in chat un fantomatico Adamo innamorandosene.Poco dopo le è stata inviata la foto della tomba di Adamo da parte di un certo Filippo: una bugia che ha portato Giada, ormai innamorata, a tentare il suicidio. La donna era emotivamente fragile, visto che stava già elaborando il lutto del marito.
La Toffa rintraccia il responsabile, costringendolo ad ammettere di aver inventato Adamo perché si annoiava.
Dino Giarrusso si occupa di diffamazione in rete: Quando una bufala ti distrugge la vita. Da qualche giorno nel web gira la foto di un ragazzo, invitando a segnalarlo come pedofilo: Alfredo, questo il suo nome, racconta come la bufala fosse diventata virale, arrivando a 200mila condivisioni in poche ore. La diffamazione è poi passata al reale, tanto che Alfredo ha trovato le mura del suo bar imbrattate e che molte mamme non mandano più i bambini.
Dato che l’algoritmo di Facebook controlla le foto, ma non le parole che accompagnano un semplice primo piano, la viralità della bufala non può essere fermata. Con l’aiuto di un hacker perciò, Alfredo sta tentando di rendere virale la smentita.
Al termine del servizio, il ragazzo è in studio: invita ad “accendere il cervello” prima di condividere un contenuto nei social.
Partendo dalla morte del cantante Chris Cornell, Liza Boschin parla di Quando un sonnifero dà dipendenza. Raccogliendo la testimonianza di chi ha assunto benzodiazepine, contenute negli psicofarmaci, finendo per esserne dipendenti: senza che qualcuno ne controllasse l’assunzione, si sono ritrovati ad essere dei tossicodipendenti di una droga legalizzata. La iena raccomanda di non interrompere l’abuso di colpo e di rivolgersi a un medico.
In studio Matteo Viviani puntualizza alcuni punti sugli articoli usciti sul Blue Whale, in particolare uno uscito sul Corriere della Sera e che lo etichettava come fake news. Viene quindi lanciato il servizio della iena: Blue whale: i consigli della polizia. Viviani ha intervistato Elisabetta Mancini, dirigente della Polizia di Stato, direzione anticrimine: nel giro di poche ore, spiega la Mancini, sono stati scongiurati ben tre casi riconducibili al gioco della morte.
Pochi minuti dopo le 23.30, viene riproposto lo scherzo realizzato a Pupo nell’edizione de Le Iene presentano Scherzi a parte.
A mezzanotte Fabio Agnello ci parla di Una rocca pronta a crollare. Nel comune di Marineo, in Sicilia, una rocca incombe sopra un centro abitato come una spada di Damocle. Le persone temono per la propria incolumità, dato che rischiano di rimanere colpiti da un momento all’altro. L’organo competente per la gestione di questo genere di emergenze è la protezione Civile, ma qui inzia lo scaricabarile: la responsabilità dell’intervento viene rimbalzata con la Regione.
Infine, viene replicato il servizio di Matteo Viviani sul Blue Whale. La puntata si conclude qui.