{module Pubblicità dentro articolo 2}
La Sardegna ripresa da David Holm non è quella patinata del turismo in Costa Smeralda, non sono le acque cristalline da cartolina. È invece quella dei pescatori, degli ancestrali Mamuthones, dei pastori, dei murales, dei visi segnati dal sole, delle onde che si infrangonoi sugli scogli.
Lo spot si apre in mare aperto, su una barca. Inquadrati i visi dei pescatori a bordo, la telecamera si sposta sui pesci pescati che vengono riversati a bordo: sullo schermo compare la scritta “il nostro sushi”. Ci si sposta quindi sulla terraferma, dove una panoramica su un nuraghe diventa “i nostri loft”; le vie di Orgosolo invece, caratteristiche per gli spettacolari murales, sono “il nostro vernissage”. La sfilata dei Mamuthones è “il nostro Halloween”, i pastori con le loro barbe “i nostri hipster”, le onde del mare che battono sugli scogli “il nostro sound”, gli amanti del surf “i nostri social”.
L’intero spot è una promozione non solo della birra Ichnusa, quanto della Sardegna intera. Interamente giocato sulla contrapposizione tra le mode del momento e le caratteristiche della Sardegna, lo spot omaggia la terra in cui l’Ichnusa nasce. Un luogo secolare, intriso di fascino e autenticità.
Non è un caso infatti, che la campagna pubblicitaria si conclude proprio sulla birra Ichnusa, la cui bottiglia viene mostrata con le varie etichette siccedetesi negli anni. Anzi: la stessa birra ha più di cento anni, a sottolineare ancora una volta quanto la Sardegna abbia radici antiche, al punto che lo è persino la birra.
Di più: l’Ichnusa diventa “la nostra anima”, a ribadire il legame profondo con i sardi e il radicamento nella loro quotidianità.
Evocativo più di una campagna promossa da un qualsiasi ente per il turismo, lo spot si basa sul contrasto: la fotografia in bianco e nero, la contrapposizione tra le immagini e le scritte che le illustrano, per raccontare una terra anch’essa di contrasti, dove le tradizioni non sono state intaccate dalla contemporaneità.