La puntata inizia con un siparietto tra la conduttrice Stella Pende e Bruno Vespa. Lo storico giornalista Rai sembra essere stato molto puntiglioso nel definire i dettagli dell’intervista e si risente quando capisce che potrebbe durare molto di più. Quello tra i due, però, sembra più uno stuzzicarsi tra amici che un vero incidente. Poi si prosegue con una carrellata sugli innumerevoli pezzi di storia che Vespa si è trovato a raccontare.
La prima domanda è scomoda: sui compensi Rai. La polemica sul nuovo contratto di Fabio Fazio nei giorni scorsi ha coinvolto anche lo stesso Vespa, che ha detto di non essere d’accordo con il tetto e di non volere tetti al suo contratto. La seconda domanda, invece, è sul cambiamento di Porta a Porta negli ultimi anni. La storica trasmissione di Rai1 ha visto rivisitata la sua struttura, mescolado argomenti seri come la politica ad altri più frivoli. Bruno Vespa spiega che il pubblico non rispondeva più ad una trasmissione monotematica ed era necessario cambiare.
Il passaggio sul rapporto con Berlusconi, da molti indicato come suo politico di riferimento, è interessante. Il giudizio sul Cavaliere da parte di Vespa è effettivamente positivo. Pur non confermando il fatto che sia il suo politico di riferimento ne riconose i meriti per “aver dato voce ad una parte di Italia che non l’aveva. L’Italia senza Berlusconi sarebbe stata diversa”. Su Renzi e Grillo il giudizio è meno compiaciuto.
Il momento più duro per l’Italia Vespa lo indica tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80. Mentre, quello professionalmente più difficile è stato il ’93, quando si dimise da Direttore del Tg1, senza avere le idee chiare.
L’intervista al figlio di Riina è un passaggio giudicato controverso che però Vespa rivendica professionalmente come intervista storica. Dice: “Per la prima volta, grazie a quell’intervista, io ho capito cos’è davvvero la mafia“.
Di fronte ad uno scoop Vespa cosa fa? Se è una notizia si dà sempre, eccetto quando si mettono in pericolo le persone.
Poi viene il ricordo di un altro momento storico: la telefonata in diretta a Porta a Porta di Papa Giovanni Paolo II, il 13 ottobre 1998.
Vespa indica in Indro Montanelli il suo maestro, nei suoi reportage una luce professionale. L’amore e le donne sono le vere passioni di Bruno Vespa. Dice, a sorpresa, che la politica lo incuriosisce, ma quando, negli anni ’70, gli proposero di fare il corrispondente da Montecitorio, scappò a gambe levate. Altre passioni sono il vino e la musica classica.
La puntata finisce qui.