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Il viaggio di Iannacone inizia dalla casa di Edda Fasciano, una donna di 49 anni che si è trovata a gestire una situazione assolutanente inaspettata. La sua esistenza, infatti, è cambiata radicalmente sedici anni fa quando ha meso al mondo Giulio, nato con una malattia genetica: la sindrome di Dravet. Si tratta di un’encefalopatia epilettica refrattaria, che si presenta in neonati altrimenti sani. E’ più comune nei maschi rispetto alle femmine. L’esordio si verifica nel primo anno di vita con crisi generalizzate epilettiche che compaiono ogni 1-2 mesi e spesso all’inizio si associano alla febbre.
Per assistere il figlio Edda ha dovuto rinunciare alla sua vita e alla grande passione per la musica e il contrabbasso. Sono trascorsi tanti anni, ed oggi Edda, dice ripensando ai tanti sacrifici fatti: “ Quando mi sono andati via gli ultimi calli alle mani, ho capito di aver perso qualcosa”.
Il secondo, importante incontro di Iannaccone, è con una famiglia caratterizzata dalla presenza di due mamme, Maria Silvia e Francesca, quattro bambini, Margherita – Giorgio – Raffaele e Antonio, ma nessun padre. Una famiglia come le altre, che vive come le altre, ma che nel nostro paese purtroppo, si ritrova a fruire di meno diritti delle altre.
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Le famiglie Arcobaleno sono donne e uomini che hanno accettato la propria omosessualità dopo avere già avuto figli all’interno di una relazione eterosessuale, oppure coppie omosessuali che hanno realizzato il proprio progetto di genitorialità o che aspirano a realizzarlo. Ma più semplicemente sono persone, unite dalla consapevolezza che una famiglia nasca dall’amore, dalla responsabilità e dal rispetto, molto più che da esclusivi legami biologici.