Il film è tratto dal romanzo Perdersi scritto nel 2007 da Lisa Genova una neuroscienziata molto nota ed è stato pubblicato in Italia lo stesso anno. Nel cast anche Alec Baldwin, Hunter Parrish, Kate Bosworth, Kristen Stewart.
La protagonista di Still Alice è la dottoressa Alice Howland (Julianne Moore) una apprezzata docente universitaria della Columbia University. La sua è una famiglia modello, il marito è un prestigioso chimico ed ha tre figli. Alla soglia dei 50 anni, lentamente la sua vita comincia a cambiare.
Tutto inizia con una serie di piccole dimenticanze che sembrano passare inosservate. Alice, però, sa che, geneticamente, proviene da una famiglia duramente provata dall’Alzheimer. E dopo una serie di veri e propri vuoti di memoria durante i quali non riesce neanche a riconoscere il luogo nel quale si trova, decide di sottoporsi ad accertamenti medici. Il risultato è purtroppo drammatico. Alice è affetta da una forma presenile di Alzheimer purtroppo di matrice genetica.
La sua vita cambia completamente e muta anche quella della sua famiglia. La donna però non intende arrendersi e lotterà con tutte le sue forze contro la malattia.
La pellicola racconta l’involuzione di Alice nel corso degli anni mentre affronta il morbo che procede inarrestabile soprattutto sulla sua mente sotraendole, pezzo dopo pezzo, tutto quel patrimonio cognitivo che aveva accumulato faticosamente negli anni. La donna fragile e indifesa deve accettare la sua nuova identità.
Ma il finale non è drammatico. Alice imparerà ad amare in un modo completamente nuovo la sua famiglia e lo stesso faranno il marito ei figli.
Al di là della trama e dell’Oscar conquistato per la sua bravura, il film vuole essere un momento di riflessione per capire quanto sia importante quello che ognuno ha costruito negli anni della propria vita. Alice alla fine pur dichiarandosi vittima della malattia, dirà che niente e nessuno potrà toglierci la facoltà di sognare e la speranza di andare avanti.
Il film, prodotto negli USA, arriva in tv in Italia, in un momento molto particolare. Infatti è recente una scoperta medica proprio a proposito dell’Alzheimer. La ricerca è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista medica Nature. Alcuni ricercatori hanno osservato, per la prima volta ad alta risoluzione, la struttura dei filamenti della proteina Tau, una proteina che nei malati di Alzheimer non assolve più le proprie funzioni ma diventa un insieme di filamenti che vanno ad aggredire le altre cellule del cervello.
Questa scoperta apre la strada allo sviluppo di farmaci mirati contro la patologia neurovegetativa. Infatti conoscendo nei minimi dettagli la struttura molecolare della proteina Tau è possibile creare dei farmaci che possono bloccare il processo.
Nei cervelli sani la proteina Tau funziona come una sorta di supporto per stabilizzare i cosiddetti microtubuli deputati alla organizzazione e al trasporto intracellulare. Ma nella forma mutata genera proprio questi grovigli che si accumulano e bloccano la comunicazione tra cellule cerebrali scatenando i processi neurodegenerativi tipici della patologia.
C’è ancora un particolare non insignificante che vogliamo sottolineare. Il regista Richard Glazar affetto da sclerosi laterale amiotrofica, morto pochi mesi dopo la fine delle riprese, ha utilizzato un iPad per comunicare col cast e con la troupe durante le riprese.