Hit Parade con la conduzione di Luttazzi, che non era nient’altro che la classifica degli otto 45 giri più venduti della settimana, da un’inchiesta della società Doxa, andò avanti dal gennaio 1967 al dicembre 1976. In ogni puntata, le prime otto canzoni più ascoltate e votate dal pubblico. I raccordi tra una canzone e l’altra erano conditi da sapidi monologhi, curati dall’autore Sergio Valentini, nei quali Luttazzi toccava argomenti di attualità legati al mondo dello spettacolo, alle cronache rosa, ai personaggi più in voga, spesso al di fuori della classifica. I dischi venivano annunciati con grande enfasi, minimo due volte, all’inizio e durante la canzone, spesso sfumata per motivi di tempo perché il programma durava circa mezz’ora tra le 13 e le 13.30, prima del Gr, e Luttazzi doveva presentare le prime 8 canzoni più gettonate della settimana. La distinzione tra cantanti e gruppi era sottolineata dalla professionalità del conduttore, poiché i gruppi “eseguivano” ciò che i singoli si limitavano a cantare. Un programma sui generis questa Hit Parade, quasi uno show: i titoli erano accolti da un pubblico presente ogni settimana in uno studio di Via Asiago (dove la trasmissione veniva registrata ogni venerdì prima della messa in onda), che applaudiva entusiasta, dopo essersi fatto molte risate sulle salaci battute del conduttore, un effetto molto in voga nelle classiche “situation comedy” della televisione americana. Al termine della sigla conclusiva e dell’urlo iniziale e finale rimasto celebre “Lelio Luttazzi presenta – ha presentato Hiiiit Paraaaade!!!”, una voce riepilogava le canzoni ascoltate, citandone titolo e autore, tralasciando l’interprete.
Il ruolo istrionico del musicista triestino conferiva al programma quella parte di fiction che scomparirà con la sua dipartita dalla radio. L’abbiamo detto, una trasmissione sui generis, irripetibile, di cui oggi sentiamo una vera nostalgia. Non sarebbe sbagliato far tornare una nuova Hit Parade con i fasti di allora, magari con un pubblico di giovani. Ciò permise alle canzoni di restare tali, non tradendo l’intento informativo del programma, che si poneva al servizio del consumatore di musica che voleva sapere se il suo disco preferito o il suo beniamino avrebbe avuto o no successo e per quanto tempo sarebbe stato ai primi posti in classifica.
Ecco qui di seguito la prima classifica della prima trasmissione di Hit Parade del 6 gennaio 1967: 1) BANG BANG (Dalida); 2) TEMA DI LARA (Bob Mitchell); 3) C’ERA UN RAGAZZO CHE COME ME AMAVA I BEATLES E I ROLLING STONES (Gianni Morandi); 4) E’ LA PIOGGIA CHE VA (The Rokes); 5) BANDIERA GIALLA (Gianni Pettenati); 6) DOMANI (Sandie Shaw); 7) RIDERA’ (Little Tony); 8) STRANGERS IN THE NIGHT (Frank Sinatra).
Lelio Luttazzi non seguiva l’ordine crescente della classifica, ma si spostava dall’ottava alla quarta posizione seguendo le fila dei suoi discorsi. Teneva conto delle oscillazioni, se un disco era in progressione o in regressione o stabile, e dei brani che uscivano di classifica: inoltre metteva in evidenza i dischi che comparivano per la prima volta in classifica, denominati con una figura pleonastica, che molta fortuna avrebbe avuto nel linguaggio comune, ma non solo musicale: la “nuova entrata” o “nuovo ingresso”. Il famoso podio, espressione che verrà mutuata dal linguaggio olimpionico negli anni successivi, costituiva la parte conclusiva della puntata. Faceva eccezione quando la canzone che si trovava la settimana precedente in vetta alla classifica, ribattezzata “Canzone Regina” scendeva al secondo posto, altrimenti detto della “Damigella d’onore”: in quel caso, il n. 2 anticipava il n. 3 per creare l’effetto suspense prima di conoscere il nuovo disco più venduto.
Una parentesi oscura cadde sulla trasmissione e su Lelio Luttazzi. Nel maggio del 1970, proprio mentre era all’apice del successo (nel frattempo il presentatore e musicista era reduce dal varietà televisivo del sabato sera “Doppia Coppia” con Alighiero Noschese) la vita di Luttazzi fu sconvolta: venne infatti arrestato con l’amico Walter Chiari con l’accusa di detenzione e spaccio di stupefacenti. L’arresto avvenne in seguito all’intercettazione di una telefonata in cui si era limitato a girare ad uno sconosciuto, che si rivelò uno spacciatore, un messaggio di Chiari. Dopo 27 giorni passati in carcere, Luttazzi fu rilasciato e la sua posizione stralciata. Fu un clamoroso errore giudiziario che ebbe gravi conseguenze personali e sulla carriera. Nel periodo della detenzione, la conduzione di Hit Parade, per una sola puntata fu affidata a Renzo Arbore, e tutte le successive all’ex cantante Giancarlo Guardabassi, già presentatore della rubrica radiofonica domenicale Dischi caldi, che faceva ascoltare i 45 giri più ascoltati dopo l’8° posizione, in attesa di entrare nei primi posti. Lelio Luttazzi ritornò a condurre Hit Parade solo dal 26 febbraio 1971 fino alla chiusura della trasmissione nell’inverno del 1976. Ma non si riprese più da quell’esperienza, per lui devastante.
[…] alla conduzione del programma radiofonico Hit Parade, che si occupava delle classifiche di dischi (programma peraltro già ricordato in questa rubrica poche settimane fa). Le registrazioni video venivano riviste dagli ospiti attraverso un normale televisore posto […]